Il lungo periodo di restrizioni legato alla pandemia da Covid-19 non ha comportato la totale paralisi delle attività di imprese industriali e produttive. Anzi, paradossalmente, questo periodo estremamente particolare si è rivelato in molti casi l’occasione propizia per spingere le imprese a effettuare investimenti di natura digitale troppo spesso rimandati. Investimenti che – proprio in questa congiuntura – si dimostrano fondamentali per mantenere una piena competitività sui mercati di riferimento.
Al trend non hanno fatto eccezione le moderne soluzioni ERP che, come racconta la Ceo di Sinfo One Paola Pomi, stanno riscuotendo un notevole interesse da parte delle imprese italiane: “Fin dalla settimana successiva al primo lockdown abbiamo riscontrato un’importante accelerazione. In particolare, nel primo mese abbiamo firmato due progetti ERP che non erano previsti in pipeline. Ci siamo anche resi conto di un abbattimento delle tempistiche: la finalizzazione un progetto ERP, infatti, solitamente richiede qualche mese di gestazione. Il tempo di prevendita e vendita per implementazioni di soluzioni ERP si aggirava intorno ai nove mesi. I casi a portafoglio di questo ultimo anno ci dicono invece che questo periodo è diventato molto più corto, direi quasi dimezzato”.
Chi punta sull’ERP in tempo di Covid-19
Ma quali sono le aziende che in questa fase sono più ricettive all’implementazione di un ERP di nuova generazione? Secondo Sinfo One è possibile distinguere due diverse tipologie di imprese. Da una parte ci sono quelle imprese che, per effetto dell’emergenza, si sono trovate improvvisamente ad affrontare la sfida del remote e dello Smart working, che comporta la fuoriuscita di dati e processi dal perimetro aziendale. Queste organizzazioni si sono trovate nella necessità di mettere ordine nei processi aziendali: in quest’ottica, un ERP funzionale consente di avere una visione migliore della realtà, garantendo all’azienda di conoscere in tempo reale quello che sta accadendo. Dall’altra parte, una seconda tipologia di aziende che hanno scommesso sugli ERP è costituita da realtà che in questo anno di quarantena hanno conosciuto una forte domanda dal mercato, oppure hanno dovuto cambiare drasticamente il proprio modello di offering. “Un nostro cliente precedentemente attivo nella produzione di beni di largo consumo ha iniziato a produrre mascherine e disinfettanti, cercando così di cogliere le nuove necessità del mercato. Allo stesso modo, diverse aziende nella stessa situazione si sono rese conto che le piattaforme che avevano a disposizione non erano abbastanza flessibili per abilitare trasformazioni di tale portata. Così gli imprenditori, anziché tappare le falle con dei progetti a basso costo, ma del tutto tattici, hanno preferito effettuare un investimento a lungo termine, dotandosi di un sistema ERP di nuova generazione”.
Più tempo e risorse a disposizione per le aziende in flessione
Ci sono poi alcune aziende che già prima della pandemia stavano maturando la decisione di un cambio dei sistemi gestionali, ma che hanno trovato il coraggio di affrontarla soltanto nel 2020 perché – come conseguenza della crisi economica – hanno avuto la possibilità di trovare le risorse interne che possono gestire l’implementazione di un nuovo ERP. “Molto spesso ci troviamo di fronte ad aziende in crescita che, con un’organizzazione risicata, devono affrontare dei picchi produttivi e logistici. In queste condizioni è difficile affrontare un progetto impegnativo come l’adozione di un nuovo ERP, che prevede anche interazioni continue con aziende di consulenza come la nostra. Al contrario, in un momento di stanca del business l’azienda ha un minore costo organizzativo di implementazione e può più agevolmente programmare la propria strategia sul medio-lungo termine. In particolare, in un momento come quello attuale, queste imprese hanno potuto mettere a disposizione energie e risorse del proprio middle management”, evidenzia la Ceo di Sinfo One.
Il ruolo del Cloud
Ma come è stato tecnologicamente possibile portare a termine dei progetti ERP con le restrizioni e la limitata libertà di movimento di questo ultimo anno? Paola Pomi evidenzia che le installazioni progettate e realizzate da un anno a questa parte sono state tutte in cloud, in modalità Iaas (Infrastructure As a Service). E se Sinfo One è riuscita a vincere le resistenze verso questa tecnologia è grazie alla notevole disponibilità dimostrata nel risolvere problematiche specifiche con apposite customizzazioni. La pandemia ha stravolto i tradizionali passaggi previsti per la realizzazione di un progetto ERP e ogni fase, in base alle necessità del cliente, è stata sviluppata in maniera molto specifica.
L’importanza di avere un Piano B
Inoltre, sia per quanto riguarda l’analisi sia per la successiva formazione del personale, Sinfo One ha optato per un mix di presenza fisica e virtuale, adattandosi anche alle limitazioni normative legate all’andamento della pandemia. “Il cambio di ERP va alimentato supportando ed essendo supportati dalla base dell’azienda, in particolare con key user e responsabili aziendali. Ovviamente in questa fase particolare è stato opportuno avere a disposizione un piano di riserva, così da adeguarsi alle possibili restrizioni ulteriori. Ad esempio, per un’azienda che ha stabilimenti produttivi in Italia, Romania e Tunisia, avevamo programmato il live dell’ERP lo scorso ottobre, prevedendo inizialmente anche la presenza fisica di nostri consulenti nelle sedi estere. Con l’aggravarsi della situazione pandemica non abbiamo potuto recarci fisicamente all’estero, dunque abbiamo dovuto mettere in atto il piano B predisposto in precedenza. Abbiamo così creato delle postazioni presso la sede italiana, per dare supporto e renderci visibili insieme ai colleghi italiani. Operando in questo modo – sottolinea Paola Pomi – siamo riusciti a garantire quella necessaria rassicurazione che ha facilitato l’adozione del progetto”. Come si può cogliere, dalla testimonianza di Sinfo One traspare che l’adozione dell’ERP in tempi di lockdown e quarantena è spinta da una molteplicità di fattori, non da ultimo la possibilità di operare in un’ottica di Risk management, che la crisi legata al Covid-19 ha fatto emergere come tematica cruciale per le imprese.