Se le cosiddette business applications, Erp in testa, vivono un momento di grande evoluzione, all’interno di architetture orientate ai servizi oppure cavalcando l’onda dell’on demand, le classiche applicazioni da desktop, quelle sulle quali lavorano milioni di utenti aziendali ogni giorno, sono alla vigilia di una probabile epocale trasformazione. Dall’annuncio del sodalizio fra Sun e Google in poi, infatti, sono sopraggiunti annunci e dichiarazioni d’intenti che hanno tutta l’aria di cambiare radicalmente il modo di utilizzare (e comprare sul mercato) i documenti Office (testi, presentazioni e via dicendo), che oggi sono generati nella maggior parte dei casi nei formati cari a Microsoft. Volendo riassumere in breve i cardini dell’alleanza che dovrebbe dare del filo da torcere al gigante del software, ma non vanno dimenticati gli accordi in essere fra la stessa Sun e la casa di Redmond, occorre innanzitutto definire due concezioni diverse di intendere l’applicazione che gira su ogni singolo pc aziendale, una basata su desktop e l’altra completamente appoggiata al Web, e vari ambiti di scontro fra le tecnologie open e quelle proprietarie, e quindi Java contro la piattaforma .Net, OpenOffice in alternativa a Ms Office, Sun Solaris e Linux in opposizione a Windows, i servizi free di Google in antitesi a quelli a pagamento di Msn.
A completare il numero di elementi attivi in un quadro di per sé già complesso è quindi arrivato OpenDocument Format (Odf), il formato aperto che si appoggia in modo nativo a Xml, nato sotto l’egida di Oasis (Organization for the Advancement of Structured Information Standards) e già divenuto standard Iso (International Organization for Standardization). L’entrata in scena di questo nuovo e universale “linguaggio” documentale, che ha già trovato applicazione in OpenOffice.org 2.0 (vedi box) e in Sun StarOffice 8, cambierà i destini di quei pacchetti applicativi che guardano all’open source come filosofia di base? Condizionerà, di conseguenza, anche le strategie dei software vendor e quelle delle imprese utenti, private o pubbliche che siano? Impossibile fornire una risposta dai contorni definiti, almeno in questo momento [per comprendere meglio questa difficoltà riportiamo una notizia dell’ultimora: Ibm ha deciso di integrare il supporto a OpenDocument nella propria suite di applicazioni per l’ufficio web-based Workplace ndr]; certo è che l’interscambio dei dati con le applicazioni software che supporteranno in modo nativo OpenDocument è uno dei vantaggi dichiarati più importanti di questa ennesima (e per ora ipotetica) rivoluzione del personal computing e, almeno teoricamente, dovrebbe garantire maggiori livelli di standardizzazione in termini di indipendenza dalla piattaforma informativa utilizzata.
La posizione di governi e vendor It
Per capire la potenziale pervasività del nuovo standard documentale ci si potrebbe riferire, con le dovute cautele del caso, a quanto ha dichiarato ufficialmente un executive della divisione Web technologies di Sun Microsystems, Tim Bray, che ha rimarcato come OpenDocument abbia tutti gli attributi per trasformare il mondo delle applicazioni a livello desktop tanto e più di quanto non abbia fatto il World Wide Web e soprattutto segnarne l’evoluzione futura, missione che non è riuscita, sempre secondo Bray, a uno standard de facto come Microsoft Office. Senza affrettare “pericolose” conclusioni, si può quindi lecitamente sottolineare come Microsoft non sia rimasta insensibile al richiamo di OpenDocument prendendo come prova le dichiarazioni rilasciate dal suo Cto Ray Ozzie, secondo cui l’azienda di Redmond valuterà il supporto al nuovo formato aperto “se vi saranno i numeri per farlo”. Numeri che potrebbero diventare presto importanti se per esempio gli orientamenti dei molti Paesi (fra cui anche l’Italia) confermeranno l’adozione diffusa dei formati aperti nella pubblica amministrazione, se verrà ascoltato il monito di chi invita Microsoft a supportare completamente Odf in Office o se, quasi paradossalmente, cresceranno altri progetti come quello della francese CleverAge, che ha sviluppato (c’è chi dice con il supporto della stessa Microsoft) un filtro di conversione per documenti di testo da OpenDocument a Word in ambienti operativi Windows Xp. Possibilità che porterebbero Xml al rango di standard (aperto) universalmente riconosciuto e adottato e il pieno interscambio dei dati fra applicazioni software di terze parti con i vari Word, Excel e PowerPoint. Volendo infine dare all’intero quadro descritto un’interpretazione disinteressata viene spontaneo chiedere lumi agli esperti di settore, che puntualmente si sono espressi con opinioni discordanti. La posizione di Gary Barnett, research director in Ovum, ci sembra quella più incisiva al riguardo e mette in evidenza come la nuova strategia di Microsoft vada difficilmente intesa come precisa volontà di aprire completamente (e non solo parzialmente) i formati nativi dei documenti Office; secondo l’analista, Open OfficeXml è una mossa tattica tendente a dare ai propri formati file proprietari l’etichetta di “standard aperti” e ha sottolineato in proposito come, nel caso il colosso di Redmond potesse mantenere il controllo esclusivo dei propri formati Xml, questo le darebbe la possibilità di modificare in qualsiasi momento e in modo arbitrario lo standard, lasciando quindi ai margini qualsiasi altro vendor che volesse implementarlo nelle proprie applicazioni.
