Smart Manufacturing, tecnologie e benefici della digital supply chain

Performance superiori, produttività, reddittività e competitività maggiori, capacità di servire meglio il cliente e di ‘prevedere’ il mercato. Sono i risultati che ottengono le aziende che investono in tecnologie innovative per lo smart manufacturing. The Boston Consulting Group analizza i leader della digital supply chain e sintetizza i punti fermi.

Pubblicato il 10 Ott 2016

Per anni le aziende hanno sfruttato le tecnologie digitali nell’ambito della supply chain per migliorare il livello e la qualità dei servizi offerti e ridurre i costi. L’incapacità di riuscire a connettere e integrare sistemi eterogenei, fornire una visibilità end-to-end lungo tutta la catena, gestire le massive moli di dati generate, ha però inciso molto sui risultati raggiunti e ha impedito alle aziende di beneficare delle reali potenzialità di una digital supply chain. Oggi, grazie ad una più ampia disponibilità e ad una maggiore diffusione delle tecnologie, comprese le soluzioni cloud ed i sofisticati sistemi di analytics, le aziende stanno ‘riscoprendo’ interessanti ritorni di investimento in progetti di Smart Manufacturing, in particolare proprio nel segmento della gestione della supply chain.

Di questo servizio fa parte anche il seguente articolo:
HOW TO – Digital Supply Chain Management: da dove partire per essere smart

Uno studio recente realizzato da The Boston Consulting Group (Bcg) rivela che le aziende più innovative, quelle ‘leader’, sul fronte del digital supply chain management stanno vedendo la loro produttività in crescita di almeno 10 punti percentuali e hanno acquisito una più efficace capacità di risposta alla domanda di mercato (con tempi di risposta e reattività migliorati del 25%), oltre ad aver ridotto, con una media del 30%, il capitale circolante. Si tratta di indagini condotte su aziende americane, prevalentemente basate negli Stati Uniti e di dimensioni molto grandi, per cui difficilmente paragonabili a quelle europee, ancor meno a quelle italiane, ma, al di là dei singoli risultati numerici, ciò che sicuramente appaiono interessanti da rilevare sono i margini operativi più elevati (con numeri percentuali che vanno dal 40 al 110%) ed i più bassi livelli di ‘cash conversion cycle’ [ossia i giorni che un’azienda impiega per convertire le proprie risorse – beni, prodotti o servizi – in denaro – ndr], ridotti tra il 17 ed il 64% per la maggior parte delle aziende ‘leader’.

Smart Manufacturing, come raggiungere la leadership

Figura 1: Mappa delle principali aree di attività nella gestione della supply chain con le relative tecnologie digitali di supporto

(fonte: The Boston Consulting Group)

Sulla base di differenti studi, Bcg ha stilato una sorta di ‘vademecum’ lavorando al fianco di una dozzina di aziende ‘leader’, quelle che hanno da tempo intrapreso un percorso di Smart Manufacturing incentrato sulla digital supply chain ed ottenuto quei risultati di cui si è accennato sopra.

  1. Correggere i performance gap. Alcune aziende leader hanno optato per nuove tecnologie digitali anche a supporto di attività apparentemente semplici che tuttavia risultano meglio governante rispetto al passato; ne sono un esempio i Big data analytic applicati al provisioning o alla gestione del magazzino (attività tipicamente gestite ancora oggi attraverso i moduli di un tradizionale Erp) che non solo consentono di ottimizzare l’allocazione delle risorse ma anche di organizzare al meglio il lavoro prevedendo la domanda di mercato. Una catena di fornitura globale genera oggi miriadi di dati che diventano impossibili da monitorare per l’uomo; le aziende più competitive hanno optato per sistemi cognitivi di machine learning ed intelligenza artificiale per aumentare ulteriormente le proprie performance (per esempio attraverso sistemi digitali per la gestione dei processi order-to-cash che sfruttano sofisticati algoritmi adattivi per svolgere fino al 95% delle transazioni, lasciando quindi solo il 5% in capo ai sistemi più tradizionali).
  2. Innovare i processi di business. Le tecnologie più moderne stanno aiutando moltissime aziende a ‘cambiare passo’ ottenendo risultati superiori in termini di performance, reddittività e produttività. L’esempio più comune alle aziende monitorate da Bcg riguarda l’utilizzo di sistemi automatizzati (dal tracciamento dei processi fino alla loro totale attuazione e gestione con l’IoT ed i robot) eliminando i processi manuali. Le aziende più ‘illuminate’ hanno addirittura sviluppato una sorta di ‘torre di controllo’ (una piattaforma tecnologica che integra sistemi di Scm ed Erp con più sofisticate soluzioni di analisi in real-time) attraverso la quale non solo riescono a meglio governare i processi interni (ottimizzando le scorte, migliorando il provisioning, prevedendo i picchi di domanda, ecc.) ma riescono anche ad offrire un migliore servizio alla clientela (prevedendo con più accuratezza i tempi di consegna fino ad arrivare addirittura alla manutenzione preventiva).
  3. ‘Scardinare’ la supply chain. Le aziende leader utilizzano tecnologie innovative (nella figura 1 l’ecosistema tecnologico prospettato da Bcg attorno al quale dovrebbe modellarsi la digital supply chain) per riprogettare i modelli operativi e ridefinire i propri approcci di go-to-market generando una crescita significativa dei ricavi e dei margini. Un esempio su tutti: una delle imprese monitorate è riuscita ad eliminare alcuni canali di distribuzione riuscendo, mediante le opportune tecnologie, a sviluppare funzionalità interne direct-to-customer con conseguente risparmio sui costi di distribuzione ed aumentando i margini (che prima ovviamente andavano anche ai distributori). Oggi, si legge nell’analisi di Bcg, è possibile accedere a sistemi di robotica avanzata ad un decimo del costo rispetto ad un decennio fa… molte aziende ne hanno compreso le potenzialità anche per abilitare una supply chain su piccola scala.

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