Le tre: dimensioni dell’offerta

Le soluzioni che il mercato offre nel segmento del Plm si possono dividere in tre famiglie: quelle sviluppate da aziende che hanno maturato la propria esperienza nel mondo del Cad-Cam e dell’engineering; quelle che si innestano sui sistemi Erp per la  gestione aziendale, quelle che derivano da soluzioni per la gestione della documentazione tecnica. Vediamo, anche con l’aiuto di alcuni fornitori, le peculiarità di ciascuna famiglia

Pubblicato il 02 Set 2004

Per cercare di dare una panoramica delle soluzioni disponibili nell’area del Product lifecycle management abbiamo intervistato alcuni dei principali operatori del mercato italiano, scegliendoli nelle diverse matrici d’estrazione tecnologica in modo da individuare quali sono i punti sui quali convergono e quali le differenze che li caratterizzano. Per cui,

Gianni

Graziani, Business unit sales manager Manufacturing Solution Division di Autodesk;

Flavio Fusi, responsabile marketing della Business unit Plm per il Sud Europa di Ibm;

Franco Megali, direttore vendite di Ugs Plm;

Stefano Rinaldi, country manager di Ptc e

Luca Scagliarini, vicepresidente Field marketing Europe di Think 3,

hanno illustrato il punto di vista di aziende che vengono dal mondo della progettazione.

Alberto Strozzi, business consultant Plm di Sap;

Tarcisio Zacchetti, Solution consultant manager di Peoplesoft;

Tiziana Valzelli e

Sergio Gimelli, rispettivamente Product marketing manager e Solutions team leader per la E-Business Suite di Oracle, ed

Emilio Magni, direttore marketing per l’Europa Sud ed Est di Ssa Global

rappresentano i vendor Erp. Infine

Luigi Salerno, country manager di Matrix One, porta il contributo di una realtà che offre esclusivamente soluzioni Plm.
Il principale appunto a sostegno delle proprie soluzioni che i player che provengono dall’ambito del design rivolgono a quelli che sono nati nel mondo delle soluzioni gestionali è che queste non gestiscono abitualmente dati così complessi come quelli che vengono utilizzati in fase di progettazione. A quest’obiezione, la risposta è che, nel momento in cui il Plm assume una valenza strategica per l’azienda, è più coerente usare uno strumento che derivi da una soluzione sviluppata per gestire tutte le informazioni relative ai processi aziendali. In realtà, l’integrazione di un Plm con le altre soluzioni presenti in azienda ha due facce: una verso il basso, ossia verso i software di progettazione, e una verso l’alto, verso i sistemi gestionali. Questo fino a poco tempo fa creava non pochi grattacapi a chi cercava di implementare soluzioni Plm. Ma oggi i fornitori, qualunque sia la loro provenienza, assicurano che il problema è risolto; o almeno, i più prudenti, che è molto meno serio che in passato.
“Oggi – dice Fusi, raccogliendo il consenso unanime dei colleghi – non ci sono vincoli tecnologici al fatto di far colloquiare sistemi diversi, a patto, naturalmente, che questi sistemi siano strutturati in modo da poter colloquiare tra loro e quindi il recepimento degli standard è un punto di partenza indispensabile”. “Integrare applicazioni non è più un problema, – gli fa eco Zacchetti – ed è anche per questo che la scelta di Peoplesoft è quella, per applicazioni come il Plm, di integrare soluzioni best of breed all’interno delle nostre soluzioni gestionali”. “L’integrazione – conclude Magni – può essere un problema se si pensa di affrontare tutto insieme contemporaneamente, ma se l’approccio è incrementale, utilizzando soluzioni che, ovviamente, consentono di procedere in questo modo, il problema dal punto di vista tecnologico non esiste”.

