In un mercato che corre a ritmi serrati, le aziende devono essere flessibili, pronte a cambiare rotta rapidamente. L’Information Technology è la chiave di successo, a patto di costruire una Platform Architecture, basata su tecnologie cloud, microservizi e modularità.
Federico Soncini, Ceo e Co-founder di Mia-Platform, spiega come e perché i sistemi informativi dovrebbero evolvere in ottica di piattaforma, ottenendo l’agilità necessaria a traguardare gli obiettivi di business.
La Platform Company per accelerare l’evoluzione digitale
«Viviamo – esordisce Soncini – un contesto di continuo cambiamento. La Digital Transformation è un fenomeno consolidato e oggi sarebbe più corretto parlare di Digital Evolution : tutte le aziende sono ormai digitalizzate e la vera sfida è continuare a evolvere, tenendo il passo con i nuovi modelli di business e le aspettative dei consumatori».
In un mondo frenetico, dove è difficile individuare i business model vincenti, le aziende sono costrette a navigare a vista e il supporto dell’IT si rivela indispensabile per ottenere agilità e velocità di azione.
«Tuttavia – prosegue Soncini – i sistemi informativi si sono strutturati nel tempo in maniera dipartimentale, monolitica e rigida, quindi presentano problematiche di integrazione, lentezza, disponibilità dei dati».
Per uscire dall’impasse, serve un nuovo modello di azienda flessibile e intelligente. «Nella Platform Company – chiarisce Soncini – i dati e i servizi vengono messi a disposizione del business come se fossero una lista di ingredienti, che combinati tra loro, permettono di creare rapidamente nuove proposizioni e soluzioni».
Il concetto deriva dalla composable enterprise di Gartner, ovvero un’organizzazione che favorisce il riuso e la semplicità di comporre e scomporre componenti software modulari come mattoncini per adattare l’architettura IT, i processi e gli strumenti aziendali secondo le contingenze.
Soncini sottolinea che tutte le grandi aziende, da Amazon a Facebook e Google, sono strutturate come Platform Company e così riescono a entrare rapidamente in ogni settore.
Come è strutturata e funziona la Platform Architecture
La Platform Company è un concetto che tuttavia non interessa soltanto i big player. Qualsiasi azienda, indipendentemente dal settore, deve produrre software. «Spesso – argomenta Soncini -, le aziende acquisiscono dall’esterno applicazioni strategiche, compiendo un grande sforzo per trasferire all’interno i dati, i processi e il know-how aziendale per poi cambiare soluzione in pochi anni. Ogni organizzazione invece dovrebbe costruire la propria piattaforma tecnologica, basata su soluzioni cloud e composta da microservizi che abilitano parti specifiche di processo, quindi sviluppare un catalogo di codice sorgente gestito e proprietario, indipendente da tutti gli strumenti terzi».
L’obiettivo è implementare un proprio layer tecnologico intermedio, che richiama i sistemi sottostanti (ad esempio, le soluzioni CRM e ERP) e connette i vari tool (API in modalità SaaS, parti di microservizi e così via) che sono stati acquistati o verranno aggiunti nel tempo.
Si delineano così le logiche della Platform Architecture in grado di abilitare la flessibilità necessaria alle organizzazioni e di accelerare lo sviluppo applicativo. Tuttavia, lo scotto da pagare è una crescita della complessità dei sistemi.
«Diventa fondamentale – sostiene Soncini – avere una console centralizzata che consenta di governare l’insieme dei microservizi e delle API. Le aziende devono interagire con una community eterogenea di sviluppatori, interni ed esterni (ad esempio, di fornitori terzi o delle società di consulenza). La console permette di gestire il team eterogeneo di sviluppo, assegnando a ciascuno viste e privilegi diversi, quindi consentendo la collaborazione sulla base del catalogo».
Il cambiamento rispetto all’IT tradizionale è enorme. «Non esiste – commenta Soncini – un vero e proprio proprietario dei microservizi. Se con il software dipartimentale, ogni team gestiva i propri asset, ora un’intera community contribuisce allo sviluppo delle applicazioni. Chiaramente diventa indispensabile un tool che consenta alla comunità di sviluppatori di governare l’evoluzione dei microservizi e l’esposizione delle API. Quindi occorre un catalogo dei servizi e un portale di accesso a uso degli sviluppatori terzi o del business».
I vantaggi e le sfide della Platform Architecture
Ma quali sono i vantaggi nell’implementare la Platform Architecture? «Innanzitutto – elenca Soncini – le aziende acquisiscono la capacità di evolvere rapidamente: l’architettura a microservizi, che permette di aggiungere o modificare porzioni di software senza influire sul comportamento complessivo dell’applicazione, accelera i tempi di sviluppo, mettendo velocemente a disposizione del business i servizi richiesti. Si aprono inoltre nuove opportunità di collaborazione con i partner e qui si guadagna un vantaggio competitivo fortissimo: la Platform Architecture infatti consente di fare prototipazione e sperimentazione, di esplorare tutte le tematiche della co-innovation, del design thinking, degli hackathon e così via».
