Ptc Italia: “Cresceremo con l’IoT”

L’IoT ridefinisce strategia e proposta di Ptc che,ragionando in termini di ‘Closed-Loop Lifecycle Management’, rivede la propria capacità d’offerta tecnologica. Cad, Plm, Alm, Scm e Slm rimangono i pilastri portanti dell’azienda, ma il tutto in un’ottica nuova, quella degli smart connected product che rimodellano i business model delle aziende manifatturiere. Quali le ripercussioni sul mercato italiano? Ne abbiamo parlato con Stefano Rinaldi, Svp e General Manager di Ptc Italia

Pubblicato il 14 Ott 2014

Come abbiamo potuto verificare direttamente all’ultimo evento annuale dell’azienda ‘Ptc Live’ a Boston (vedi “Ptc: gli smart connected product cambiano il Plm”), per Ptc si apre una nuova era; dopo la rivoluzione del Cad, dopo aver portato il Plm nel web e aver puntato strategicamente sul cloud e il service management, la multinazionale ‘ridefinisce’ il valore del prodotto e della sua ‘catena lunga’ (progettazione, sviluppo, ciclo di vita, manutenzione…) attraverso l’IoT. Ne abbiamo discusso con Stefano Rinaldi, Svp e General Manager di Ptc Italia, per capire quali saranno le ‘ripercussioni’ che avranno strategia e offering tecnologico sul mercato italiano.

Stefano Rinaldi, Svp e General Manager di Ptc Italia

“Il comparto manifatturiero italiano solitamente risponde in modo un po’ più lento e cautelativo ai nuovi trend tecnologici – esordisce Rinaldi -. Lo abbiamo già verificato con il Cad e con il Plm; ci attendiamo dunque lo stesso approccio anche per l’IoT, anche se notiamo già ora una fortissima attenzione al tema”.
Nella visione di Rinaldi, dunque, per vedere in Italia concretamente qualche progetto nell’ambito degli ‘smart connected product’, così come delineati dal Ceo di Ptc Jim Heppelmann lo scorso giugno a Boston, dovremo attendere ancora diversi mesi; tuttavia, la società italiana si sta preparando alla prossima domanda di mercato non solo ‘portando’ in Italia le nuove tecnologie e soluzioni lanciate dalla Casa madre, ma anche strutturandosi dal punto di vista organizzativo e delle competenze.
Quanto ai numeri, dopo un 2014 che ha visto la country italiana segnare un +12/13% nel fatturato, “il 2015 ci vedrà impegnati soprattutto in progetti legati alla progettazione industriale (con tecnologie Cad e Plm); per l’IoT dovremo, a mio avviso, attendere gli anni successivi – prospetta Rinaldi -. Dal 2015 in poi crediamo crescerà in modo significativo anche l’ambito della ‘servitization’ grazie al quale dalla modellazione del processo afferente al solo prodotto fisico si passa a un concetto di prodotto/servizio che comporta un cambiamento del modello di business. Crediamo sarà proprio il passaggio alla servitization ad accelerare il concetto di prodotti intelligenti e connessi”.
“Dal 2015, infine, inizierà il nostro nuovo triennio caratterizzato da un piano industriale all’interno del quale sono stati preventivati investimenti specifici per l’IoT, oltre che per il rafforzamento dell’offering core – conclude Rinaldi -. Crediamo che l’Italia abbia grandi potenzialità nel settore manifatturiero e prevediamo crescite significative anche nel 2016”.
Ricordiamo, infine, gli ultimi annunci dell’azienda durante l’evento di giugno: aggiunta di funzionalità di ‘federated server deployment’ che consentono lo sviluppo e il rilascio di applicazioni IoT per ambienti cloud, on-premise, hybrid e on-device per la piattaforma ThingWorks Platform v5.0; la nuova versione della piattaforma per lo sviluppo e la realizzazione dei prodotti, Creo 3.0, che permette di unificare tutti i dati all’interno della piattaforma, anche quelli provenienti da sistemi Cad esterni e di altri vendor Ict; Slm System, un sistema progettato appositamente per gestire l’assistenza a prodotti e dispositivi intelligenti e connessi.

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