Integrazione? un fatto di mentalità
Il vero problema, sostengono gli operatori, non è tecnologico ma culturale. “Gli uffici tecnici sono sempre stati abituati a compiere scelte autonome, – osserva Strozzi – e quindi tendono a privilegiare al massimo la soluzione delle problematiche interne, senza considerare i problemi dei processi aziendali nel loro complesso”. Ma l’ufficio tecnico è depositario di informazioni vitali sul prodotto ed è quindi necessario che queste informazioni vengano condivise con il resto dell’azienda, dove per azienda non si intendono solo le sue divisioni interne ma tutto l’ecosistema di fornitori, terzisti, partner e clienti. “Quanto più il Plm diviene un insieme di strumenti strategici tanto più esce dal ristretto ambito dell’ufficio tecnico per entrare in quello di chi, in azienda, si occupa delle problematiche gestionali e della definizione delle strategie dell’impresa”, specifica Vanzelli.
Un’efficiente gestione del ciclo di vita del prodotto è infatti strategica per l’azienda e, come spiega chiaramente Rinaldi, è uno dei principali elementi che fanno la differenza sui concorrenti: “Ci sono applicazioni aziendali, come gli Erp, che ogni azienda deve necessariamente implementare per essere allineata con i concorrenti in termini di efficienza; le applicazioni che consentono una gestione efficiente dello sviluppo del prodotto, invece, vanno a ottimizzare un processo critico per creare vantaggio competitivo”.
L’approccio delle aziende verso il Plm sta gradualmente maturando, anche se, secondo alcuni, c’è ancora molta strada da fare. Come osserva Fusi: “Manca ancora una cultura specifica di cosa significhi realmente Plm e di quale sia l’impatto di queste soluzioni sull’impresa. Per questo Ibm ha sponsorizzato il Politecnico di Milano per fare il primo master in Plm”.

Cambiano gli interlocutori
Se torniamo all’iniziale suddivisione dei player in tre gruppi è evidente che, per ciascuno, gli interlocutori abituali di questi operatori sono cambiati. Chi era abituato a confrontarsi con il personale degli uffici tecnici, oggi deve parlare con chi, in azienda, ha una visibilità più ampia sulle problematiche aziendali; chi, viceversa, si rivolgeva principalmente a queste figure, deve imparare a parlare il linguaggio degli uffici di progettazione. Quasi tutti concordano quindi sul fatto che è stato necessario riorganizzarsi per poter rispondere in modo adeguato a questo nuovo confronto. “Negli ultimi due anni, – dice Graziani – e in particolare negli ultimi 12 mesi, Autodesk ha compiuto una svolta abbastanza significativa cercando di uscire dalla logica dell’offerta del singolo prodotto per andare a fornire soluzioni. Questo ha significato da un lato far crescere all’interno figure dedicate a queste problematiche, dall’altro svolgere una forte attività di formazione in questa direzione ai nostri operatori di canale”.
“Continuiamo naturalmente a parlare con l’ufficio tecnico – conferma Salerno – ma l’interlocutore principale è diventato chi ha una completa visibilità delle priorità aziendali e quindi dobbiamo essere in grado di parlare il linguaggio di queste persone”. Anche Ptc ha affrontato con impegno questa problematica. Come spiega Rinaldi: “Si tratta di un processo molto lungo, che dura da 4-5 anni, nei quali abbiamo effettuato forti investimenti in risorse che fossero in grado di comprendere e conoscere i problemi associati allo sviluppo del prodotto non in termini tecnologici, ma di business. Il nostro sforzo è stato dunque quello di acquisire conoscenza sui processi”.
Necessità confermata da Megali (Ugs Plm): “Conoscere i settori industriali ai quali ci rivolgiamo è indispensabile, e quindi le nostre risorse hanno una cultura verticale molto forte sui processi. Ma dobbiamo anche essere capaci di parlare lingue diverse, perché l’interlocutore non è sempre lo stesso e, quindi, dobbiamo essere in grado di valorizzare i singoli requisiti a seconda della persona con la quale ci stiamo confrontando”. E Scagliarini (Think 3), aggiunge: “Dobbiamo poter comprendere realmente quali sono i problemi che si pongono coloro che si occupano della definizione delle strategie aziendali; quindi abbiamo investito molto nell’area dei servizi e oggi siamo in grado di fornire soluzioni complete”.

