Managed Services, quali servizi favoriscono l’It innovation

È sempre più pressante la ricerca da parte delle imprese di soluzioni finalizzate a garantire agilità e flessibilità alle infrastrutture: i managed services, anche, ma non solo, in abbinamento a modelli cloud, rappresentano per sempre più realtà la risposta a questa sfida e il mezzo attraverso cui liberare risorse It da impegnare su progetti innovativi in grado di supportare e alimentare il business aziendale. Se ne è parlato durante il webinar organizzato da ZeroUno “Managed Services per infrastrutture It flessibili”.

Pubblicato il 16 Mag 2016

“Mentre l’It si sforzava di avvicinarsi al business diventando più flessibile, si è assistito, soprattutto nell’ultimo decennio, al crescere nelle aziende di due difficoltà: quella di dover dedicare molte risorse sia umane sia economiche al mantenimento dell’infrastruttura esistente e parallelamente quella di riuscire a concentrare l’It su progetti più innovativi in grado di contribuire alla competitività aziendale”: così Nicoletta Boldrini, Giornalista di ZeroUno, ha introdotto il webinar “Managed services per infrastrutture It flessibili”, organizzato da ZeroUno in collaborazione con Dedagroup; proprio i servizi gestiti, attraverso i quali si delega a partner specializzati parte del governo delle infrastrutture aziendali per non doversi più occupare internamente di operazioni quali il mantenimento o l’aggiornamento delle stesse, possono infatti rappresentare, come alternativa o in abbinamento al cloud, una risposta immediata a questa sfida.

Dalla gestione del budget alla scalabilità

Gli interventi degli ospiti all’evento, Enrico Tasquier, Responsabile Servizi Gestiti di Dedagroup, Luca Padovano, Responsabile Sistemi Informativi di Cmb Carpi e Fabrizio Amarilli, Project manager presso Fondazione Politecnico di Milano, hanno messo in luce le leve che stanno spingendo le imprese verso i modelli descritti; a dare concretezza a queste riflessioni, il racconto dei percorsi evolutivi della stessa Cmb (cooperativa edile) e di Arneg (progettazione, produzione e installazione di attrezzature per il retail), clienti Dedagroup, realtà che hanno trovato nei managed services la chiave per migliorare la gestione delle proprie infrastrutture, sia mantenendole on premise sia sfruttando il cloud del partner tecnologico, e per avviare un percorso di sempre maggiore flessibilizzazione delle stesse.

Da sinistra: Fabrizio Amarilli, Project manager presso Fondazione Politecnico di Milano; Nicoletta Boldrini, Giornalista ZeroUno; Enrico Tasquier, Responsabile Servizi Gestiti di Dedagroup e Luca Padovano, Responsabile Sistemi Informativi di Cmb Carpi

Oltre al già accennato recupero di figure It da dedicare allo sviluppo di soluzioni innovative utili in chiave business, si sono ricordati i vantaggi in termini di:

1) gestione dei budget: “La definizione dei costi legati al servizio è chiara e precisa, e rende semplice quindi prevedere le spese quando si decide di scalare verso l’alto o verso il basso”, ha detto Padovano in riferimento ai sistemi di back up che Cmb gestisce attraverso i servizi Dedagroup;

2) reattività: come ha spiegato lo stesso Padovano il modello dei managed services consente, sfruttando le capacità che solo un partner Ict specializzato può avere, di affrontare progetti che necessitano la rapida creazione da zero di infrastrutture importanti e magari destinate ad avere una breve vita, quali, per esempio, quelle necessarie alla gestione di un cantiere: affrontare autonomamente una simile impresa per una azienda risulterebbe oneroso e dispersivo; come ha chiarito Tasquier: “In certi casi i servizi gestiti non sono una scelta ma una necessità”;

3) agilità e scalabilità: “I nuovi modelli e le nuove tecnologie – ha detto Amarilli – sono sufficientemente granulari e flessibili da consentire alle aziende di impostare percorsi graduali e di adottare un approccio ‘Trial and error’”.

Infine, hanno ricordato gli ospiti, affidarsi ai managed services può rappresentare la strategia adatta per la gestione di complesse infrastrutture di cloud ibrido che, se è vero che rendono più agili alcuni processi It, richiedono di contro sforzi consistenti sul fronte della cura dei rapporti con il cloud provider e della gestione della contrattualistica, aspetti per cui può essere prezioso l’aiuto di un partner.

