L’accessibilità è un principio semplice con risvolti implementativi complessi, soprattutto se si tratta di applicazioni informatiche. L’accessibilità ha a che vedere con l’interfaccia utente che, in un’applicazione informatica accessibile, deve essere fruibile da chiunque, anche da parte di soggetti disabili. È ormai sotto gli occhi di tutti l’importanza di uno strumento come la Rete nella vita professionale e in quella privata: man mano che il servizio pubblico si renderà fruibile online, l’accesso alla rete diventerà sempre più una necessità e, sempre di più, vi sarà il rischio che un’ampia fetta di popolazione venga emarginata (solo nella Comunità Europea, secondo il Forum Europeo della Disabilità, si tratta di almeno 50 milioni di persone).
Standard e Leggi
Il tema dell’accessibilità nei siti Internet è stato esplorato nel tempo da varie istituzioni e, ad oggi, lo standard de facto mondiale sono le linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) redatte dalla WAI (Web Accessibility Initiative), sezione del W3C (World Wide Web Consortium). In Italia, dal 2005, tutte le nuove realizzazioni e modifiche di siti web della Pubblica Amministrazione devono tenere conto della “Legge Stanca”, che stabilisce una serie di requisiti tecnici da rispettare. Come esplicitato nella legge, oltre alla Pubblica Amministrazione, devono sottostare ai criteri tecnici fissati anche gli enti pubblici economici, le aziende private concessionarie di servizi pubblici, gli enti di assistenza e di riabilitazioni pubblici, le aziende di trasporto e di telecomunicazione a prevalente partecipazione di capitale pubblico, le aziende municipalizzate regionali e le aziende appaltatrici informatiche. Alla stessa stregua, gli altri Paesi a noi vicini e la Comunità Europea stessa si sono espressi sul tema con normative e regolamenti che disciplinano la creazione dei nuovi siti secondo criteri di accessibilità. In Europa la Carta di Riga si proponeva di rendere tutti i siti pubblici accessibili entro il 2008 ma, ad oggi, solo il 5% dei siti pubblici europei dichiara l’accessibilità. Questi dati rivelano che, sebbene il problema sia noto, l’introduzione di leggi e standard non basta a risolverlo.
Accessibilità: caratteristiche base
Progettisti di siti e fornitori di contenuti digitali spesso ignorano che, rispettando una serie di regole tecniche, è possibile pubblicare siti non penalizzanti nella navigazione per ampie categorie di utenti.
In sintesi il sito deve:
– utilizzare codice valido secondo grammatiche standard e internazionali;
– fornire testo in alternativa a ogni contenuto di tipo multimediale;
– utilizzare testi chiari, fluenti e facilmente comprensibili;
– utilizzare riferimenti ipertestuali espliciti e autoesplicativi;
– essere coerente e lineare nei contenuti e nell’interfaccia grafica;
– avere contenuti che durano nel tempo, ovvero non pensati solo per i software attuali.
Queste sono le caratteristiche principali che contribuiscono a rendere un sito accessibile; da queste caratteristiche nasce una serie di regole riportate nei vari standard e anche nella legge di cui sopra. Si tratta di regole che andranno continuamente raffinate sulla base dei risultati ottenuti e dei cambiamenti fisiologici dei sistemi di navigazione in rete. Già da adesso è comunque importante che i progettisti dei siti comprendano che una fetta ampia della popolazione è marginalizzata. Gli ipovedenti e i non vedenti, per esempio, faticano a consultare alcune pagine web con i browser; così come i daltonici, gli ipovedenti necessitano di fogli di stile propri. I non udenti devono avere didascalie che integrino i contenuti audio e così via. Si aggiunge poi la categoria degli anziani (in aumento dato il progressivo invecchiamento della popolazione) che trova difficoltà nel consultare siti complessi o incoerenti nella navigazione. Raggiungere un buon grado di accessibilità è dunque un dovere sociale ma è anche un modo per raggiungere un numero di utenti molto più ampio.
Cms accessibile e che abilita l'accessibilità
È sempre più diffuso l’utilizzo di Cms (Content Management System) per la redazione di siti Internet; si tratta di strumenti di varia complessità, in grado di assistere chi aggiorna i contenuti delle pagine. Se esiste l’esigenza o la volontà di progettare e mantenere nel tempo siti accessibili, la scelta del Cms può fare la differenza, anche se non risolve completamente il problema.
