Iona consolida l’offerta Soa open source

Con una nuova ‘major release’ della famiglia fuse, la casa di Dublino prosegue nella propria strategia Soa di ‘approccio ibrido’, volto ad integrare, con la propria offerta open, tecnologie e infrastrutture già presenti in azienda ai fini di un guadagno in flessibilità e in prestazioni delle applicazioni business

Pubblicato il 02 Apr 2008

La strategia d’offerta di Iona Technologies nell’ambito degli strumenti software per l’integrazione e la gestione degli ambienti It distribuiti, si è da sempre caratterizzata per l’aderenza a standard aperti e riconosciuti, al fine di raggiungere, per usare l’espressione adottata da Eric Newcomer (nella foto), Chief Technology Officer della società, una “technology neutrality nei confronti delle piattaforme sottostanti”. In conseguenza di ciò, oggi nella combattuta e alquanto confusa arena delle soluzioni per le architetture orientate ai servizi, la casa di Dublino può proporsi come quella più dedicata nel fornire soluzioni per realizzare e gestire Soa distribuite, dove cioè i servizi provengano e siano utilizzati da piattaforme eterogenee.
Lo scorso luglio (vedi ZeroUno n. 304), questa strategia ha avuto un’importante svolta con l’introduzione della linea Fuse, una famiglia di prodotti open source basati su progetti sviluppati nell’ambito della Apache Software Foundation e completati da una serie di servizi di consulenza, supporto 24×7 e formazione, che si può vedere come frutto dell’integrazione tra l’offerta di LogicBlaze, società acquisita da Iona nell’aprile 2007, e la propria offerta ‘open’ Celtix, basata su Corba. La linea Fuse comprende quattro prodotti: Fuse Esb (Enterprise service bus), Fuse Message Broker e Fuse Mediation Router, che coprono le esigenze base di connettività, messaggistica e trasporto di una Soa, più Fuse Services Framework. Quest’ultimo è uno strumento particolarmente importante perché permette di creare servizi web interoperabili con servizi creati in altri ambienti Soa, fondamentale quindi in un progetto d’integrazione in chiave Soa di piattaforme preesistenti.
Recentemente l’offerta Fuse è stata significativamente potenziata con nuove versioni dei quattro prodotti menzionati (rilasciate presso open.iona.com, il sito web della comunità Fuse) e la presentazione di un quinto prodotto, Fuse HQ, che fornisce funzioni di gestione e monitoraggio dei sistemi. Quest’ultimo (fornito ai clienti Iona che abbiano sottoscritto il supporto Fuse) offre: una console di system management web based che identifica automaticamente gli asset gestiti; funzioni ‘role-based’ per l’accesso e l’avvio di attività di controllo; monitoring distribuito e, soprattutto, la configurazione di viste, metriche e alert per una quantità di tecnologie open source e legacy diverse.
La nuova offerta Fuse potenzia quindi notevolmente la flessibilità di questi strumenti nella realizzazione e funzionamento di una Soa distribuita che utilizzi le infrastrutture già presenti nell’impresa, in coerenza con la strategia di approccio ibrido all’integrazione delle tecnologie software perseguita dalla società.
Questa scelta, al di là della ‘vocazione’ di Iona all’open source cui abbiamo accennato, risponde ad un processo di evoluzione dei servizi It che Newcomer sintetizza nella trasformazione in commodity di gran parte dei servizi di base, e quindi nei vantaggi (in termini di ampiezza di scelta, indipendenza dai vendor, riduzione di costi e rapidità di sviluppo grazie alle comunità internazionali) che derivano all’utente dal costruire tali servizi su tecnologie aperte e dal poterli integrare ai servizi, per così dire “di maggior valore aggiunto”, forniti dalle applicazioni business e gestiti, in ottica Soa, dalle diverse tecnologie commerciali sul mercato (comprese quelle stesse di Iona, sotto il brand Artix).
Come conclude Newcomer: “L’obiettivo è di fare dell’eterogeneità delle piattaforme software un asset a vantaggio, e non a debito, delle prestazioni delle applicazioni business critiche”.

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