Con il fine supporto a Windows 7 previsto per gennaio 2020, il passaggio all’ultima versione del sistema operativo Microsoft è sempre più urgente. Ma come assicurare una migrazione facile, sicura e senza intoppi? Questa guida a Windows 10 sintetizza i consigli metodologici e tecnici di alcuni esperti internazionali, consulenti It o Chief Technology Officer.
1. Verificare la compatibilità applicativa
La prima regola per passare correttamente a Windows 10 è la verifica della compatibilità delle applicazioni con il nuovo sistema operativo. Serve una lista dettagliata di tutti i software utilizzati in azienda, anche a scopo di una razionalizzazione del parco applicativo pre-migrazione. Bisogna verificare che tutti i programmi siano funzionanti, impiegati correntemente e non ridondanti (spesso esistono in azienda diversi tool che svolgono analoghe funzioni), intervenendo per risolvere eventuali bachi o eliminare software inutile.
Le applicazioni a 16-bit non sono supportate dall’architettura a 64-bit di Windows 10. Se non è possibile effettuare immediatamente la revisione applicativa, una scorciatoia temporanea potrebbe essere l’installazione dei programmi legacy all’interno di container e da qui la distribuzione sicura agli utenti finali. Si garantisce così il funzionamento delle vecchie applicazioni sui nuovi sistemi operativi.
2. Pianificare la migrazione a Windows 10
Con una visione più chiara del parco applicativo in essere, bisogna quindi procedere alla pianificazione dettagliata del progetto di migrazione a Windows 10.
Innanzitutto, è necessario formare una squadra di tecnici e utenti finali che collaborino per garantire l’installazione del nuovo sistema operativo in modo sistemico. Occorre quindi coinvolgere i leader e gli stakeholder di ciascun dipartimento, perché supportino la buona riuscita del progetto.
Procedere con l’implementazione di progetti pilota è sicuramente una buona prassi, come l’acquisto preliminare di tutti gli strumenti tecnologici necessari a facilitare la migrazione (ad esempio, tool per la verifica della compatibilità applicativa o l’automazione della delivery oppure i driver aggiornati delle periferiche in uso).
Si presegue quindi con la definizione di una roadmap di implementazione, che contempli tempistiche, suddivisione dei task, risorse coinvolte e così via.
Poiché il passaggio a Windows 10 ha un forte impatto sull’operatività quotidiana, non bisogna trascurare gli aspetti di change management, con una corretta strategia a supporto e formazione degli utenti.
3. Progettare e finalizzare l’installazione
Nella fase di progettazione e finalizzazione del deployment entrano in gioco le considerazioni più tecniche. Innanzitutto bisogna verificare che tutte le macchine interessate dal progetto abbiano i requisiti minimi per supportare Windows 10 (ad esempio, 1GB di Ram e 16GB di spazio su disco per le installazioni a 32-bit oppure 2GB di RAM e 20GB di spazio per installazioni a 64-bit). Alcune caratteristiche hardware (ad esempio, la presenza di dischi Ssd o di una fotocamera a infrarossi) seppure non vincolanti, sono necessarie per abilitare alcune funzionalità tipiche di Windows 10, come l’accesso tramite credenziali biometriche.
Per ogni dispositivo bisogna scegliere la metodologia di migrazione ottimale: l’approccio place-in, che permette di installare il nuovo sistema operativo preservando file, impostazioni e applicazioni esistenti; il metodo wipe-and-load, che consente di effettuare il refresh del computer e di re-installare il sistema operativo da zero, caricando poi i dati e i programmi dell’utente (precedentemente esportati); la sostituzione completa della macchina qualora l’aggiornamento risultasse troppo complesso e inefficace.
Una volta passati all’ultimo sistema operativo, bisogna procedere alla definizione di un metodo efficace e automatizzato per la distribuzione degli aggiornamenti, sfruttando i nuovi tool e metodi as-a-service messi a disposizione da Microsoft.