Teoricamente un Cms accessibile dovrebbe produrre siti accessibili ed essere anch’esso accessibile. In pratica è necessario trovare il giusto compromesso fra conformità agli standard e utilizzabilità dello strumento. Spesso infatti i redattori di siti non sono esperti di informatica o di web e per questo devono avere un strumento flessibile, che permetta loro di concentrarsi sui contenuti. Per contro, l’accessibilità disciplina proprio come deve essere un contenuto e coinvolge aspetti difficilmente schematizzabili a priori.
Per questo il Cms può essere uno strumento di supporto, che aiuta a gestire i contenuti in conformità con standard e leggi, segnalando le scelte non accessibili per limitare errori e non conformità. Al contrario è utopistico pensare a un Cms che, a partire da contenuti non accessibili, generi un sito accessibile in quanto le implicazioni da controllare lo renderebbero a tutti gli effetti uno strumento inutilizzabile o eccessivamente costoso. Ancor più complicato è produrre un Cms che sia esso stesso accessibile ovvero che, nelle funzionalità di Authoring e di Content Management, rispetti i criteri di accessibilità. Detto questo, la scelta di un Cms per la produzione di siti accessibili non si discosta molto dalla scelta di un Cms classico. Anzi, possiamo dire che il tema dell’accessibilità è solo un aspetto fra quelli che devono essere verificati.
Il Cms è uno strumento di supporto alla creazione e modifica delle pagine web di un sito, che permette di aggiornare online i contenuti. Il redattore interviene direttamente sulle pagine e tramite autorizzazione esplicita le pubblica, rendendole immediatamente visibili. Creazione, modifica, gestione della navigazione sono funzionalità base che ogni Cms di qualità deve avere. Ma si tratta solo degli aspetti necessari, così come un buon editor di contenuti, che permetta di inserire sezioni e link, di cambiare la dimensione e la fonte dei caratteri, gestire immagini, ecc. Devono essere poi previste tutte quelle funzionalità integrative opportune a creare siti di alto livello: gestione delle newsletter, gestione di forum, gestione utenti e ruoli per multi redazione, gestione multilingue, ecc. Questi i parametri che caratterizzano un Cms di qualità, ma classico; un Cms accessibile, nell’espletamento di ogni funzionalità che ha a che vedere con i contenuti, applicherà dei controlli ad ogni contenuto generato e segnalerà al redattore le eventuali non conformità.
Un Esempio
Un sito accessibile può assumere forme molto differenti ma non è detto che debba essere brutto o banale. In Italia i siti possono dirsi accessibili se rispettano i requisiti imposti dal Decreto Ministeriale dell’8 luglio 2005 “Requisiti tecnici e i diversi livelli di accessibilità agli strumenti informatici” (vedi sito www.pubbliaccesso.gov.it). Si tratta di 22 requisiti tecnici, contenuti nell’allegato A “Verifica tecnica e requisiti tecnici di accessibilità delle applicazioni basate su tecnologie internet”.
Nella realizzazione del proprio sito istituzionale, Unioncamere Lombardia, in qualità di Associazione delle 12 Camere di Commercio della Lombardia, ha deciso di realizzare le proprie pagine accessibili tramite uno strumento Cms. La realizzazione ha seguito il normale iter di produzione di un sito classico, ma l’assistenza del Cms ha permesso di ridurre al minimo le non conformità e di verificare velocemente la soddisfazione dei 22 requisiti, prima della pubblicazione. Il sito è visibile al seguente link: www.unioncamerelombardia.it
Creare siti accessibili, sebbene in alcuni casi sia un obbligo, è soprattutto una scelta sociale che, grazie a strumenti di supporto come i Cms, è più facile realizzare. La scelta dello strumento più adatto per progettare e mantenere un sito accessibile non si basa su specifici criteri, ma passa per i normali criteri di selezione di un Cms; ai quali andrà aggiunta una verifica di quali controlli di conformità il sistema è in grado di fare. Resta comunque inteso che, per quanto sofisticato, il Cms può controllare solo una parte delle conformità: quelle legate alle regole schematizzabili a priori. L’ultima parola, come sempre, è lasciata all’essere umano, in questo caso il redattore.
*Mauro Beneduci è Amministratore Delegato di Sdg Italy – www.sdgitaly.it