Digital transformation, sovranità digitale ma soprattutto lotta contro la crisi climatica e ambientale. Il progetto europeo dedicato al supercalcolo e al quantum computing EuroHPC svolta verso la sostenibilità ambientale e accelera annunciando l’arrivo dei primi 6 computer quantistici integralmente “made in Europe”. Uno sarà in Italia, gli altri nei vari Paesi selezionati per ospitare i nuovi “nodi” della rete di calcolo europea: Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia e Polonia.
Con questa mossa i promotori del progetto, sia pubblici che privati, ampliano l’infrastruttura già esistente e operativa perché possa diventare competitiva a livello mondiale e accessibile in tutta l’UE. Intendono passare dalle promesse ai fatti in tempi stretti, entro il 2023: le sfide che necessitano potenza di calcolo e gioco di squadra sono dure e urgenti. Basta osservare la frequenza dei disastri climatici e la durata della crisi energetica.
Un network di calcolo per scoprire materiali green e nuovi farmaci
Grazie a EuroHPC, quella che si sta formando sul territorio europeo è una vera e propria rete di risorse di calcolo distribuite. L’accesso è consentito sia al mondo della ricerca sia a quello dell’industria: entrambi potranno utilizzare anche i 6 nuovi dispositivi per migliorare o accelerare le proprie performance, ovunque abbiano la sede all’interno dell’Unione.
Dal punto di vista “fisico” non è ancora noto il nome del centro di ricerca italiano che ospiterà il computer quantistico in arrivo, ma la scelta cadrà su un centro dove già è attivo un supercomputer. L’unico italiano degli otto inclusi nel progetto è Leonardo, il sistema progettato dal CINECA e installato presso il Tecnopolo di Bologna.
Se l’obiettivo di EuroHPC è migliorare il posizionamento e l’autonomia tecnologica dell’Europa nel contesto globale, quello dell’”upgrade quantistico” è più mirato. La Commissione Europea stessa, per voce del Commissario per la concorrenza Margrethe Vestager, ha precisato infatti che i nuovi nodi rappresentano un impegno preciso per la lotta contro i cambiamenti climatici. Anche nel settore del calcolo ad alta potenza sarà la priorità, infatti tra le principali attività a cui i 6 nuovi computer sono destinati compaiono:
- la risoluzione di complessi problemi di logistica e di programmazione per aiutare le imprese a risparmiare tempo e carburante
- lo sviluppo e il testing in un ambiente virtuale di nuovi materiali come polimeri per aerei, convertitori catalitici per automobili, celle solari o superconduttori a temperatura ambiente in grado di immagazzinare energia a tempo indeterminato.
La sostenibilità ambientale condividerà queste nuove risorse con la sanità. Le eccezionali performance dei nuovi computer quantistici serviranno infatti anche sviluppare nuove medicine. Creando un vero e proprio digital twin del corpo umano si potranno sperimentare in modo virtuale guadagnando velocità ed efficienza.
EuroHPC e il sogno di una UE leader del calcolo ad alte prestazioni
Guardando a questi ambiziosi obiettivi, sono stati investiti oltre 100 milioni di euro per l’installazione e lo sviluppo dei 6 nuovi sistemi di calcolo. Il 50% arriva dall’Unione Europea, il resto dai 17 Paesi membri di EuroHPC. Una ripartizione delle spese che replica quella dell’intero progetto supportato con 7 miliardi di euro – compresi i 900 milioni di contributo privato – da spalmare sul periodo 2021-2027.
La nascita di EuroHPC, questa “impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo”, risale però al 2018. L’idea, da subito, è stata quella di coordinare gli sforzi e mettere in comune le risorse per lo sviluppo di sistemi di calcolo con hardware e software interamente europei. Un modo per raccogliere i frutti di quanto già realizzato in modo isolato nelle “iniziative quantistiche” finanziate dall’UE, da programmi di ricerca nazionali e da privati.
Il sogno che unisce i membri di EuroHPC è quello di una Europa leader mondiale nel supercalcolo. Non un mero slogan, ma un obiettivo sentito perché funzionale al potenziamento della ricerca e dell’economia, all’accelerazione della trasformazione digitale e alla conquista della sovranità tecnologica. Fino a oggi, fino a prima dell’arrivo dei primi sistemi di calcolo “a qubit”, le attività della rete di supercomputer non avevano un’urgenza climatica dichiarata ma un carattere più generale.
- creazione, distribuzione e crescita nell’UE di un ecosistema di supercalcolo, di calcolo quantistico, di servizi e di infrastrutture di dati federato, sicuro e iperconnesso
- studio e adozione di sistemi di supercalcolo innovativi e competitivi basati su una supply chain che limita il rischio di interruzioni
- sviluppo di un’ampia gamma di applicazioni ottimizzate per questi sistemi;
- diffusione dell’uso di questa infrastruttura di supercalcolo a un largo numero di utenti pubblici e privati
- sostegno alle attività di formazione di competenze HPC
In questi anni si è quindi “preparato il terreno” per giungere ad affrontare le sfide attuali più attrezzati. E il più possibile autonomi: la sovranità digitale europea resta infatti una priorità permanente, non in conflitto ma a supporto di tutte le altre, compresa la crisi climatica ed energetica in corso.