All’interno del processo evolutivo che la trasformazione digitale sta compiendo nelle aziende, il paradigma di sviluppo DevOps è ormai un tema ricorrente. In DevOps i team dei reparti ‘development’ e ‘operations” vengono riorganizzati e fusi in feature team cross-funzionali, interdipendenti, motivati a condividere principi, pratiche, strumenti e responsabilità di sviluppo lungo tutto il ciclo di progettazione. Questa orchestrazione di persone e strumenti consente di creare una pipeline automatizzata di sviluppo, test, deployment del codice e dell’ambiente IT destinato a eseguirlo. Diventa così possibile accelerare la velocità e frequenza delle release software, e l’introduzione di nuove funzionalità, senza compromettere la qualità, la stabilità del codice, e riducendo al contempo i costi. Per gli integratori di sistemi, possedere una filosofia di lavoro e competenze ispirate a DevOps può costituire un cruciale elemento di differenziazione, che si esprime nella capacità di fornire più velocemente prodotti e servizi digitali di maggior valore ai propri clienti, ma non solo. In questo senso, un buon esempio può essere rappresentato dalla trasformazione verso DevOps attuata da Noovle, da circa due anni: la società italiana di consulenza ICT e system integration nell’ambito di progetti e soluzioni cloud, quest’anno acquisita da TIM, e partner di Google Cloud, è entrata a far parte del gruppo con l’obiettivo di portare innovazione e nuove competenze, anche attraverso un nuovo modello di lavoro, che chiama “NoovOps”. “Questo modello – chiarisce Olga Spimpolo, chief operating officer di Noovle – rappresenta per la nostra azienda il manifesto di un percorso culturale, organizzativo, tecnologico, che sintetizza i principi su cui la società vuol basare la propria governance”.
NoovOps, un progetto per elevare la qualità
NoovOps adotta, in tutte le business unit, i principi DevOps di standardizzazione e automazione del processo produttivo per migliorare la qualità del lavoro e il valore delle soluzioni commercializzate. “Nella collaborazione con TIM e Google – continua Spimpolo – questo progetto s’inserisce come una componente fondamentale per offrire ai nostri clienti i servizi di qualità che oggi, a maggior ragione, si aspettano da noi. Un progetto che ci ha portato anche a raggiungere la consapevolezza del valore e dell’importanza di condividere la metodologia e la cultura DevOps con i nostri clienti”. Può citare esempi di questa qualità? “Noovle, come azienda di ICT cloud native, opera sul mercato con soluzioni end-to-end custom o proprie di prodotto: Tellya, OnTheMap, Quelix, DealUp, TrustApp sono i prodotti che Noovle ha lanciato nel 2020 e che stanno sfruttando tutti benefici dell’approccio NoovOps”.
Nuova cultura aziendale
La transizione verso DevOps, chiarisce Spimpolo, era già partita quattro anni fa, con l’introduzione di nuove metodologie di project management, come Prince2: ma, appunto, è stata accelerata da circa due anni, con la volontà di creare una nuova cultura nella gestione ed erogazione dei servizi IT: “Da un lato, abbiamo lavorato sulla crescita di alcune persone e sull’acquisizione di competenze e strumenti; dall’altro, a un progetto di cultura aziendale che si ispirasse, dipendentemente da ruoli e ambiti di applicazione, alle metodologie emergenti. La trasformazione culturale ha coinvolto tutta l’azienda, estendendosi dalle figure tecniche dell’IT alle funzioni commerciali, attraverso un programma di formazione tecnico e metodologico, incentrato su vari paradigmi e framework: DevOps, ITIL 4, Prince2, MSP, AgilePM e Scrum, Praxis Framework. Oggi, questo programma di formazione trova riscontro non solo nel numero di certificazioni in azienda, ma anche nella capacità di calare le metodologie e i principi fondanti nella quotidianità del lavoro e della relazione con i nostri clienti”.
Benefici di NoovOps
A due anni dall’applicazione del paradigma di sviluppo, Noovle sta constatando vantaggi importanti, sottolinea Spimpolo: “Abbiamo assimilato questa nuova cultura e metodologia organizzativa, declinandola secondo le nostre esigenze di delivery e gestione, e creando modelli operativi che ci permettono di migliorare il valore del servizio che forniamo ai nostri clienti, non solo in termini tecnici, ma anche di filiera e modalità di approccio. In sostanza, grazie a NoovOps, non soltanto ora abbiamo la capacità di sviluppare i nuovi prodotti secondo questo paradigma, ma soprattutto possediamo le competenze per andare a realizzare i progetti di sviluppo all’interno dei framework DevOps implementati dai nostri clienti”.
Non solo tool
Quando si pianifica di migrare verso DevOps, un errore tipico è credere che tale modello consista nella mera adozione di nuovi strumenti tecnici a livello software. “Al riguardo, il nostro percorso di evoluzione verso NoovOps – aggiunge Alessio Giavara, service manager della società – si differenzia rispetto ad altri approcci che abbiamo potuto osservare sul mercato, in cui, molto spesso, vengono semplicemente adottati strumenti tecnologici, trascurando l’elemento di evoluzione culturale, quello davvero in grado di trasformare il modo di lavorare e pensare al lavoro”.