Non omologati, smaterializzati e il più possibile automatizzati per liberare risorse da dedicare a compiti a valore aggiunto e garantire compliance: così saranno buona parte dei processi di gestione documentale nel futuro. Uno scorcio di questa realtà già in fase nascente si è potuto avere nel corso di un recente convegno organizzato da Docflow, specialista in soluzioni applicative di gestione documentale, collaborazione e Business Process Management (Bpm) e Microsoft, produttore del motore di collaboration, Enterprise Content Management (Ecm) e workflow
Sharepoint. Una piattaforma che si è evoluta profondamente negli ultimi anni e che, ha sottolineato Carlo Petti (nella foto), presidente Docflow, “pilota oggi un business di svariati miliardi di dollari”. Inclusi, ovviamente, i fatturati dei partner che, come Docflow, hanno deciso di fare leva su un Ecm che moltissime imprese hanno già implementato o sono in procinto di acquistare.
Già, perché l’innovazione tecnologica nella gestione degli aspetti legati ai documenti e alle informazioni non-strutturate deve avere l’obiettivo di liberare gli utenti da compiti ripetitivi e automatizzabili (con vantaggio anche in termini di risk mitigation), ma anche quello di far emergere il potenziale dei fattori più nobili che differenziano un’azienda dall’altra, e che si situano a livello di risorse umane, processi collaborativi, prodotti e servizi. Se le piattaforme Erp e Crm, da una parte, permettono di gestire in modo più integrato, preciso ed efficiente i processi transazionali con i relativi dati strutturati, non completati da applicazioni per il miglioramento dei processi collaborativi basati sulle informazioni e sui documenti “esterni” ma “pertinenti” ai business process, dall’altra corrono il rischio di esercitare un ruolo eccessivamente “omologante”. “Docflow – ha continuato Petti – cerca di integrare quello che gli Erp non integrano e fornire l’informazioni giusta, all’uomo giusto, nel momento giusto”. “Per noi – aggiunge poi, riferendosi all’intero sistema economico italiano – non è sull’efficienza che si gioca la competitività con gli altri Paesi, ma sull’enfatizzazione dei veri vantaggi competitivi delle nostre aziende, primo fra tutte la qualità”.
Non sarà quindi un caso se, come ha affermato Bianca Granetto (nella foto), research director Enterprise Application Software di Gartner, intervenuta all’incontro, “la prima top priority dei Cio in Italia è il cloud computing, seguito dalla virtualizzazione e dalle tecnologie di collaborazione. Queste, a livello Emea, risultano invece al settimo posto, mentre al terzo si posiziona la mobility, area su cui l’Italia ha già molto da dire da diverso tempo”. La ricercatrice ha discusso a lungo della tendenza alla smaterializzazione dei contenuti di business, indicando, fra i diversi trend più recenti, la crescente automazione di processi verticali grazie a suite che implementano librerie di processi e tecnologie Web di nuova generazione. Un settore in cui si rispecchia l’integrazione fra le soluzioni applicative e le competenze di consulenza e integrazione di Docflow, con la piattaforma Sharepoint e svariate altre tecnologie Microsoft utilizzate nel lavoro quotidiano delle aziende.