La tecnologia Rfid è sicuramente importante per i benefici che potrà portare sul fronte applicativo. Almeno questa è l’opinione unanime di produttori di software che abbiamo interpellato. ‘Significativa’, la definisce Enza Fumarola, Professional Service & Business Solution Director della filiale italiana di Ssa (www.ssagt.com) mentre PeopleSoft (www.peoplesoft.it) la considera una delle prime 5 priorità di investimen to, come dichiarato in uno dei più recenti eventi pubblici dal presidente e Ceo Craig Conway.
Anche Oracle (www.oracle.com/it) crede nel grande potenziale trainante della tecnologia Rfid, tanto che ha recentemente esteso le funzionalità della sezione Supply Chain and Manufacturing della Oracle E-Business Suite inserendo funzionalità Rfid nel modulo di Warehouse Management, che sarà disponibile entro l’estate 2004 e sarà compatibile con vari dispositivi per la lettura e la scrittura di tag.
Altrettanto determinata appare Sap (www.sap.com/italy), come dichiara Maria Paola Lovesio, responsabile della Business Unit Crm, Scm, Plm e Rfid di Sap Italia: “Riteniamo che la tecnologia Rfid abbia potenzialità molto grandi non solo nel rendere molto più efficienti i processi esistenti ma anche nel permettere la realizzazione di nuovi processi, soprattutto in area Scm, rendendo concretamente realizzabile la demand driven supply chain”. Sap è tra l’altro un’antesignana dell’Rfid, visto che è entrata ben sei anni fa nell’iniziativa Auto Id Center del Mit di Boston (il primo tentativo di definire uno standard per gli sviluppi tecnologici e di prodotto in quest’area) e che ha creato un “council” di 80 imprese sue clienti che si riuniscono periodicamente per discutere dei progressi che vengono fatti nelle soluzioni Rfid, confrontando i risultati con i loro obiettivi di business. Tra i vendor italiani,
Nello Pepe, product marketing director di Txt e-solutions (www.txt.it), società specializzata nella fornitura e realizzazione di soluzioni di supply chain, ritiene che la tecnologia Rfid sia ancora in uno stadio di sviluppo, ma che abbia il potenziale di affermarsi in maniera esplosiva appena si risolveranno i problemi tuttora aperti (primo tra tutti lo standard) e a patto di essere in grado di realizzare processi innovativi che si possano tradurre in concreti benefici per le aziende. Anche
Domenico Piantelli, Senior Partner di Reply (www.reply.it), società torinese di consulenza e system integration, crede nelle opportunità della tecnologia, purchè, precisa, si tratti di ‘vero’ Rfid e non della semplice sostituzione della codifica a barre. Secondo Piantelli, infatti: “L’Rfid introduce cambiamenti di tipo culturale, bisogna perciò focalizzarsi sulla gestione del cambiamento. E ridisegnare i processi consolidati, soprattutto sulla supply chain, per beneficiare dei vantaggi che la tecnologia offre a chi sappia sfruttarne le peculiarità”.
Sì all’Rfid, ma Per quali settori d’industria?
Unanimi nel riconoscere all’Rfid un notevole potenziale d’innovazione, quando si tratta di scegliere i settori di industria dove indirizzare le proprie soluzioni le strade dei vari produttori divergono.
Così, Oracle Warehouse Management è orientato, come dice il nome, verso le applicazioni logistiche e permette l’etichettatura a livello sia di pallet che di confezione, consentendo l’elaborazione automatica delle spedizioni in entrata e in uscita. Ssa invece è più orientata verso la produzione, sia continua che discreta.
L’impegno di Ssa nelle applicazioni basate sulla trasmissione dati in radiofrequenza risale a due anni fa e questa esperienza le è servita per affinare la metodologia di rilevazione, filtraggio e validazione dei dati rilevati, un punto cruciale per l’impiego della tecnologia Rfid in modalità operative non presidiate. Questo problema era stato risolto con iBaan Open WorldX, un middleware basato su Java e dotato di un’interfaccia browser per apparecchiature portatili di tipo Pda, concepito per realizzare l’integrazione applicativa fino al livello dei processi di business aziendali. Ora Open WorldX viene usato da Ssa nelle componenti che assicurano l’integrazione dei dati per interfacciare i lettori Rfid con le proprie applicazioni, ossia iBaan e Bpcs.
