La scelta del cloud, quando riguarda un software fondamentale per la produttività come l’ERP, va valutata attentamente dalle aziende. I vantaggi possono essere molteplici, in termini di costi, flessibilità e aumentata competitività. Ma quali sono le problematiche che i Team IT si trovano ad affrontare in questo percorso? Quali sono gli aspetti da non trascurare per realizzare con successo progetti di questa natura? Queste sono le domande che i CIO si pongono tipicamente quando pensano di sottoporre un percorso di questo tipo all’approvazione del proprio board aziendale.
Il supporto dei maggiori provider globali
Horsa Group, come racconta Emilio Leo, Manager LoB Cloud & Technology BU SAP, ha seguito negli ultimi anni numerosi progetti di questo tipo, sia per clienti già SAP che per Net New Name. Al centro c’è Rise With SAP, la release di private cloud SAP S/4HANA Cloud, che presuppone delle risorse riservate all’interno dei cloud dei principali provider mondiali (AWS, Azure e Google).
Si tratta sostanzialmente di un’architettura preconfigurata, che rimane però in tutto e per tutto un best in class del mercato. “Dal punto di vista delle funzionalità del sistema SAP non stiamo togliendo nulla rispetto alla tradizionale versione on premise: si tratta di un sistema molto ricco, che possiede inoltre tutta una serie di vantaggi”, evidenzia Leo.
I benefici del cloud
Ci sono infatti diversi aspetti che possono interessare un CIO, tra cui i benefici finanziari ed economici. Rise With SAP si basa su subscription e non su licenze perpetue: questo prefigura il passaggio a una logica cloud pay per user, che ovviamente può portare dei vantaggi economici importanti. Il beneficio tecnico, oltre alle native caratteristiche di affidabilità dei sistemi in cloud, risiede invece nella standardizzazione dell’architettura SAP, che è persino disegnata per taglie e numero utenti. Al di sotto c’è però sempre un’architettura che gira su fornitori cloud di prim’ordine, con tanto di certificazioni e affidabilità garantita.
Le aziende, in ogni caso, mantengono la piena possibilità di scegliere il proprio provider cloud preferito: “Quando ci chiedono un consiglio, noi lo diamo riferendoci ai report di mercato, consigliando tipicamente il provider best in class per lo IaaS. Ci possono essere però anche altri fattori che entrano in gioco per la decisione: ad esempio, se il cliente è un retailer potrebbe avere più bisogno di analisi di mercato; in quel caso allora potrebbe essere sensato scommettere su un cloud provider più ‘addentro’ a questi aspetti. Oppure, se il cliente ha già degli accordi commerciali in essere la scelta risulta quasi naturale. Possono poi essere presenti delle particolari esigenze ad esempio in materia di Data Sovereignity, che portano a scegliere soltanto quei provider che hanno i Data Center collocati fisicamente in Italia”.
Brownfield e Greenfield
Ma come funziona esattamente la migrazione? In realtà con questo termine si sta identificando uno dei possibili scenari in cui possono trovarsi concretamente le imprese. Di migrazione, infatti, si può parlare quando un cliente possiede già l’ERP SAP, ma SAP S/4HANA Cloud può essere scelto anche da aziende nuove, che non hanno mai fatto in passato una scelta di questo tipo. In questo caso è più corretto parlare di Greenfield: l’opzione cloud, in questi casi, è ormai quasi automatica e con poche difficoltà.
Diverso, invece, è il caso dei progetti Brownfield: “Quando i clienti possiedono già SAP on premise ci sono tutta una serie di argomenti che devono essere presi in considerazione. Innanzitutto occorre verificare se è davvero possibile fare questo passaggio – aggiunge Leo -. Inoltre, non di rado ci sono clienti che hanno fatto degli investimenti importanti su degli sviluppi custom della propria soluzione e che quindi preferiscono rimanere on premise. Altri ancora, magari, hanno effettuato investimenti importanti infrastrutturali. Laddove non sussistano queste difficoltà, allora è possibile prendere in considerazione la migrazione al cloud. Che può prevedere sia il passaggio da una release vecchia a una nuova (upgrade), oppure il moving di una stessa release”.
Tecniche di migrazione consolidate
La parola migrazione ancora oggi può spaventare quegli amministratori delegati che temono conseguenze troppo d’impatto sull’operatività della propria azienda, soprattutto relativamente alle tempistiche. In realtà anche su questo punto molti miti possono essere sfatati: “I system integrator possiedono ormai tecniche di migrazione consolidate e certificate. Horsa, ad esempio, possiede il suo personale assessment per la migrazione, ribattezzato Run to Innovation, che raggruppa in un unico pacchetto tutte le nostre best practice – spiega ancora Leo -. Insomma, nel caso di Brownfield siamo in grado di utilizzare tutta una serie di tecniche standard e certificate da SAP. Una di queste è la DMO with System Move che permette di effettuare concretamente il trasferimento di una releaese SAP dall’on premise al cloud aggiornando il sistema all’ultima versione disponibile, con un percorso lineare e non tanto differente da un classico percorso di migrazione on premise”.
Tempi di downtime ridotti al minimo
Queste tecniche certificate risultano estremamente utili anche a scongiurare tempi di downtime insostenibili per il business, anche quando in ballo c’è il trasferimento di database di grandi dimensioni: “Abbiamo lavorato di recente con nostro cliente riducendo il downtime della migrazione, grazie all’utilizzo di tecniche di downtime optimization. In questi casi, la stessa DMO with System Move viene eseguita in più run al fine di ottimizzare il tempo di downtime. Non solo: la si porta all’estremo, cercando di “spostare in uptime” la maggior parte delle azioni di upgrade, riducendo così il downtime alla sola copia. Un minimo di tempo di downtime va comunque considerato per il passaggio cloud: il compito del system integrator è proprio quello di limitarlo al massimo. Recentemente, per un cliente del settore food che possedeva un database di circa 1,2 Tera, siamo riusciti a ridurre il downtime ad appena un weekend proprio utilizzando queste tecniche”.
Horsa: competenze certificare per supportare i clienti
Horsa, inoltre, è in grado di supportare ulteriormente questo passaggio grazie a un servizio di bridging: “Con il contratto Rise il competence center di SAP stessa è a disposizione per la gestione delle eventuali problematiche, configurazioni e ottimizzazioni, con procedure specifiche ed un’ unica interfaccia, che però può essere difficile da approcciare per quei clienti che hanno IT meno strutturati. In questo caso Horsa offre dei servizi di bridging, che servono proprio per fare da ponte tra il cliente e il supporto di SAP, gestendo in buona sostanza gli aspetti più tecnici”, conclude Leo. Horsa, inoltre, può vantare delle forti competenze in ambito SAP, tanto da aver ricevuto il prestigioso premio Sustainable Growth Award di SAP, all’interno dei SAP EMEA South Award for Partner Excellence 2021.
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