“Non esiste una soluzione It capace da sola di garantire alle aziende l’adeguamento ai principi contabili: sono infatti la gestione dei propri sistemi di controllo e le azioni di revisione che garantiscono la conformità”. Con questa considerazione Antonello Trusso, managing director di Scala (www. scala.net), si pone in modo critico verso quei fornitori che dichiarano la conformità dei propri prodotti ai nuovi principi contabili internazionali che diventeranno obbligatori nei prossimi mesi, salvo poi indicare quale aiuto concreto l’It possa offrire alle imprese.
Ricordiamo che, ai fini di ridurre le frodi e i conflitti di interesse ed aumentare la trasparenza finanziaria e la fiducia degli investitori, dal primo gennaio 2005, le imprese quotate in uno dei mercati dell’Unione Europea dovranno presentare i propri bilanci consolidati applicando i princìpi contabili dell’Iasb (International Accounting Standards Board). Mentre già da novembre, in osservanza del cosiddetto Sarbanes-Oxley Act, le aziende quotate nel mercato Usa si dovranno dotare di un sistema di controllo interno della cui affidabilità il management si assuma la responsabilità diretta.
A livello europeo all’obbligo sono interessate le circa settemila imprese quotate, ma, secondo Trusso, anche le società non quotate potrebbero scegliere di adeguarsi ai princìpi internazionali per offrire maggiori garanzie non solo agli azionisti, ma, come osserva Trusso: “Principalmente ai clienti, ai fornitori e ai dipendenti, che sapranno scegliere le aziende migliori e più trasparenti”.
Le nuove normative internazionali non danno indicazioni dirette sull’It, ma si riferiscono a processi e controlli che gran parte delle imprese realizza impiegando sistemi software. Per questo, secondo Trusso, l’uso di un Erp collaborativo e basato su principi di controllo universalmente riconosciuti, quale è Scala, può aiutare le aziende a presentarsi sul mercato con una sorta di ‘bollino blu’ a garanzia della loro qualità gestionale, dato che la conformità ai princìpi contabili riconosciuti presuppone integrazione dei dati, velocità e attendibilità dei report finanziari, visibilità sull’intera catena del valore.
Vanno invece nella direzione opposta la permanenza di applicativi stand alone non integrati nel sistema gestionale, report provenienti da database differenti, l’uso di più fogli elettronici, che non garantiscono la consistenza del dato e possono portare a differenti interpretazioni della realtà.
Scala punta insomma al diffuso interesse per la trasparenza contabile che la scadenza del 2005 sta suscitando anche in Italia nelle imprese di medie dimensioni (sino a 150 utenti), ma con filiali estere o vocazione multinazionale. Due referenze ben esemplificano questo target: Missioni don Bosco, organizzazione che coniuga l’esigenza della trasparenza con la presenza internazionale; e Pirelli, che ha adottato Scala per la propria sede commerciale di Mosca.
La sfida lanciata da Scala non è facile; ma l’azienda svedese conta di aumentare la sua presenza sul mercato italiano degli Erp (oggi solo dell’1%), senza impegnarsi in uno scontro diretto con i grandi vendor ma cercando di cogliere soprattutto le opportunità nelle aree da questi meno presidiate.
Antonello Trusso
managing director di Scala