“Molti sono i processi di business che possono essere modificati in funzione delle possibilità offerte dalla tecnologia Rfid – sottolinea Enza Fumarola – sia nella logistica e supply chain (ricevimento merci, ispezioni, quarantene, messa a stock, controllo magazzino, prelievi di materiali, inventari, spedizioni…), sia dove c’è l’esigenza di assicurare la tracciabilità degli articoli o dei macchinari o di controllare l’andamento delle operazioni rispetto agli standard. Ad esempio nei processi di rilevazione e segnalazione dei fermi macchina e di confronto tra tempi effettivi e tempi standard”.
Non solo fabbriche e magazzini
L’attenzione di PeopleSoft, invece, come spiega Stefano Pizzagalli, Technical Product Consultant presso la sede italiana, è principalmente rivolta al settore manifatturiero e alla distribuzione, “Con applicazioni che non arrivano a toccare l’individuo consumatore, ma si fermano all’interno dei reparti produttivi o distributivi delle aziende, senza però trascurare altri settori come l’education e il sociale, ad esempio per controllo dei disabili e in generale per assicurare la rintracciabilità delle persone”.
Per maggio è previsto il rilascio della nuova versione 8.10 di EnterpriseOne (linea d’offerta ex J.D.Edwards) che comprenderà nuovi processi Rfid. La procedura per la spedizione delle merci ad esempio è stata completamente riscritta per supportare la possibilità di rilevazione automatica e per introdurre una nuova e più efficiente gestione degli errori e delle eccezioni in fase di lettura. In seguito sarà rilasciata anche una nuova soluzione per il ricevimento merci e la movimentazione delle merci negli stabilimenti.
Per la parte a monte, ossia il trattamento del segnale, PeopleSoft punta sulla partnership con aziende come Dsi (Data Systems International), Manhattan Associates e HighJump, mentre viene rilanciata la partnership con Ibm per la realizzazione dei progetti e la systems integration.
Il vero impatto sta nella revisione dei processi
Le aree applicative sulle quali, una volta a regime, andrà ad impattare la tecnologia Rfid saranno molteplici. Infatti si andrà a toccare la supply chain non solo nella componente “execution”, ma anche nella pianificazione. Si avranno effetti sull’asset management, sulla manutenzione degli impianti, sulla business intelligence e il supporto alle decisioni, oltre che, naturalmente, sul collegamento con le applicazioni Erp di back office. Quanto ai settori d’industria, l’Rfid riguarda non solo la grande distribuzione e i produttori di beni di largo consumo ma anche i trasporti, la sanità e l’industria farmaceutica.
Il punto chiave, per Maria Paola Lovesio (Sap), è la necessità di modificare i processi aziendali. “L’Rfid non potrà dare i benefici attesi se alcuni processi attuali, come la notifica delle spedizioni o il picking o la verifica degli stock, non saranno modificati, ad esempio, in versione non presidiata; oppure non se ne creeranno di nuovi, ad esempio nell’area post vendita o mirati alla realizzazione della supply chain adattiva”. Se ciò avverrà, allora ci potrà essere una vera e propria svolta nel business dei pacchetti applicativi, che rilancerà l’attività non solo dei produttori di software ma anche dei consulenti e system integrator, che dovranno necessariamente essere coinvolti per la ridefinizione dei processi aziendali, riacquistando così quel ruolo nella realizzazione dei progetti che avevano nel primo periodo dello sviluppo dei pacchetti Erp.
Un guadagno dii efficienza
Non può che essere d’accordo Piantelli (Reply), secondo il quale è proprio nella possibilità di modificare i processi traendone un guadagno in termini di efficienza sta il vero vantaggio competitivo della tecnologia. In definitiva, a monte della implementazione di una soluzione Rfid (che Reply può realizzare anche con Click, il proprio applicativo di supply chain execution, vedi riquadro), ci deve essere un profondo riesame dei processi di Scm, eventualmente nell’ottica di una rintracciabilità molto più dettagliata rispetto a sistemi tradizionali.
