Logistics App, non più solo per l’home delivery

L’utilizzo delle App si sta diffondendo anche al di fuori dell’home delivery: in particolare per le consegne a negozi o a clienti dell’industria, estendendo così le opportunità offerte da alcune funzionalità innovative. È quanto emerso dall’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano

Pubblicato il 11 Dic 2017

Logistics App, non più solo per l’home delivery

Lo scenario logistico del prossimo futuro si va evolvendo verso una pluralità di circuiti di movimentazione e consegne di merci e pacchi da attivare e regolare in modo dinamico a seconda delle esigenze dei consumatori. La gestione della complessità derivante da questa molteplicità di flussi innescati è sempre più rilevante. Ed è proprio in tale ambito che l’adozione di soluzioni IT come le Logistics App prende sempre più spazio come fattore abilitante, soprattutto in un’ottica d’integrazione fra ultimo miglio fisico e informativo (figura 1).

In primis, è stato rilevato un interesse per i visibility software, che consentono di ricevere e gestire le modifiche delle esigenze di consegna dei consumatori finali. Un utilizzo più spinto di tali software è stato riscontrato in alcuni tentativi di offrire “tariffe dinamiche”, da attivarsi a fronte di una modifica della fascia/giorno di consegna a valle dell’ordine. Né mancano i casi in cui le soluzioni IT, e più precisamente le Logistics App integrate con il TMS (Transport Management System) del fornitore di servizi logistici, abilitano l’attivazione di servizi personalizzati a partire dall’urban warehouse.

Figura 1 – La gestione dell’ultimo miglio. Le soluzioni IT – Fonte Osservatori.net

Secondo la ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano, l’utilizzo delle App si sta diffondendo anche al di fuori dell’home delivery: in particolare per le consegne a negozi o a clienti dell’industria, estendendo così le opportunità offerte da alcune funzionalità innovative. La ricerca mette in luce una forte diffusione di queste soluzioni tra i player più diversi: aziende committenti che ne richiedono l’applicazione ai loro vettori; fornitori di servizi logistici, sia all’interno delle loro flotte che in caso di distribuzione a data a terzi; piccoli operatori di trasporto e corrispondenti, che hanno cominciato a utilizzarle su spinta degli operatori logistici e stanno estendendo questa tecnologia ai loro flussi.

Figura 2 – La gestione dell’ultimo miglio. Le Logistics App – Fonte Osservatori.net

A confermare la diffusione delle App sono le stesse criticità riscontrate dall’indagine dell’Osservatorio, legate ad alcuni aspetti operativi: il 37% dei rispondenti indica l’assenza di uno standard per la stampa del codice a barre da porre sul Ddt (Documento di trasporto) da leggere con la Logistics App e il 48% la difficoltà d’integrazione informativa tra sistemi diversi. In questo scenario, le potenzialità, per l’home delivery e non solo, si arricchiscono grazie a nuove e innovative funzionalità.

Figura 3 La gestione dell’ultimo miglio. Le funzionalità più innovative delle Logistics App – Fonte Osservatori.net

In pole position tra le più utilizzate figurano la georeferenziazione dei mezzi, il Pos mobile per i pagamenti on delivery e la fotocamera a supporto della gestione dei contenziosi grazie alla prova delle condizioni della merce.
D’introduzione più recente, invece, sono il postino intelligente, il calcolo dell’Eta (Expected Time of Arrival) in tempo reale, l’integrazione IoT e le chat tra driver e back-office.

Figura 4 – La gestione dell’ultimo miglio. Le funzionalità più innovative delle Logistics App – Fonte Osservatori.net

Un particolare riscontro stanno ottenendo le opportunità offerte dall’integrazione delle App con le soluzioni IoT. Per esempio, nel caso di mantenimento e controllo della catena del freddo per prodotti deperibili. l’integrazione tra il sensore IoT di temperatura installato sul mezzo di trasporto e la Logistics App sullo smartphone dell’autista consente il monitoraggio in tempo reale e la registrazione dei parametri di interesse (a cominciare dalla temperatura stessa) e l’invio di queste informazioni alla control room.

La diffusione di queste soluzioni digitali, comunque, va anche perseguita con cautela: soprattutto a livello normative, per conciliare le esigenze di privacy dei lavoratori con quelle d’integrazione informativa della supply chain.

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