Secondo lo studio condotto da SAP con Regina Corso Consulting e che ha coinvolto i professionisti della supply chain negli Stati Uniti, il 90% degli intervistati ritiene che il procurement abbia assunto maggiori responsabilità nell’affrontare le sfide della catena di approvvigionamento e della sostenibilità.
Inoltre, quasi la metà del campione (49%) afferma che carenze e interruzioni sono causa di continua apprensione, si tratta di un momento cruciale per affidarsi alla funzione procurement per risolvere questi problemi. Viene confermato così il ruolo sempre più importante dell’area procurement nella gestione delle interruzioni della catena di approvvigionamento a livello globale.
La carenza e le interruzioni della fornitura non sono gli unici problemi che i professionisti della supply chain intervistati affermano di dover affrontare oggi.
Altre aree includono: sostenibilità (28%); riduzione dei costi (27%); gestione commenti dei clienti (21%); trasformazione digitale (20%); conformità normativa (18%).
Nonostante solo il 28% degli intervistati affermi che la sostenibilità sia fonte di preoccupazione, il 91% dichiara che la propria azienda ha obiettivi di sostenibilità specifici e il 95% conferma che il procurement svolge un ruolo significativo nel raggiungimento di tali obiettivi.
Tra la pandemia globale, la carenza di manodopera, le interruzioni nei processi di approvvigionamento e la crescente domanda di sostenibilità da parte dei consumatori, i professionisti della supply chain intervistati concordano sul fatto che il procurement ha assunto un ruolo più strategico per aiutare a mitigare le sfide più critiche.
Il 50% degli interpellati afferma che il procurement aiuta ad alleviare le sfide della supply chain migliorando la trasparenza della catena di approvvigionamento. Il 48% afferma che aiuta a sviluppare migliori relazioni con i fornitori. Il 45% afferma che sta aiutando a diversificare i fornitori per ottenere maggiore resilienza. Il 33% afferma che sta aiutando a modificare i termini di pagamento per migliorare la liquidità dei partner commerciali. Il 21% afferma che aiuta a riqualificare i talenti per affrontare nuove priorità di business.
Lo studio mostra infine che il procurement sta aiutando le aziende a offrire e ottenere visibilità, trasparenza e responsabilità dai propri fornitori, soprattutto in caso di potenziali interruzioni, consentendo di spostarsi rapidamente verso nuovi partner per garantire continuità del business.
I professionisti della supply chain intervistati affermano che anche i consumatori svolgono un ruolo importante nel mitigare la sfida delle interruzioni della catena di approvvigionamento.
Il 54% afferma che i clienti dovrebbero concedere più tempo per l’evasione dell’ordine. Il 46% afferma che i clienti dovrebbero acquistare più prodotti locali e ordinare con maggior anticipo. Il 33% afferma che i clienti dovrebbero essere disposti a pagare di più in considerazione dei maggiori costi del processo di approvvigionamento. Il 32% afferma che i clienti dovrebbero avere più empatia e comprensione per i ritardi.
“Le interruzioni della catena di approvvigionamento non sono una nuova sfida – ha affermato Etosha Thurman, Chief Marketing and Solutions Officer, Intelligent Spend and Business Network, SAP – ma il problema è stato drammaticamente aggravato e prolungato a causa delle continue carenze e dei ritardi dovuti alla pandemia. Per affrontare queste circostanze imprevedibili, i leader della supply chain devono sfruttare in modo strategico i processi di procurement per gestire efficacemente le relazioni con i fornitori, mitigare le frustrazioni dei clienti, controllare i costi e garantire la resilienza del business”.
“Se le catene di approvvigionamento post-pandemiche devono essere resilienti – ha affermato Simon Ellis, Program VP, IDC – devono essere sostenibili. Non è sufficiente monitorare ed esaltare le virtù green, la sostenibilità deve diventare parte del modo in cui vengono gestite le catene di approvvigionamento. Dall’altro lato, la crescita dell’e-commerce e le aspettative dei consumatori per la consegna il giorno successivo sono spesso in contrasto con una consegna sostenibile e l’impronta ecologica. Dovrà esserci un riequilibrio o una razionalizzazione del modo in cui le persone consumano: ho davvero bisogno del prodotto il giorno dopo?”.