“Bisogna considerare l’opportunità – dice Piantelli – di distribuire le informazioni per favorire la collaborazione tra gli attori coinvolti nei processi; lo sviluppo di nuove applicazioni real time, in grado di acquisire e gestire eventi connessi alla lettura e alla scrittura di tag Rfid e infine la ridefinizione dei processi transazionali per passare da soluzioni tradizionali a processi automatizzati”.
Analoga è la visione di Txt. “Il potenziale della tecnologia Rfid è molto alto – sostiene Nello Pepe – ed alto è anche l’interesse del mercato, ma per ora gli ostacoli sulla strada della realizzazione pratica sono ancora troppi e in ogni caso non si avrà una vera diffusione delle soluzioni Rfid se prima non si sarà in grado di realizzare processi innovativi tali da fornire vantaggi alle aziende che superino i costi della nuova tecnologia”. Perciò, anche se Txt è, dice Pepe, ‘Rfid ready’, il volume di affari generato nel 2004 grazie a queste nuove soluzioni non sarà significativo. Quanto alle applicazioni, Txt punta sulla supply chain nei settori di industria retail e largo consumo, in particolare relativamente ai beni cosiddetti “fast moving”, quelli cioè che necessitano di un riassortimento molto rapido, come la moda, i Cd/Dvd o gli alimentari.
Proprio in quest’ultimo settore Txt ha realizzato un caso pilota con Microsoft (che ha acquisito da Txt il modulo demand planning per inserirlo nel suo Erp Navision) presso il produttore di patatine danese Kims, utilizzando per l’acquisizione dei dati un middleware di Microsoft e realizzando il tracking dei pallet grazie appunto a tag Rfid. Progetti del genere evidenziano l’importanza, per il fornitore della soluzione, di poter contare su capacità di system integration e su valide partnership tecnologiche. Nel caso citato, infatti, Txt ha lavorato oltre che con Microsoft anche con Hp, per l’implementazione della tecnologia Zero Latency (di derivazione Tandem) per il trattamento dell’enorme massa di dati generati dall’Rfid.
Le aziende sono interessate, ma in Italia aspettano
Verificato che da parte dei produttori di applicativi c’è una grande attenzione per l’Rfid e che sono già disponibili varie soluzioni, viene logico chiedersi quale sia l’interesse del mercato per queste soluzioni. Secondo Oracle sarebbe elevato, specie nelle grandi imprese. “L’interesse del mercato per le tecnologie Rfid è molto grande – dichiara
Tiziana Valzelli, Product Manager di Oracle Italia – tant’è vero che l’inserimento delle funzionalità Rfid in Oracle e-Business Suite è stato deciso, anche se non prevalentemente, in risposta alle richieste di grandi organizzazioni Usa. In Italia il mercato è un po’ in ritardo rispetto agli Stati Uniti ma nel giro di qualche anno ci aspettiamo che le soluzioni Rfid decollino anche da noi”.
Anche secondo Ssa, l’interesse del mercato è alto, ma rimane comunque teorico: il collo di bottiglia è l’investimento infrastrutturale richiesto. Per fare un esempio, la possibilità di controllare con l’Rfid i depositi merce su piazzale interessa sicuramente tutti, ma per fare ciò è necessario impiegare tag attivi che costano parecchi euro ciascuno e realizzare un’infrastruttura del costo di centinaia di migliaia di euro. Più abbordabile è il controllo di un magazzino chiuso, ma anche qui si è nell’ordine delle decine di migliaia di euro. “In generale – commenta Enza Fumarola – le maggiori occasioni di business per Ssa deriveranno dalle aziende già nostre utenti e il tornaconto sarà importante non tanto in termini economici, quanto come miglioramento del rapporto con il cliente. Infatti i moduli software costano poche migliaia di euro, mentre la voce di maggior costo è quella dei servizi di revisione dei processi e di integrazione della soluzione, che vanno a beneficio dei partner”.