L’offerta di matrice Cad-Cam
Dopo averne parlato principalmente in termini d’impatto sull’organizzazione dell’impresa utente e del fornitore, vediamo, almeno per i nomi citati, come si strutturano le diverse offerte Plm e quali sono gli aspetti funzionali e di architettura che le distinguono, partendo dai vendor di provenienza Cad-Cam.
La massima adozione degli standard, per consentire una integrazione sincronizzata delle applicazioni aziendali, e l’interfaccia Web, per poter essere utilizzate indipendentemente dalla piattaforma hardware e dal software di base, sono le caratteristiche principali delle soluzioni Catia, Smarteam, Enovia e Delmia che Ibm riunisce sotto la sua proposta di “Collaborative Plm”.
Product Development System è il nome dell’offerta Ptc, che si caratterizza per tre aspetti: avere al proprio interno una soluzione che indirizza la creazione e gestione delle informazioni e dei dati correlati al processo di sviluppo, nonché la collaborazione tra i diversi attori che concorrono allo sviluppo del prodotto; essere basata su un’architettura nativa Web-centrica, per un’interoperabilità sia al proprio interno sia con applicazioni esterne; essere largamente sostenuta da un intervento di tipo consulenziale volto ad ottimizzare i processi dell’impresa utente ed a seguire l’implementazione e il rilascio della tecnologia.
Ugs Plm Solutions è l’unico fornitore che si propone sul mercato in modo diretto, senza avvalersi di partner esterni. Le soluzioni coprono le quattro aree fondamentali del ciclo di vita di un prodotto: disegno, con una soluzione di progettazione 3D che consente di coprire tutte le esigenze della progettazione meccanica; simulazione, dove questa non si limita alla verifica sotto stress del prodotto, ma comprende la simulazione dell’ambiente in cui il prodotto va ad operare; produzione, dove oltre al Cam vero e proprio, si offrono soluzioni in grado di definire il layout della fabbrica, la modalità e il tempo di attraversamento del prodotto in fabbrica, le risorse umane destinate alla produzione. La quarta area è quella della collaborazione, con soluzioni per garantire la cooperazione tra tutti gli attori, interni ed esterni all’azienda, coinvolti nella vita del prodotto.
Grazie all’acquisizione di software house specializzate in diversi ambiti dello sviluppo del prodotto, Autodesk ha affiancato alla propria tecnologia di progettazione una serie di soluzioni in grado di rispondere alle esigenze di gestione e condivisioni delle informazioni di progetto. L’azienda persegue tale strategia d’offerta anche tramite accordi con vendor Erp per l’integrazione delle proprie soluzioni all’interno dei pacchetti gestionali; è già operante l’accordo con Microsoft Business Solutions ed è in via di definizione quello con altri operatori. L’obiettivo di Autodesk, con Plm Desktop, è quello di fornire una soluzione semplice, sicura, implementabile in modo rapido e che consenta di condividere le informazioni sul prodotto.
L’offerta Think3 è indirizzata in particolare alle piccole e medie aziende, alle quali propone una soluzione completamente integrata che comprende gli strumenti di progettazione Cad 2D e 3D e quelli per la gestione di vita del prodotto. L’interfaccia è Web-based e la creazione dei dati relativi al prodotto avviene in automatico. Viene inoltre offerto un configuratore di prodotto che consente di memorizzare e riutilizzare quei componenti o quelle parti del prodotto che non subiscono modifiche. La soluzione consente di definire a priori l’aderenza a determinati standard aziendali semplificando poi, per esempio, la procedura per l’ottenimento di specifiche certificazioni.

