MILANO – Un software che può essere personalizzato senza rendere più difficili le evoluzioni successive, che si presta alla gestione condivisa anche tra attori remoti. Insomma, una tecnologia che si presta a essere implementata secondo il modello SaaS (Software as a service), venendo incontro a un trend che, secondo Barbara Reffi (nella foto), amministratore delegato di Passepartout, è inarrestabile: “la domanda di soluzioni che consentono di pagare solo quello che si usa”.
La piattaforma di cui parliamo è Businesspass, l’Erp che la software house sanmarinese ha lanciato ufficialmente alla fine del 2008. Un gestionale rivolto a tutte le imprese che hanno nel commercialista – o in un altro tipo di amministratore esterno – il punto di riferimento per il completamento dell’attività contabile, l’assolvimento di quella fiscale, la gestione del personale e altre forme di consulenza.
Grazie al modello SaaS, imprese e consulenti conseguono diversi vantaggi: le prime possono concentrarsi maggiormente sui loro core business, non devono affrontare più ingenti investimenti in hardware e preoccuparsi per i problemi legati alla manutenzione tecnologica e all’adeguamento dei software alle nuove normative; i secondi investono in un’applicazione standard con cui possono gestire più utenti, in una logica “one to many”, senza doversi spostare dalla sede, offrendo servizi sempre più raffinati e utili al business dei clienti, come la business intelligence o la conservazione elettronica sostitutiva dei documenti.
“Mentre altre software house hanno dovuto compiere acquisizioni, per aggiungere nuovi strumenti, con il rischio di affrontare difficoltà nella normalizzazione dei dati”, spiega Reffi, “noi già da anni sviluppavamo nuove applicazioni sulla base dello stesso Dna e puntavamo sulla velocità e sulla possibilità della remotizzazione dei nostri sistemi”. Businesspass e altri gestionali dedicati a specifici mercati verticali (Passepartout Hotels, Restaurants, Beauty, Retails), sono basati sul linguaggio .Net. A fianco di questi prodotti c’è Mexal, un Erp per le Pmi, che invece è scritto in C, ma si connota per semplicità, intuitività, completezza funzionale (offre anche il workflow, la gestione documentale, il controllo di gestione, la business intelligence) ed è predisposto per interfacciarsi con applicazioni Web, a partire, ovviamente, dall’e-commerce e dai Web shop.
Nella sua attività di ricerca e sviluppo, Passepartout ha guardato contemporaneamente alla difficile congiuntura economica in cui i mercati serviti si ritrovavano e, allo stesso tempo, alle novità tecnologiche e di approccio al business che si affacciavano. “Se è vero che il comparto manifatturiero è in crisi già da qualche anno, recentemente sono giunti segnali di difficoltà anche da alcuni settori che negli ultimi anni hanno invece avuto uno sviluppo continuo, come, per esempio, quello della salute e del benessere”, afferma Reffi. “Solo il commercio, finora, non conosce deflessioni”. Il modello SaaS e la gestione condivisa, secondo Passepartout, permettono di proporre prodotti “low cost” che valorizzano il ruolo che i commercialisti – e in generale i consulenti – mostrano nei confronti delle aziende di piccolissima e piccola dimensione. “In futuro – continua l’amministratore delegato della software house di San Marino – punteremo a proporre Businesspass non solo ai commercialisti ma anche a tutte quelle entità che, in un modo o nell’altro, svolgono funzioni amministrative per un elevato numero di realtà. Pensiamo, per esempio, alle associazioni di categoria o alle capogruppo di catene di franchising”.
Businesspass, l’Erp come servizio
Passepartout abbraccia la tecnologia implementata con il modello SaaS, ossia come servizio, per avvicinare le piccole imprese e il segmento dei consulenti alla scelta di un gestionale Erp facile da utilizzare ma con funzionalità avanzate e specifiche per settore verticale. Ce ne parla l’amministratore delegato Barbara Reffi
Pubblicato il 03 Mar 2009
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