Il rapporto con il partner e il timore del vendor lock-in

Tra i maggiori freni all’adozione dei servizi gestiti (ma anche dello stesso cloud) c’è oggi il timore del vendor lock-in. Secondo Padovano, la soluzione al problema è certamente delegare la gestione delle tecnologie e delle operation per ottenere la flessibilità di cui si è parlato, ma “costruire una governance che tenga tutto il valore [gli elementi strategici chiave per il business, sul piano sia delle soluzioni che delle competenze – ndr] internamente e che possa quindi affrontare anche una forte crisi quale quella del cambiamento del partner tecnologico”. “Le figure It devono evolvere ma conservando la conoscenza che permette loro, per esempio, di valutare i fornitori” dice sulla stessa linea Amarilli, sottolineando l’importanza che ha per le aziende mantenere internamente gli skill che consentono la governance tecnica e strategica dei processi. Infine, sempre sul tema vendor lock-in, Tasquier aggiunge: “Nei nostri contratti inseriamo delle clausole che tutelano il cliente, dove il fornitore si impegna, in caso di chiusura del rapporto di collaborazione, a fornire la documentazione, il tempo e la competenza necessarie per affrontare la transizione”.

Il tema delle competenze e del calcolo del rischio

Le dimensioni di complessità aziendale

Fonte: School of Management del Politecnico di Milano

“È necessario un percorso di cambiamento forte del personale – dice Padovano – Meno competenze tecniche, di progettazione, network administration, più skill legati alla governance del servizio”; proprio la capacità di monitorare i servizi e gestire i rapporti con il partner, diventano fondamentali: “Le risorse It devono sviluppare competenze commerciali e legali, devono acquisire capacità relazionali per rapportarsi coi partner e comprendere la strategia complessiva entro cui si collocano i servizi”, prosegue l’It manager di Cmb, che quindi aggiunge tra gli skill anche quelli relativi alla gestione contrattuale e alla definizione degli Sla.
Per apprezzare il valore aggiunto dei managed services è tuttavia necessario uscire da una logica di mero calcolo dei costi: secondo gli ospiti, si approcciano questi modelli soprattutto non per questioni di risparmio ma per riflessioni legate ai rischi che l’impresa assorbe nel non fare riflessioni anticipate rispetto all’adozione di questi modelli; al “costo del servizio” si sostituisce così il tema del “costo del rischio”, concetto su cui, tra le altre cose, deve basarsi ogni dialogo col Cfo finalizzato allo sblocco degli investimenti necessari.


Dedagroup: System Managed Services per modelli infrastrutturali più flessibili

Per supportare i clienti nella gestione delle infrastrutture, Dedagroup (realtà che combina la propria identità di software house a competenze di system integration e digital design) propone i System Managed Services (Sms): “Servizi – ha spiegato Enrico Tasquier, Responsabile Servizi Gestiti di Dedagroup durante il webinar di ZeroUno “Managed services per infrastrutture It flessibili” – indirizzati sia a clienti che hanno infrastrutture on premise oppure in cloud nei nostri datacenter, sia ad aziende che si appoggiano ad altri datacenter”; come specifica Tasquier, gli Sms Dedagroup sono infatti studiati per la presa in carico, attraverso un’assistenza globale al cliente, di qualsiasi tipo di infrastruttura o architettura applicativa, più o meno complessa, e rappresentano uno strumento prezioso per ogni realtà – dalla piccola alla grande azienda – che voglia intraprendere un percorso evolutivo verso i modelli infrastrutturali più flessibili che il business oggi richiede e che trovano concretezza, in molti casi, in soluzioni di hybrid cloud.

Tra i servizi offerti dagli Sms: soluzioni di monitoraggio (il cliente ha a disposizione cruscotti che gli permettono di controllare le performance delle tecnologie); costante upgrade delle infrastrutture (è di Dedagroup la responsabilità di aggiornare e fare evolvere in base alle necessità i sistemi); Service desk sempre a disposizione del cliente per informazioni e supporto agli incident; copertura Sla dei servizi sistemistici in modalità 10×5 o 24×7.

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