Poche le prospettive di ripresa dei budget IT per quest’anno e aziende concentrate sull’efficienza dei processi interni ma con occhi e orecchi poco attenti alla cura del cliente. E i Cio mostrano una forte considerazione del proprio ruolo in azienda e del proprio contributo all’innovazione. Questi alcuni highlight emersi da un’inchiesta presentata da Sap Italia a un centinaio di aziende partner e clienti.
L’interno e l’esterno
Sembra interessante insistere su alcune risposte che indicano un trend caratteristico di questa fase di crisi. Per esempio, il 90% delle risposte ritiene aumentata rispetto al passato l’importanza della funzione IT in azienda per quanto riguarda l’integrazione con il business; e a un’altra domanda, il 25% dei Cio risponde di passare oltre metà del proprio tempo a “interloquire con il top management e i responsabili di divisione o di business”. E ancora, alla domanda sulle iniziative della funzione IT che hanno portato innovazione e valore all’azienda, le prime tre risposte dei Cio sono le seguenti: riduzione significativa dei costi (25%); miglioramento della collaborazione interna (23%); efficienza/integrazione nei processi aziendali (28%); a scapito delle iniziative di caratterizzazione competitiva sul mercato (4%) e del miglioramento della relazione con i clienti (10%). Da queste risposte sembra emergere un trend abbastanza netto: di fronte ai colpi della crisi dell’economia e dei mercati, le aziende e i reparti IT hanno concentrato le proprie risorse più che verso il consolidamento del proprio parco clienti o la ricerca di nuovi clienti, alla riorganizzazione, all’efficienza e alla razionalizzazione dei processi interni, non solo per tagliare i costi ma anche per raggiungere superiori livelli di collaborazione e di integrazione tra i processi di business e l’IT.
SAP, colosso virtuoso
In questo scenario si inserisce anche il tema dell’attenzione – a parole e nelle pratiche – ai temi della sostenibilità ambientale da parte delle aziende. Se infatti in termini generali 8 aziende su 10, sollecitate dalla survey di Sap Italia, si dicono convinte dell’importanza del tema e della necessità di un impegno in questo senso, a una domanda un po’ più stringente sulla valutazione della maturità delle politiche di sostenibilità delle proprie aziende, metà circa dei Cio interpellati la giudicano bassa, il 41% non va oltre un giudizio di ‘media’ e solo il 10% la definisce ‘alta’. Insomma, tra il dire e il fare… E tuttavia la crescente sensibilità sociale al tema porta sempre più aziende ad adeguarsi a pratiche sostenibili, pena l’esclusione dalle gare o forti perdite di immagine. Sap è stata tra i più reattivi rispetto a questi orientamenti con un impegno concreto e misurabile nella riduzione delle emissioni di CO2 nelle proprie sedi, nella riduzione dell’uso della carta negli uffici e nell’utilizzo di tecnologie di collaborazione come videoconferenze e telepresence. Intanto la filiale italiana ha provveduto anche alla nomina di Clara Covini a proprio Chief Sustainability Officer, con riporto diretto all’amministratore delegato.