Micro Focus: ancora Cobol ma più “moderno”

È “modernization” la parola d’ordine della società specializzata in enterprise application management che sta orientando la propria offerta verso soluzioni di rinnovamento delle piattaforme software. Per non essere più solo "l’azienda del Cobol”. E lo fa con una strategia che passa attraverso acquisizioni importanti

Pubblicato il 09 Dic 2008

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MILANO – Prosegue a gonfie vele il cammino di rinnovamento che Micro Focus ha da qualche anno avviato a livello globale. Questo in sintesi il messaggio lanciato durante una recente conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati finanziari e il posizionamento della società che vuole passare da fornitore “tecnico” (l’azienda è sempre stata riconosciuta come “quella del Cobol”, ndr) a fornitore di soluzioni. E le soluzioni sono quelle di Eam, enterprise application management, dove la “m”, per Micro Focus, significa soprattutto “modernization”.
“Quello cui abbiamo assistito negli ultimi dieci anni, grazie soprattutto ad una economia globale abbastanza stabile e proficua, e cioè ai grandi investimenti, alla crescita delle aziende, alle importanti scelte tecnologiche, oggi è solo un ricordo”, dice Stephen Kelly, Ceo di Micro Focus, nell’introdurre la nuova visione dell’azienda. “Oggi le aziende non possono più permettersi di fare scelte di investimento come in passato, soprattutto in un momento di economia instabile come questo. Il trend futuro è quindi orientato verso consolidamento e razionalizzazione. Un consolidamento totale, a 360 gradi, anche a livello applicativo. Ed è qui che noi andiamo a collocarci”.
In dettaglio, significa poter offrire al mercato soluzioni di consolidamento delle applicazioni per garantire piattaforme più efficienti, basate, ad esempio, sul web e sui servizi. E per fare ciò Micro Focus è partita, prima di tutto, da un rinnovamento interno. “Abbiamo modernizzato l’area dello sviluppo, mantenendo le applicazioni basate sul linguaggio Cobol (che comunque resta il cuore dei mainframe) ma sviluppando nuove interfacce (basate, per esempio, su Java)”, dice Pierdomenico Iannarelli, country manager di Micro Focus Italia (nella foto). “L’idea è quella di far evolvere le aziende verso ambienti mainframe più attuali senza dover tuttavia fare scelte tecnologiche drastiche e, soprattutto, riutilizzando l’esistente”. E non è un semplice slogan, dato che la strategia dell’azienda è proprio finalizzata ad offrire soluzioni che consentano di riutilizzare le “vecchie” applicazioni mainframe basate su Cobol, via web in ambienti Linux, Unix, Microsoft, ecc.
Strategia che negli ultimi anni ha dato buoni risultati anche, e soprattutto, grazie alle acquisizioni realizzate: Acucorp, per l’area dello sviluppo applicativo, che ha consentito di raggiungere la fascia delle medie imprese; Hal Knowledge Solutions, per l’area dell’application portfolio management; NetManage, per l’area della migration&modernization che consentirà di rendere disponibili le applicazioni mainframe via web.
Per supportare la validità di una strategia che incontra una reale domanda di mercato, diamo una panoramica dei risultati finanziari globali dell’azienda: aumento di fatturato complessivo del 33%, passando dai 171,6 milioni di dollari del 2007 ai 228,2 del 2008. Segno positivo anche per il dividendo totale (+30%) e per il guadagno per singola azione (+32%). Per quanto riguarda l’Italia, pur non potendo dare risultati specifici, Iannarelli sottolinea che “in soli tre anni l’azienda ha triplicato il fatturato e si è dotata di un modello organizzativo che, con ogni probabilità, verrà esteso e riproposto anche in altri paesi”. “L’Italia è stata per tre anni consecutivi la “miglior nazione” in termini di crescita per Micro Focus”, aggiunge Kelly. “Se da un lato l’obiettivo è mantenere il trend di crescita, dall’altro c’è anche l’intenzione di replicare un modello vincente in altre zone geografiche”.

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