Un altro beneficio importante è la disponibilità di un layer di disaccoppiamento anche per la componente dati. «Le informazioni – suggerisce Soncini – possono essere liberate dai sistemi gestionali sottostanti e portate all’interno della piattaforma con una velocità di sincronizzazione real-time. I dati possono quindi essere utilizzati per attività di business intelligence oppure per progetti sperimentali, senza gravare sui sistemi sottostanti, che hanno costi elevati di licenza e gestione».
Oltre ai vantaggi, realizzare una Platform Architecture porta con sé sfide importanti, a partire dalle problematiche infrastrutturali. Per potere amministrare i microservizi e la community degli sviluppatori, bisogna installare, integrare e gestire componenti tecnologiche eterogenee. «Vanno considerate – aggiunge Soncini – tutte le tematiche legate al mondo DevOps, la capacità di orchestrare i microservizi, le esigenze di monitoraggio, l’abilità di scegliere correttamente tra una moltitudine di strumenti e offerte tecnologiche».
Il journey verso l’azienda componibile
Diventare una Platform Company significa quindi avere competenze interne difficilmente reperibili, perché le tecnologie coinvolte nella costruzione e gestione della Platform Architecture sono relativamente nuove. «Le aziende – afferma Soncini – dovrebbero assumersi in-house i costi di scouting tecnologico e quindi di implementazione della piattaforma. Mentre la piattaforma rimane proprietaria dell’azienda, gli strumenti per la sua costruzione e gestione non rappresentano il core-business dell’organizzazione, pertanto andrebbero demandati a entità specializzate».
È proprio in questa logica che si colloca Mia-Platform. «Sostanzialmente – prosegue Soncini – offriamo il platform builder che permette di delegare la scelta dei tool, la complessità di gestione e i costi infrastrutturali, consentendo alle aziende di focalizzarsi esclusivamente sugli elementi differenzianti della piattaforma, ovvero la costruzione delle logiche di business, l’esposizione delle API, il catalogo dei microservizi, l’aggregazione dei dati».
Oltre a fornire i tool per la costruzione della piattaforma, Mia-Platform mette a disposizione dei clienti anche una serie di componenti pronti da aggiungere al catalogo aziendale (si tratta attualmente di un centinaio di microservizi). «Stringiamo – dice Soncini – partnership con vendor moderni, orientati ai microservizi, che ci permettono di offrire alle aziende componenti utili per lo sviluppo delle loro applicazioni come, ad esempio, la funzionalità di firma elettronica. L’obiettivo ovviamente è arricchire progressivamente il nostro catalogo per consentire alle aziende di accelerare le iniziative di sviluppo applicativo. In quest’ottica, abbiamo sviluppato anche offerte verticali come Mia-Care e Mia-FinTech, dedicate rispettivamente al mondo della Salute e del Finance, che mettono a disposizione componenti specifici per il settore, come l’aggancio al sistema sanitario nazionale oppure le funzionalità per l’analisi del rischio».
Sintetizzando, Soncini ribadisce un messaggio importante: «La piattaforma finale è del cliente, che ha il compito di arricchire il catalogo attraverso la community di sviluppatori, mentre noi forniamo gli strumenti per semplificare la gestione dei microservizi e delle APIi, oltre a una serie di componenti pronti all’uso».
Formazione e approccio incrementale
La logica di “crescita” nelle competenze verso la nuova dimensione richiede anche un’evoluzione delle competenze. Non a caso, Mia-Platform mette a disposizione anche un servizio di Academy, ovvero organizza corsi con esame conclusivo e finalizzati alla certificazione, rivolti a sviluppatori, product manager e figure di business. L’obiettivo è istruire alla comprensione e all’utilizzo della Platform Architecture.
«Abbiamo istituito anche dei Labs – spiega Soncini – dove il cliente viene affiancato e supportato nella configurazione della Platform Architecture, perché venga declinata in modo ottimale, secondo le peculiarità aziendali. L’Academy è uno strumento fondamentale che aiuta le aziende nel processo di transizione e formazione delle persone».
Per supportare al meglio i clienti, Mia-Platform si avvale di una nutrita rete di partner, tra cui figurano i system integrator ma anche i grandi nomi della consulenza IT. Gli stessi sviluppatori di Mia-Platform sono disponibili al training-on-the-job per accompagnare l’azienda nella corretta configurazione della Platform Architecture.
In chiusura, Soncini sintetizza il vero valore della filosofia cui si ispira Mia-Platform nel rivolgersi ai propri clienti: «La nostra offerta è zero lock-in – conclude – quindi garantisce alti livelli di flessibilità. Inoltre, permette uno sviluppo incrementale dei progetti, che garantisce una transizione graduale dalle attuali architetture, in linea con le politiche di budget aziendali e in grado di restituire ritorni molto velocemente. Il nostro approccio permette insomma di procedere per iniziative tattiche, che rispondono a necessità contingenti, verso la costruzione di una piattaforma strategica».