A cavallo fra le prese di posizioni di Microsoft su OpenDocument Format e l’annuncio di Sun StarOffice 8 era arrivato anche l’annuncio della disponibilità della rinnovata versione della suite libera per ufficio nata nell’ottobre del 2000 con la donazione del codice sorgente di StarOffice alla comunità open source da parte di Sun. Cosa porta e quali, soprattutto, saranno gli impatti sul mercato di OpenOffice.org 2.0, già localizzato in oltre 40 lingue e disponibile da inizio novembre per il download anche in italiano (all’indirizzo Anche in questo caso le risposte sono tutt’altro che scontate e neppure il fatto di integrare nativamente lo standard Odf aiuta a sciogliere il dubbio. Certo è che nei suoi cinque anni di vita il progetto ha raccolto circa 100 milioni di utenti guadagnandosi una quota di mercato intorno al 10%, stando ai dati di Forrester, Idc e Soreon Research.
MICROSOFT OFFICE 12 VS SUN STAROFFICE 8
Per riassumere lungo due direttrici le intenzioni a medio termine di Microsoft sul fronte delle applicazioni desktop ci si può ricondurre a due personaggi: da una parte Bill Gates che teorizza la nuova era del “live software” con il quale le piccole imprese potranno condurre più facilmente e in modo produttivo le loro attività di business direttamente via Web e dall’altra Steven Sinofsky, Senior Vice President di Office, che conferma per la release 12 il supporto nativo (in aggiunta ai formati Html e Xml) per il salvataggio, la gestione e la distribuzione dei dati del formato Pdf, lo standard Portable Document Format che ha fatto la fortuna di Adobe Systems. Il più acerrimo rivale della casa di Redmond in questo campo, e ci riferiamo a Sun Microsystems, in autunno ha lanciato dopo mesi di gestazione StarOffice 8, la nuova versione del proprio pacchetto di applicazioni per ufficio che offrirà agli utenti piena compatibilità con i file di Microsoft Office. Il tutto esattamente 18 mesi dopo la tregua miliardaria siglata con Redmond per evitare nuove guerre sui brevetti e santificata poi da Scott McNealy e Steve Ballmer con l’avvio di una cooperazione tecnologica ad ampio respiro. Come intendere quindi il rilancio di Sun con il nuovo StarOffice, che promette all’utenza di importare ed esportare file di Office e una facilitata migrazione delle macro verso l’ambiente operativo di Sun? Al momento del lancio del nuovo pacchetto, alcuni executive di Sun hanno immediatamente puntualizzato come tale compatibilità sia di fatto la risposta dovuta ad alcuni grandi clienti della casa californiana e in ogni caso decisa prima dell’accordo di cui sopra e come la volontà dichiarata sia quella di rubare quote di mercato a Microsoft anche presso quelle aziende dove Office è già installato. StarOffice 8 è comunque la prima suite applicativa di Sun a utilizzare il formato OpenDocument per i file Xml, oltre a basarsi sullo stesso codice sorgente di OpenOffice.org (G.R.)