Rfid: idee e progetti per il patrimonio artistico…e non solo

Accanto ad interessanti esperienze in ambito ospedaliero, la pubblica amministrazione sta realizzando alcune particolari sperimentazioni della tecnologia Rfid nell’ambito, per esempio, della protezione del patrimonio artistico del nostro Paese

Pubblicato il 05 Lug 2006

Alla 17° edizione della Mostra Convegno dei Servizi ai Cittadini e alle Imprese (http://www.forumpa.it), esponenti della Pubblica Amministrazione, dell’Università e dell’Industria hanno discusso delle enormi potenzialità di sviluppo offerte dalla tecnologia Radio Frequency Identification (Rfid), considerandone gli aspetti applicativi e normativi. Già diffusa in ambito industriale e logistico, questa tecnologia può trovare vasta applicazione nei sistemi di pubblica utilità in svariate situazioni: dai biglietti elettronici nel trasporto pubblico locale, alla verifica degli accessi, all’identificazione degli animali, ai sistemi di pagamento “contactless” o, in una visione forse un po’ futuristica, guidare un non vedente, tramite un congegno inserito nel bastone in comunicazione con i tag posti nel terreno.
Valutare i reali vantaggi legati a Rfid è uno degli obiettivi del Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (Cnipa), che, nell’ambito del processo di modernizzazione della PA, intende dotare di strumenti avanzati gli uffici, i musei, gli ospedali, le mense. L’agenzia pubblica ha pertanto istituito appositi gruppi di studio (settembre 2005), stipulato accordi con il Centro per le Applicazioni della Televisione e delle Tecniche di Istruzione a Distanza (Cattid) dell’Università La Sapienza di Roma (8 marzo 2006) e con il Politecnico di Milano (18 aprile 2006). Alla strategica collaborazione interistituzionale partecipano anche Oracle ed Intel, impegnate a cofinanziare il laboratorio di ricerca del Cattid, che si propone come centro di riferimento nazionale.
In questo contesto, naturalmente, occorre tenere in considerazione aspetti tecnici e regolamentari condivisi a livello internazionale. L’International Organization for Standardization (ISO) ed EPCglobal sono gli organismi che emetteranno, probabilmente entro l’anno, le direttive sullo standard industriale e sull’uso armonizzato delle etichette Rfid. Così il Garante della privacy (http://www.garanteprivacy.it), analizzando i rischi legati all’identificazione e all’autenticazione automatica dei cittadini, ha indicato una serie di provvedimenti da rispettare affinché queste nuove tecnologie non risultassero invasive. A preoccupare il Garante è principalmente la possibilità che persone non autorizzate possano leggere le informazioni racchiuse nella “parte intelligente” dei millimetrici tag o addirittura possano riscriverne di nuove.
Ancora poche le best practice rispetto ai presunti spazi di sviluppo, ma significativi gli esempi finora realizzati.
A Vicenza, l’Unità Socio Sanitaria n.6, che gestisce 900 posti letto e serve un bacino di 300.000 abitanti, aderisce insieme ad altre dieci unità sanitarie a un progetto regionale per gestire automaticamente la prescrizione dei farmaci. Con i partner tecnologici, Accenture e CREIVen, i reparti pilota dell’Ospedale sono stati cablati e dotati di supporti intelligenti, come i tablet PC in rete wireless, così da risalire immediatamente a tutti i dati del paziente (referti medici, lastre, ecc.). Il sistema Rfid, in particolare, è stato implementato nei delicati procedimenti di identificazione del paziente, con evidenti vantaggi sulla funzionalità e sulla correttezza dell’intero processo. Un’analoga iniziativa è stata portata a termine con esito positivo anche dall’Unità Operativa Patologica Neonatale Terapia intensiva, presso l’Ospedale Buzzi di Milano, che gestisce 600 posti letto e 2.000 dipendenti. L’introduzione dei braccialetti, provvisti di tag Rfid, consente di associare madre e neonato senza incertezze, fornendo inoltre una serie di utili informazioni.
Leggermente indietro rispetto al mondo sanitario per il numero di progetti concretizzati si trova il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ma lo scenario delle potenzialità aperte dai dispositivi Rfid, nel campo del turismo e della sicurezza, è chiaro e piuttosto ampio.
Gli attuali sistemi WI-FI, GPS e UMTS, installati presso le vaste aree archeologiche e le strutture museali del territorio nazionale, saranno tra non molto tempo integrati con le nuove applicazioni derivate da Rfid. Una particolare attenzione, ad esempio, è posta sulle procedure di evacuazione: in caso di necessità i moderni apparati consentirebbero di conoscere in tempo reale il numero dei visitatori presenti nel luogo. C’è interesse anche verso la raccolta dei dati statistici, utili al settore marketing sia per la proposta di nuove offerte sia per individuare con esattezza le aree di investimento didattico. Da una card personalizzata Rfid, infatti, si potrebbero ricevere preziose informazioni concernenti le preferenze o i tempi di sosta. Un altro importante utilizzo riguarda l’allestimento di una “guida multimediale interattiva” per focalizzare quei particolari da non trascurare. Il servizio evoluto sarebbe erogabile tramite programmi software di sintesi vocale su adeguati device (come il palmare PDA), connessi ai tag Rfid, opportunamente collocati su oggetti o monumenti.
Nel piano delle importanti iniziative intraprese dal Ministero, è presente anche il progetto Cuspis (Cultural Heritage Space Identification System), il cui scopo è di integrare la tecnologia Rfid con gli altri sistemi di informazione, come il rilevamento satellitare europeo Galileo, adatto alla tracciabilità geografica dei reperti mobili. I beni culturali sarebbero così costantemente difesi da un monitoraggio effettuato con una rete di sensori, che garantirebbero il controllo degli spostamenti. Nella stima dei costi-benefici, con la diminuzione del rischio di sottrazione indebita del reperto, il Ministero ha quantificato un immediato ritorno economico nell’importo del premio assicurativo.

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