ANAHEIM (CA) – Il Convention Center di quello che un tempo era un centro agricolo a 30 miglia da Los Angeles e oggi è in pratica un’estensione della megalopoli californiana che vive sul turismo e sull’indotto creato nel 1955 con la nascita della prima Disneyland, ha accolto nella seconda settimana di giugno il Ptc Live Global 2013, l’evento annuale con il quale la multinazionale del Massachusetts chiama a raccolta i suoi partner e utenti.
Il mondo di Ptc è quello dell’industria manifatturiera, da tempo soggetta a un complesso di forze che ne stanno trasformando i modelli operativi e in parte la sua stessa essenza. Secondo i dati presentati al World Economic Forum 2012, a metà degli anni ’80 il peso del settore industriale nella creazione di valore aggiunto era, a livello globale, del 35%, mentre oggi è inferiore al 27%. Nello stesso arco di tempo la quota dei servizi è salita dal 59% a più del 70%. Questo megatrend, dovuto in massima parte proprio alle economie dei paesi più industrializzati, è stato debitamente colto alla società, che da tempo ha spostato verso l’area dei servizi la propria strategia, sia creando divisioni ad hoc (lo scorso anno l’azienda ha attuato un’importante riorganizzazione interna in questa direzione) sia tramite acquisizioni strategiche, come 4CS nel 2011 e Servigistic un anno dopo. Quest’anno Ptc ha riservato l’ultimo giorno del Ptc Live Global a un incontro specifico per partner e utenti di servizi, il Ptc Live Services Exchange, e James E. Heppelmann, Presidente e Chief Executive Officer della società, ha dedicato al bilanciamento e integrazione tra prodotti e servizi di quella che ha definito come la “terza rivoluzione industriale” il suo discorso di apertura.
Sette forze da orchestrare
“Le forze con le quali l’impresa manifatturiera si deve confrontare sono sette”, ha esordito il Ceo, proseguendo con una trattazione che, come oramai è consuetudine, è stata illustrata voce per voce da esempi di aziende utenti. Si è parlato quindi di:
– globalizzazione di mercati e supply chain; digitalizzazione di progettazione e produzione;
– personalizzazione dei prodotti e dei servizi;
– norme e regole con le quali l’azienda globale e i suoi pro dotti si devono confrontare;
– connettività tra tutti gli elementi della “fabbrica estesa” (dipendenti, fornitori, partner, consumatori);
– valore del software incorporato nei prodotti industriali (dalle auto agli aspirapolvere);
– valore dei servizi post-vendita e di manutenzione a corredo dei prodotti forniti.
Come si può intuire, tutte queste forze sono interdipendenti nel loro influire sulla strategia e sulle operazioni di un’impresa manifatturiera. Di conseguenza, per quanto in diversa misura, possono e devono essere monitorate dal management affinché i loro effetti siano per quanto possibile previsti e calcolati e le relative risposte siano orchestrate in una linea d’azione definita e in operazioni coerenti a detta linea.
Ebbene, questo è esattamente quanto Ptc si propone di fare, o almeno quanto propone ai propri utenti: “La progettazione e l’ingegnerizzazione dei prodotti, così come la gestione del loro ciclo di vita e quello dei servizi correlati devono essere attività da svolgersi insieme e in uno stesso tempo, in modo da ridefinirne e massimizzarne il valore”, ha detto Heppelmann. Aggiungendo che: “hardware, software e processi di produzione devono far parte del progetto sin dalla sua nascita”; e, ancora, che “occorre sviluppare un modello d’integrazione dei processi meccanici, elettrici e di sviluppo software con i servizi”.
Tutto ciò, con Ptc si può fare, avendo la società oramai esteso la propria offerta dal Cad e Plm originari alla gestione della catena del valore (Scm), al ciclo di vita dei servizi (Slm) e a quello delle applicazioni software presenti nei prodotti (Alm). La dimostrazione di tali possibilità è stata affidata agli interventi di aziende utenti, tra cui Airbus, Bose, Britax, Continental, John Deere, Flowserve, General Electric Appliance, Gkn, Medtronic, Schneider Electric, Sram Bycicles, Tamaggo, Triumph Motorcycles e Volvo Trucks.
Il Plm va anche sul tablet
Quanto agli annunci di prodotto, il più importante è certamente quello della disponibilità di Creo in ambiente di lavoro virtuale. Dalla versione 2.0 M060 (disponibile da fine giugno), le cinque maggiori applicazioni del pacchetto integrato di progettazione e analisi Ptc, e cioè Creo Parametric, Creo Direct, Creo Options Modeler, Creo Layout e Creo Simulate, sono state infatti rese “Citrix Ready” e pertanto possono risiedere su un server Ibm ed essere pienamente utilizzabili su desktop virtuali Citrix. Ciò è stato possibile grazie a un lavoro d’integrazione tecnologica che si è avvalso della piena collaborazione di Ibm e Citrix, più Nvidia per la parte, fondamentale, di rappresentazione grafica. Il senso dell’operazione è quello di accelerare la realizzazione di progetti grandi e complessi da parte di gruppi di progettazione numerosi o dislocati in siti diversi. La desktop virtualization permette infatti di avere il controllo e aggiornamento centralizzato del progetto d’insieme (sul server) dando nel contempo ai progettisti la possibilità d’intervenire sulle singole parti avendo tutti i dati necessari in loco, senza che questi debbano viaggiare sulla rete aziendale rallentando l’esecuzione del lavoro. Inoltre, tramite Citrix Receiver e specifiche soluzioni Nvidia, i progettisti possono usare qualsiasi dispositivo: desktop Windows e Mac OSX e anche terminali mobili iOS, Android e Windows Mobile.
Molto interessante anche, su tutt’altro fronte, l’annuncio di Ptc Retail, una soluzione Plm costruita su Windchill e indirizzata alla gestione del ciclo di vita del prodotto per le aziende di vendita al dettaglio, calzaturiere e di abbigliamento. Il valore dell’annuncio sta nel fatto che si tratta di settori d’industria dove i prodotti hanno una vita molto corta, anche di pochi mesi, la velocità di ricambio dell’offerta è vitale e la catena del valore è molto complessa, soggetta a numerosi interventi di personalizzazione e localizzazione in funzione dei diversi mercati. Ptc Retail è quindi uno strumento che può migliorare la competitività degli utenti accorciando il time-to-market e migliorando la profittabilità dei loro prodotti. Il pacchetto-base è realizzato in tre Value-Ready Deployments, ossia in tre varianti pronte all’uso che incorporano le best-practice che Ptc ha raccolto in una decina d’anni d’implementazione dei suoi prodotti presso clienti delle tre industrie in causa. Non ufficiale, ma anticipato da Andrew Wertkin, Senior Vp e Chief technology officer della società, in un incontro con la stampa, è lo studio per l’integrazione in Creo di strumenti di progettazione elettronica per lo sviluppo di prodotti software-based, dai robot domestici ai sottosistemi per l’industria aerospaziale.