Dello stesso parere è Pizzagalli: “Le soluzioni PeopleSoft sono pronte, ma in Italia la domanda decollerà solo nel 2005 perché da noi c’è ancora tanto lavoro da fare sull’uso dei codici a barre. L’Rfid non inciderà in modo significativo sul fatturato perché la nuova versione di EnterpriseOne viene spedita gratuitamente ai clienti. Offre però possibilità di ritorno in termini di servizi sia per PeopleSoft che per i propri partner, che stiamo già sensibilizzando in questo senso”.
Dal ‘bip’ al dato: un problema non banale
Un punto da risolvere per il pratico impiego della tecnologia Rfid è poi l’elaborazione dei dati rilevati dai lettori e la loro conversione in informazioni utilizzabili dai pacchetti applicativi. Un problema non banale, visto che i ‘white paper’ sull’argomento stimano un tasso di errori di lettura che arriva anche al 30%,
Anche se, come si è visto, i principali vendor di Erp aggiornano i loro pacchetti o forniscono specifici moduli,
Gianfranco Cavagnoli, Solutions sales e Alliance manager di Sun Microsystems Italia (www.sun.it) fa osservare che per le aziende, tuttora numerose, che poggiano il back office su soluzioni legacy o che devono interfacciare applicazioni di vendor diversi, il problema rimane e rappresenta un ulteriore fattore di costo. Per questo Cavagnoli ritiene che una soluzione indipendente dagli applicativi realizzata allo scopo da Sun (vedi riquadro) e che sta per essere immessa sul nostro mercato potrebbe aiutare il decollo in Italia della tecnologia.
Progetti pilota e Applicazioni concrete
Secondo Maria Paola Lovesio, di Sap, già da oggi si possono ricavare benefici dall’applicazione dell’Rfid sulla supply chain interna, mentre le applicazioni che coinvolgono clienti e consumatori richiedono ancora un po’ di tempo per maturare. La soluzione Sap si basa sulla componente Web Application Server della piattaforma NetWeaver, che è in grado di fornire supporto Rfid alle soluzioni Erp di Sap (dall’R/3 versione 4.6c) e di altri produttori.
Con questi strumenti, Sap ha già realizzato alcuni progetti pilota, a cominciare dal Future Store di Metro (progetto cui hanno partecipato una quarantina di società, a cominciare da Intel e Ibm), operativo a Rheinberg, in Germania, dall’aprile 2003. Il progetto realizza alcune funzionalità di interesse immediato per molte imprese, come il controllo in entrata e il tracking delle merci dal deposito al magazzino di vendita. Altre invece, come i cosiddetti “ripiani intelligenti” che segnalano quando si stanno svuotando, sono di più complessa realizzazione perché presuppongono il posizionamento dei tag su ogni articolo, e altre ancora, come la fatturazione automatica con cancellazione del tag dopo la lettura, si scontrano con il problema del costo dei tag riscrivibili.
Un’esperienza trasferibile
Ma il progetto Sap più concreto, nel senso di più facilmente trasferibile ad altre realtà simili in tempi brevi, è probabilmente quello relativo alla manutenzione degli impianti dell’Aeroporto di Francoforte, dove è stata realizzata un’implementazione di Sap Mobile Asset Management per controllare la manutenzione dei sistemi di sicurezza e antincendio. Gli addetti alla manutenzione iniziano il loro giro di controllo dopo aver registrato gli ordini di lavoro sul loro Pda, con il quale leggono e aggiornano (dopo l’intervento) i tag posti sulle apparecchiature che così registrano la storia di tutti gli interventi effettuati.
Tra breve Sap rilascerà Auto Id Infrastructure, il primo prodotto specifico che si farà carico di collegare gli applicativi esistenti (di Erp e Supply chain management) con le apparecchiature di rilevazione del segnale Rfid, in modo da assicurare l’interoperabilità con una vasta gamma di apparecchi. Il processo di trattamento delle letture per ottenere dati utilizzabili dagli applicativi a valle verrà realizzato con strumenti di supporto decisionale.
