Se le tecnologie sono ormai mature per procedere alla virtualizzazione anche a livello di applicazioni mission-critical, come si può procedere concretamente?
“La fase di standardizzazione di sistemi, architetture e infrastrutture è il punto di partenza obbligato, poi viene la virtualizzazione nelle sue varie forme – osserva Bruno Melandri, practice manager Emea di Emc, – senza dimenticare, in un’ottica di evoluzione verso il cloud, la necessità di una strategia di formazione che crei figure capaci di progettare, più che di configurare e gestire le operation”. Per Matteo Losi, direttore prevendita e business development di Sap Italia, in poche parole si tratta di “fissare delle regole e standardizzare tutto, e poi commoditizzare tutto ciò che è possibile”, mentre Matteo Marini, senior systems engineer di VMware Italia, aggiunge: “Il percorso ormai è abbastanza standard, quel che si può fare è accelerare le varie fasi: standardizzazione, commoditizzazione e analisi delle applicazioni per capire cosa è adatto a diventare SaaS: ogni fase però richiede un’analisi specifica per ogni azienda, non esiste una ricetta cloud che vada bene per tutti”.
Un concetto, quest’ultimo, che riprende anche Stefano Mainetti del Politecnico di Milano: “La valutazione per definire la roadmap dev’essere di taglio strategico, e tener conto delle condizioni al contorno: strategia di business, modello di gestione, situazione competitiva, modello di gestione dell’It, rapporto con le linee di business, situazione delle infrastrutture e del parco applicativo. E poi va definito solo il primo passo, perché quando sarà concluso le tecnologie saranno già profondamente cambiate”.
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