I casi selezionati e dettagliatamente illustrati in un libro di agile lettura, scelti tra le storie di successo del panorama delle Pmi italiane, sono molto bene documentati per identificare le determinanti di successo dei progetti. Determinanti che spesso sono riconducibili a una chiara visione imprenditoriale più che manageriale dei decisori che non mancano di sottolineare (ex-post) i miglioramenti raggiunti più sul versante qualitativo che quello quantitativo.
Fa piacere trovare nel testo, e ben sottolineato da Meregalli nella presentazione in Bocconi, il superamento dei luoghi comuni che hanno accompagnato il marketing (positivo e negativo) dei sistemi Erp. Luoghi comuni che spesso hanno portato a considerare le soluzioni per le Pmi delle versioni “mignon” di quelle per i grandi gruppi, riducendo funzionalità od opzioni, come se il mercato concedesse sconti alle Pmi, la competizione fosse meno dura, i cicli di crisi meno intensi o il livello culturale fosse inferiore.
Emerge invece evidente come le Pmi siano spesso efficienti multinazionali pragmaticamente attive e aggressive sul mercato globale, con imprenditori-manager che hanno una chiara percezione dei fabbisogni correnti ma, e soprattutto, di quelli emergenti e della necessità di ripensare laicamente ai vincoli che la crescita pianificata o prevista farà emergere.
Gli imprenditori e i manager coinvolti nell’analisi dei casi illustrati confermano poi che nessun sistema Erp riduce i costi It, ma ne ha cambiato la natura; la supposta “rigidità” dei modelli sottesi così come l’”incompletezza per alcune funzioni aziendali”, due critiche spesso addotte dai detrattori, si rivelano sempre più legate all’ignoranza e all’impreparazione dei commentatori, a copertura, spesso, di carenze progettuali e d’approccio al cambiamento.
Un bel volumetto, ricco di informazioni, ben schematizzato e niente affatto noioso, anzi ogni caso aziendale è presentato con una ricca scheda monografica che spiega l’azienda nel suo contesto competitivo, la sua storia e le spinte al cambiamento, illustra le scelte progettuali e si avventura in qualche considerazione di benefici ex-post.
Negli ultimi capitoli gli autori cercano una sintesi “trasversale” dei casi illustrati, alla ricerca delle linee guida per ripetere queste storie di successo. Emergono, nelle interessanti considerazioni finali, gli aspetti chiave per la scelta del cambiamento tecnologico, con la percezione dell’accresciuta complessità derivante da una vision imprenditoriale di trasformazione. Queste aziende non si sono limitate ad ambire a crescere ma si sono imprenditorialmente preparate a crescere, attrezzandosi anche a supporto della nuova complessità di processo e operativa.
Viene da riflettere, in chiusura, che anche qui si raccontano le storie dei vincenti, ma tutti sappiamo che la storia dell’Erp è puntellata anche di insuccessi. Sarebbe utile un’analisi cruda anche di queste storie. Che “Sistemi Erp e gestione della complessità” possa avere un seguito? Ci permettiamo di suggerirlo agli autori.
* Renzo Passera è Senior advisor ed amministratore di Kirey, ha alle spalle una lunga esperienza come CIO, prima nel Gruppo Italcementi e poi in Zurich Financial Services Italia (dove è stato anche Head of Change Management). Membro degli Organismi di Vigilanza di alcune primarie società e di comitati scientifici di molte organizzazioni, si occupa anche di ricerche e formazione nel settore dell’innovazione di processo ed in generale di change management abilitato dalle nuove tecnologie.