Office 365: un anno, con le aziende, verso il cloud

La suite di Microsoft fruita in modalità as-a-service, compie un anno dal lancio. Soddisfa le esigenze di flessibilità degli utenti valorizzando logiche di collaboration, comunicazione e produttività che possono ottimizzare l’organizzazione e i business model aziendali

Pubblicato il 18 Lug 2012

Non poteva mancare la torta! Office 365, la suite di produttività Microsoft che riunisce Office, SharePoint Online, Exchange Online e Lync Online in un unico servizio cloud fruibile attraverso una tariffa mensile prestabilita, ha compiuto un anno.

Fabio Fregi, Direttore della Divisione Enterprise & Partner Group di Microsoft Italia

Per celebrare il compleanno si sono trovati, per un confronto sull’evoluzione del fenomeno cloud in Italia, Fabio Fregi, Direttore della Divisione Enterprise & Partner Group di Microsoft Italia e Vieri Chiti, Direttore della Divisione Office di Microsoft Italia , alcuni rappresentanti della stampa, NetConsulting, nella figura di Giancarlo Capitani come moderatore dell’evento, Mauro Viacava, Cio Barilla e Sergio Casado, Cto Leroy Merlin.

Come si colloca Office 365 nell’evoluzione di un fenomeno, il cloud, che sta rivedendo alla base le modalità di fruizione tecnologica degli utenti, da un lato, e, dall’altro le stesse modalità di go-to-market dei vendor?

Innanzitutto bisogna partire dal concetto di flessibilità spinta di Office 365. Ambienti di lavoro ben conosciuti dagli utenti, come Office, si integrano in un set di strumenti web ai quali si può accedere in modo intuitivo per generare file, contatti e calendari fruibili e modificabili da qualsiasi luogo; creare e condividere documenti, attivare forme evolute di collaborazione nello sviluppo e nella governance di progetti, organizzare riunioni, partecipare a conferenze e meeting online attraverso sistemi tradizionali e device mobili.

Vieri Chiti, Direttore della Divisione Office di Microsoft Italia

Office 365 porta la dimensione di facilità d’uso degli ambienti Microsoft e la flessibilità di fruizione tipica del mondo cloud alle Pmi e ai singoli professionisti, evitando l’investimento tecnologico e rendendo accessibile un insieme di servizi di collaboration e di interazione che potrebbero dare un’oggettiva capacità di ottimizzare le modalità organizzative e i modelli di business con cui le imprese operano. Fruendo, alla bisogna, dei servizi necessari. “Il Roi dei servizi cloud Office 365 è di soli 4 mesi” ha esordito Fabio Fregi, sottolineando inoltre come la strategia cloud Microsoft sia ormai l’elemento pervasivo ad ogni proposta e soluzione della Casa di Redmond: “Il 25% dei Fortune 500 ha già adottato le soluzioni cloud Microsoft e ormai abbiamo oltre 22 milioni di utenti nominali” ha proseguito il manager. Sempre Fregi, durante la discussione sui diversi aspetti del processo evolutivo e di diffusione del cloud, è voluto intervenire sul tema dei freni e degli ostacoli all’adozione del modello as-a-service, soprattutto quando si parla di sicurezza e affidabilità: “Abbiamo esperienze decennali in tema di fruibilità as a service, sia per quanto riguarda applicazioni sia sistemi operativi. E al di là di una R&D non trascurabile che si aggira oggi attorno ai 9 miliardi di dollari, il livello di affidabilità e di sicurezza che i data center Microsoft nel mondo possono garantire sono elevatissimi. Così come sono notevoli i livelli di competenze e investimenti dedicati al rafforzamento e alla diffusione del modello cloud”.

Viacava (Cio Barilla) e Casado (Cto Leroy Merlin) sono poi intervenuti nella discussione sul fenomeno cloud in generale ma a partire da progetti che stanno portando avanti nelle rispettive aziende: “L’importante è che questi progetti siano la risultanza di un’attenta mappatura tra il business strategic plan e l’It strategic plan – dice Viacava. Non ha più senso operare in modo disgiunto. Certo poi le tematiche di change management da affrontare sono complesse. Serve creare negli utenti aspettativa, fare un lavoro di accompagnamento nella trasformazione organizzativa, tecnologica e culturale. L’importante è riuscire a dare una risposta ad una reale esigenza di miglioramento e di efficienza. E il modello as-a-service va in questa direzione”. “Bisogna anche avere la certezza dell’affidabilità e della robustezza tecnologica come premessa per sostenere il modello cloud – ha detto Casado – altrimenti non si riesce a fare un vero percorso di trasformazione. Le scelte di fondo non possono che essere di standardizzazione, virtualizzazione e consolidamento. Senza dimenticare l’importanza di scegliere il partner giusto”.

E a proposito di partner, chiudiamo con una riflessione, “spinosa” ma inevitabile. Come si concilia questa fase di trasformazione verso il cloud all’interno di un gigante dalle molteplici “anime” come Microsoft nel suo modello di go-to-market? “E’ fondamentale un nuovo ruolo del partner in questa trasformazione ed è oggettivamente un aspetto molto delicato – conclude Fregi. – Servono competenze di progetto che accanto alle conoscenze tecnologiche possano estendersi a elementi riorganizzativi. Anche Microsoft sta spostandosi sempre più, nella governance della propria rete di partner, verso questa tipologia di competenze. I partner evolvono le loro competenze nella direzione di poter offrire ai loro clienti servizi chiavi in mano end to end, supportando nel concreto l’abilitazione di modelli di business nuovi”. (S.U.F.)

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