CASO UTENTE – Intesa Sanpaolo Assicura cresce con l’open source

La società intende aumentare la propria presenza geografica e le transazioni di business identificando opportunità in ‘mercati paralleli’, offrendo servizi assicurativi anche fuori dal contesto bancario. Un piano industriale di crescita che impatta notevolmente sulla strategia It la quale riuscirà a dare risposte concrete in termini di agilità grazie alla scelta open source

Pubblicato il 19 Nov 2014

Nata alla fine degli anni ’90 e con una consolidata storia It nell’ambito del mainframe, nel 2007 Intesa Sanpaolo Assicura ha deciso di ‘ristudiare completamente’ quello che era il proprio sistema informativo di supporto al business. Inizia così un percorso evolutivo dell’It che ha abbracciato i linguaggi Java e le tecnologie open source nel passaggio ai sistemi dipartimentali, arrivando poi al ‘progetto Atlante’, iniziato nel 2014 subito dopo aver lavorato alla virtualizzazione dei sistemi. Di fatto, la prima milestone del progetto Atlante (che porta come data settembre 2014) è rappresentata dalla migrazione verso l’ambiente JBoss 6, la suite middleware di Red Hat, al quale è stata associata la piattaforma di messaggistica Jboss ActiveMQ  sulla quale prevediamo di generare nuovi carichi di lavoro; da qui, si proseguirà poi verso la revisione dell’architettura applicativa. Le scelte di virtualizzazione e di migrazione della suite di application server verso una soluzione come JBoss 6, infatti, vanno nella direzione di una ricerca maggiore di efficienza e performance a sostegno di un chiaro piano di crescita del business. L’evoluzione del business aziendale è guidato da un piano industriale triennale (2014-2017) che mira a portare Intesa Sanpaolo Assicura da media azienda italiana a global provider”, racconta a ZeroUno Franco Peduto, Responsabile Organizzazione e Sistemi informativi dell’azienda. “Da qui al 2017, infatti, l’azienda intende aumentare la presenza geografica e le transazioni di business focalizzando l’attenzione sullo sviluppo commerciale (attraverso la multicanalità), la proposta di soluzioni innovative per la famiglia e di prodotti abilitati da device tecnologici. È evidente che una tale strategia abbia un impatto diretto sulla strategia Ict”.

Già oggi, il sistema informativo di Intesa Sanpaolo Assicura serve, attraverso un’architettura applicativa custom basta su Java, 4 mila utenti al giorno (interni, esterni e gestori di filiali) consentendo di gestire 3 mila polizze al giorno (emissione di nuove polizze), 82 mila accessi online quotidiani (sito, internet banking), nonché oltre 2 mila chiamate giornaliere all’help desk/customer service.

Franco Peduto, Responsabile Organizzazione e Sistemi informativi di Intesa SanPaolo Assicura

“Per effetto del piano industriale di business, i volumi che il sistema informativo dovrà gestire aumenteranno significativamente – fa notare Peduto -. La produzione delle polizze stimiamo possa arrivare ad oltre 760 mila nel 2015, fino a raggiungere quasi 920 mila ‘pezzi’ nel 2017, producendo un effetto esponenziale sugli spazi (gestione/archiviazione) e sulle transazioni che il sistema dovrà rendere disponibili. Rispetto ai volumi gestiti nel 2014, prevediamo che le transazioni aumenteranno di 5 volte nel 2015 e fino a 10 volte nel 2017, mentre gli spazi cresceranno del 30% nel 2015 fino ad arrivare al 400% nel 2017”.

È in funzione di questa crescita prevista che nasce dunque il ‘progetto Atlante’. “Il progetto, varato in collaborazione con la Direzione Sistemi Informativi di Intesa Sanpaolo, nasce a seguito di un importante e approfondita fase di assessment grazie alla quale abbiamo identificato le aree di intervento necessarie e gli interventi tecnologici infrastrutturali da realizzare per supportare adeguatamente lo sviluppo di business dell’azienda nei prossimi anni”, osserva Peduto. “Siamo quindi intervenuti sia sul fronte infrastrutturale (passando da sistemi fisici a sistemi virtuali) sia su quello middleware e applicativo, adottando la metodologia Agile per velocizzare il rilascio dei servizi Ict in funzione delle richieste di business”.

Dopo la fase di virtualizzazione dei server, “la migrazione a JBoss 6 ha rappresentato un importante passo evolutivo perché questa piattaforma oggi ci offre maggiore modularità, nuove potenzialità e rende la gestione operativa più efficiente, elemento da non sottovalutare”, racconta in dettaglio Peduto. “Sul fronte delle applicazioni sono stati gestiti numerosi interventi software per adeguare il parco applicativo alle esigenze di miglior gestione delle transazioni e delle performance (aumentando anche gli strumenti di monitoraggio e controllo)”.

In conclusione Peduto ci tiene a sottolineare un importante aspetto di valore strettamente connesso alla scelta open source: “Per noi rappresenta un importante elemento abilitante ma certamente vanno governati tutti gli aspetti di sicurezza; in questo senso è di assoluta importanza il supporto di un vendor qualificato [nel caso di Intesa Sanpaolo Assicura la scelta è ricaduta su Red Hat – ndr] che, nel nostro caso, ci ha anche permesso di essere proattivi e di supporto alla community: abbiamo infatti adottato la filosofia open source contribuendo con diverse migliorie ai framework che costituivano la base di alcuni progetti; nello specifico, intervenendo direttamente con alcune nostre personalizzazioni, abbiamo offerto alla community una miglioria ad  Apache Struts [framework per lo sviluppo di applicazioni web con in Java EE – ndr]  che è stata prontamente recepita  e inserita in un rilascio, e abbiamo contribuito ad altri progetti con analoghi interventi”.

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