Il Plm come parte dell’erp
I fornitori di Plm di matrice gestionale si dividono sostanzialmente in tre gruppi: chi ha sviluppato internamente la soluzione; chi ha acquisito società dedicate al Plm; chi non ha una soluzione propria ma ha stretto accordi con partner tecnologici per offrire la loro soluzione Plm all’interno della propria piattaforma.
Sap e Oracle appartengono al primo gruppo. Per Sap, l’offerta Plm comprende, dal punto di vista concettuale, diverse componenti. Ovviamente, la gestione di tutte le informazioni tecniche di prodotto, soluzione che si può identificare con il ‘vecchio’ Program & Project Management, ossia raccolta, pianificazione, previsione e consuntivazione delle attività che attengono allo sviluppo di nuovi prodotti o alla innovazione che viene apportata sui prodotti esistenti. Poi vi è tutto quello che riguarda la collaborazione, con l’ingresso nel mondo Internet e l’utilizzo di portali aziendali per gestire lo scambio di informazioni di progetto e di prodotto. Infine il Quality Management, perché chi progetta deve tener conto della qualità finale del prodotto; l’Asset Lifecycle Management, per ottimizzare la gestione degli impianti e delle risorse destinate alla produzione; l’Environment & Health Safety, ossia la presa in considerazione di tutti i vincoli in termini di rispetto dell’ambiente, di sanità del lavoro, di smaltimento rifiuti e così via, fin dalle fasi di progetto.
Anche Oracle ha scelto di sviluppare internamente l’offerta Plm, costruendo al suo interno la cultura necessaria. La prima soluzione sviluppata comprende un sistema di gestione documentale e un sistema di catalogazione del prodotto collaborativi, in modo che le informazioni di base sui prodotti abbiano un repository comune a tutta l’azienda. Viene poi offerto uno strumento Cad, frutto di un’acquisizione avvenuta parecchi anni fa, che consente di visualizzare le informazioni dei diversi software di progettazione presenti in azienda. La soluzione Oracle consente inoltre di valutare, nelle varie fasi del progetto, costi e marginalità. La Collaboration Suite, infine, integra, all’interno del ciclo di vita del prodotto, tutte quelle informazioni derivanti da e-mail o e-meeting.
Prima dell’acquisizione da parte di Ssa, Baan aveva sviluppato numerosi progetti Plm in ambito manifatturiero, collaborando con una società specializzata in questo tipo di soluzioni e della quale aveva acquisito il 20% della proprietà. Ssa Global ha poi acquisito il restante 80% portando al suo interno la tecnologia. La scelta dell’azienda è stata quindi quella di dotarsi di una soluzione Plm specifica che va a rispondere a tutte le esigenze di gestione delle informazioni e di condivisione delle stesse lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, e che, ovviamente, offre un’integrazione ormai consolidata con Bpcs, il gestionale di Ssa.
Completamente diverso l’approccio al Plm di Peoplesoft, che ritenendo che una soluzione Plm necessiti di competenze che non sono quelle tipiche di un fornitore di pacchetti gestionali, ha scelto di non portare all’interno della propria offerta prodotti di questo tipo, ma di valorizzare soluzioni Plm offerte da partner e di concentrarsi sull’integrazione di queste con il proprio gestionale. Quello che ha sviluppato al proprio interno è il modulo Engineering Change Management, che consente di gestire tutte le modifiche apportate al prodotto, sia quelle originate in ambiente di progettazione e ingegnerizzazione, sia quelle generate in fase di produzione.
Matrix One, infine, merita un commento a parte in quanto si differenzia dai due precedenti gruppi di player perché la sua offerta deriva da una profonda esperienza in soluzioni per la gestione della documentazione tecnica. Le principali caratteristiche che la società evidenzia come peculiari del proprio pacchetto Plm sono la flessibilità, la rapidità di implementazione e la facilità di integrazione con gli altri applicativi aziendali. Ognuna delle applicazioni contenute nella piattaforma, sia quelle di collaborazione sia quelle di gestione del ciclo di vita, può essere utilizzata in modo autonomo e indipendente dalle altre. Matrix One inoltre affianca alla piattaforma standard una serie di verticalizzazioni che vanno a rispondere a specifiche problematiche di singoli settori.


Ptc pone il prodotto avanti tutto
Uno studio della Booz Allen (www.boozallen.com) afferma che su 100 progetti di sviluppo di nuovi prodotti, solo 25 hanno un qualche successo commerciale: 12 falliscono e ben 63 sono cancellati in corso d’opera. Su questi dati, Ptc Italia (www.ptc.com/italy) fa leva per dimostrare l’importanza per le imprese manifatturiere di ricorrere alle soluzioni di Plm quale leva competitiva. La strategia d’offerta di Ptc, significativamente battezzata ‘100% Product First’, prevede una approccio al mercato che in Italia, oltre alla vendita diretta, passa anche dal canale formato da Var e system integrator, tutti sotto il controllo di una struttura Ptc Global Service che, facendo ricorso a metodologie e best practice standard e ripetibili, sovrintende le operazioni di implementazione e delivery delle soluzioni. Ptc ha inoltre competenze per verticalizzare le sue soluzioni per i settori Automotive, Energia e Difesa e Aerospaziale.

Il mercato pare rispondere: “Nel 2003 – dichiara il direttore generale di Ptc Italia, Stefano Rinaldi – i ricavi in Italia sono stati pari a 27 milioni di euro. Per l’anno fiscale 2004 contiamo di realizzare un 20% in più di margine operativo lordo sul fatturato”.

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