Soluzioni d’avanguardia Anche dalle Società italiane
Oltre ai grandi vendor internazionali si stanno attivamente interessando di Rfid anche alcuni produttori italiani, che hanno già realizzato soluzioni basate sulla rilevazione di segnali in radiofrequenza. Oltre alla milanese Txt e alla torinese Reply, delle cui attività si è già parlato, si colloca tra i pionieri dell’Rfid in Italia la Sinfo Pragma di Parma (www.sinfopragma.it), che come dichiara il presidente Rosolino Pomi, ha già da tempo introdotto sistemi di data collection in radiofrequenza nelle cinque verticalizzazioni del suo pacchetto Erp Si Fides, che in tal modo risulta predisposto al passaggio all’Rfid appena questa tecnologia sarà matura.
Un’altra società italiana che sta studiando la fornitura di soluzioni Rfid è Byte Software House (www.bytesh.com), che attraverso la sua consociata Cata (www.cata.it) ha realizzato un laboratorio per sviluppare soluzioni in questo specifico settore.
Il primo risultato, un modulo di controllo dell’avanzamento della produzione dell’Erp Chorus for Business (C4b), è già in avanzata fase di test e, a quanto ci comunica il direttore generale di Cata, Fabio Vennettilli, sarà rilasciato entro metà anno. Bisognerà invece attendere la fine dell’anno per vedere il secondo prodotto, ossia un sistema inventariale dei cespiti aziendali realizzato con la lettura di tag attivi.
E’ allo studio anche l’estensione di questa applicazione al controllo in uscita dei beni aziendali, da realizzarsi con l’installazione di portali Rfid in collaborazione con Bytechnology, la società del gruppo specializzata nella sicurezza.
Un middleware per tutte le applicazioni
Epc Event Manager, di Sun Microsystems (www.sun.it) è un middleware scritto in Java che va installato su un server Sun Solaris o Linux ed è in grado di rilevare il segnale da qualsiasi lettore Rfid e trasferirlo a qualsiasi applicativo grazie ad una interfaccia multiprotocollo. I segnali possono essere elaborati per aggiungere informazioni ricavabili dal confronto di più letture contigue dello stesso articolo, integrati con segnali di tipo diverso (come quelli dei lettori dei codici a barre, in modo da assicurare la coesistenza delle due tecnologie) e criptati per garantire la sicurezza della rilevazione e trasmissione dei dati.
Per assicurare una compatibilità praticamente universale con quanto si trova a monte o a valle del middleware, Sun ha validato 12 diversi lettori Rfid ed ha realizzato un gateway per interfacciarsi con gli applicativi con 4 protocolli: Message&Queuing, per le applicazioni di sola lettura, Soap (Simple Object Access Protocol), Rpc e Http per quelle applicazioni che prevedono la codifica o la cancellazione delle informazioni registrate sul tag.
Epc Event Manager è progettato per operare in modo totalmente non presidiato da posizionare sul campo, vicino ai lettori di segnale, quasi fosse una appendice intelligente dei rilevatori stessi. Il prodotto è stato già adottato da Gillette, una delle aziende che più spingono per l’impiego della tecnologia Rfid ed è in fase di test presso la Procter & Gamble. In Italia, Sun prevede di mettere a listino Epc Event Manager entro aprile. Il prodotto è comunque già in dimostrazione presso il centro di supporto iForce della filiale italiana Sun Milano.
Pronti all’Rfid con un ‘Click’
Reply (www.reply.it) nasce a Torino nel 1996 dall’idea che la Rete e le nuove possibilità di comunicazione possano far decollare il mercato dell’e-business. Fin dall’inizio si configura come una società di consulenza e servizi focalizzata su tre linee principali d’offerta: e-business Consulting, per definire la strategia, l’organizzazione e i processi; e-business Communication, che copre l’area delle comunicazioni multimediali e del web marketing; e-business Implementation, per la parte realizzativa (portali, sistemi Crm e Scm) e la fornitura di servizi internet. A quest’ultima linea appartiene l’offerta Click Reply, un pacchetto di logistica dotato di funzionalità Rfid. Reply ha chiuso il 2003 con il fatturato di 86 milioni di euro, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente a prova dell’ottimo posizionamento dell’offerta. La società è quotata nel Nuovo Mercato della Borsa Italiana.