“Micro Focus è una delle poche società It rimaste indipendenti e focalizzate su un unico core business – esordisce Pierdomenico Iannarelli, Regional Manager Italia&GME della società alla Conference Micro Focus 2013 tenutasi a Milano qualche settimana fa -. Ciò che il mercato ci riconosce è la capacità di fornire, attorno allo ‘zoccolo duro’ dello sviluppo del software, tutta una serie di soluzioni che consentono l’ottimale utilizzo, governo e sviluppo di applicazioni, nonché la loro modernizzazione/trasformazione rispetto a nuovi trend quali quelli attuali come mobility e cloud. Il tutto sempre con la massima attenzione al ‘riutilizzo’ delle risorse esistenti e, quindi, al controllo dei costi”.
“Se un’applicazione funziona bene ed è performante rispetto alle esigenze del business, perché sostituirla?”, si chiede Giuseppe Gigante, Regional Marketing Manager di Micro Focus, per far capire quanto ancora oggi siano mission critical determinate applicazioni benché sviluppate con un linguaggio ‘datato’ come il Cobol e inserite in ambienti mainframe. “Questo non significa che le applicazioni non debbano evolvere. La mobility è un trend (e un’esigenza) che sta interessando tutte le tipologie di azienda ma, allo stesso tempo, l’attenzione ai costi, da un lato, e la qualità di alcune applicazioni che contengono le logiche di business ancora oggi elemento di differenziazione competitiva, dall’altro, spingono le aziende a chiedere a vendor come noi di poter riutilizzare quanto più possibile le applicazioni core esistenti”.
Come muoversi allora? “Sicuramente il primo passo importante è l’assessment per mappare la composizione del parco applicativo esistente, verificare quali connessioni esistono tra le varie applicazioni e quanto siano ‘mobile ready’ – sottolinea Gigante -. Dopodiché si possono identificare diversi approcci alla modernizzazione che consentono di far evolvere le proprie applicazioni anche semplicemente con lo sviluppo di interfacce grafiche moderne e connettori che permettono di sfruttare le logiche contenute nelle applicazioni core, senza spostarle dal mainframe e senza riscrivere codice esistente”.
Nel processo di trasformazione applicativa, ad ogni modo, sia che si tratti di ‘semplice’ revisione delle interfacce, sia di revisioni più sostanziose, il testing assume un ruolo determinante, ancor di più in ambito mobile. “Lo sviluppo e il rilascio di applicazioni mobili native, piuttosto che la modernizzazione di applicazioni enterprise da rendere disponibili attraverso App Store su diversi dispositivi mobili –
interviene Valentino Magri, Solution Consulting team leader di Micro Focus – richiedono un’attenzione particolare alle fasi di test, soprattutto ai cosiddetti test di carico perché tra le variabili da prendere in considerazione vi sono anche elementi ‘esterni’ quali la disponibilità di banda larga che dipende dai carrier Tlc. I test di carico realizzabili con le nostre soluzioni consentono non solo di testare le performance delle applicazioni, ma anche di verificare in dettaglio dove sono gli eventuali colli di bottiglia, punto critico da non sottovalutare nello sviluppo e rilascio di applicazioni mobile”. E per rimanere coerenti con il concetto del ‘riutilizzo’ e del contenimento dei costi, “i test devono poter essere svolti in un’ottica di multipiattaforma: oggi, con un unico script di testing è possibile effettuare i test applicativi su diversi dispositivi e differenti sistemi operativi”, sottolinea Magri. “La sfida maggiore per Micro Focus, infatti, è aggiornare continuamente la nostra roadmap tecnologica non solo in virtù dei risultati che emergono dalla nostra struttura di Ricerca e Sviluppo, ma anche in rapporto alle evoluzioni in atto in ambito mobile (disponibilità di nuovi dispositivi e nuovi sistemi operativi)”