Reti intelligenti: il ‘sistema nervoso’ dei servizi applicativi

Per migliorare e garantire le prestazioni e la disponibilità delle applicazioni business-critical, le aziende devono essere in grado di vedere e comprendere l’esperienza reale degli utenti. Ciò significa intervenire su un nuovo modo di approcciare l’Apm e sul ripensamento delle infrastrutture di rete. Queste ultime, in particolare, rappresentano oggi il ‘sistema nervoso’ del business, dal quale dipendono efficienza ed efficacia dei servizi applicativi e, di conseguenza, le performance di business.

Pubblicato il 26 Nov 2014

La riproposta ‘business oriented’ dei sistemi informativi aziendali passa inevitabilmente da un ripensamento profondo delle infrastrutture e del loro ‘comportamento’ non più in ottica prestazionale tecnica ma di come gli utenti e le line of business utilizzano applicazioni e servizi It, soprattutto oggi dove l’azienda ‘in tasca’ porta gli users ad accedere alle applicazioni via web, via cloud e in mobilità. A fronte del crescente utilizzo di dispositivi mobili sul luogo di lavoro che congestiona la rete, per esempio, i professionisti It riescono con difficoltà a garantire un’esperienza di elevata qualità, ma è proprio attraverso l’enterprise mobility che stanno cambiando le logiche e gli approcci di Apm, Application Performance Management e di Business Oriented Networking. Questo, in sostanza, quanto emerso dal dibattito emerso durante una Tavola Rotonda di Redazione, organizzata da ZeroUno in collaborazione con Easynet.

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Focus su app e contenuti in mobilità

“La richiesta di disponibilità della connettività è nettamente mutata negli ultimi anni – afferma Michele Moscato, Responsabile Competence Center Sviluppo Software di Carrefour -. Gli utenti sono abituati ad accedere ad applicazioni di tipo consumer dai propri dispositivi e a collegarsi da casa con la banda larga. È inevitabile che pretendano le stesse prestazioni, se non addirittura superiori, anche negli ambienti di lavoro. Noi apparteniamo al settore retail e la mobility rappresenta un’importantissima sfida, cui non possiamo sottrarci, perché è l’elemento abilitante attraverso il quale poter offrire alla clientela servizi digitali innovativi, in maniera proattiva, profilata e real-time (dai quali ricavare anche nuova forza competitiva)”.

Michele Moscato, Responsabile Competence Center Sviluppo Software di Carrefour

“L’abitudine toglie la sensazione”, dice provocatoriamente Emmanuel Becker, Country Manager Italia di Easynet portando al tavolo del dibattito un curioso esempio che denota la velocità con cui le richieste degli utenti crescono e impattano sulle scelte Ict: “L’utente si comporta un po’ come il gas, più spazio gli si offre e più si espande. È l’effetto della consumerizzazione, certamente, che nella mobility trova la sua espressione massima, ma non la si può ignorare e non solo per ‘dare soddisfazione’ all’utente ma perché grazie ad essa si aprono nuovi modelli di interazione con la clientela e il mercato, si cambiano le modalità di collaborazione, interazione e comunicazione con i propri interlocutori, si generano nuovi business model”.

Emmanuel Becker, Country Manager Italia di Easynet

Ed è ‘mobility’ anche lo slogan 2015 di Moleskine, come riferito in prima persona dall’IT Manager, Pietro Mussat: “il mondo che devo mettere in contatto con la nostra infrastruttura interna è sempre più lontano dall’azienda e dal dipartimento IT stesso. La primissima ‘tappa’ è rappresentata quindi dalla trasformazione di tutti i servizi Ict in ottica mobile. Dal punto di vista applicativo lavoreremo su ‘orizzonti riconoscibili’, nel senso che, avendo alle spalle una storia, saremo in grado di bilanciare correttamente domanda ed offerta intervenendo anche a livello infrastrutturale. Ciò che rappresenta già oggi una sfida ardua è invece tutta la circolazione e fruizione di ‘contenuto’ non governato da applicazioni, quindi di dati non strutturati provenienti da canali multimediali (pensiamo per esempio al video dell’inaugurazione di un nuovo punto vendita, alle fotografie di un evento, ecc.), di alto volume e in costante crescita, che hanno un impatto non banale sulle infrastrutture di rete mettendo a rischio il livello di qualità dei servizi Ict.

Pietro Mussat, It manager, Moleskine

Per altro, è proprio nella fruizione di contenuto che l’utente percepisce maggiormente eventuali inefficienze”.

“Che da parte degli utenti via siano reali percezioni di inefficienza del servizio Ict (soprattutto lato connettività) è fuori di dubbio, anche quando dalla prospettiva tecnica in realtà risulta tutto performante – interviene Riccardo Salierno, Cio di Sapio -. Quali siano le soluzioni è difficile da dire, perché a mio avviso non si tratta semplicemente di effettuare nuovi investimenti infrastrutturali; anche ammesso di poter elevare i budget di spesa Ict, non sono convito che la qualità dell’esperienza utente si migliori acquistando hardware o accrescendo la connettività. Fermo restando che ‘in mobilità’, claim d’ordine anche per noi, la disponibilità dell’informazione passa proprio attraverso le applicazioni e il network”.

L’utente cambia l’IT

Riccardo Salierno, Cio di Sapio

Una delle risposte possibili alle evidenti sfide che molte aziende si trovano già oggi a dover affrontare, o con le quali dovranno fronteggiarsi a breve, arriva dal ripensamento delle infrastrutture di rete in ottica ‘business oriented’, ossia attraverso un approccio Apm end-to-end che consenta di migliorare la qualità del servizio applicativo in funzione della reale esperienza dell’utente, delle priorità di business e dell’impatto che l’applicazione ha sugli stack tecnologici sottostanti, fino a livello di network.

“Ciò da cui a mio avviso le aziende non possono più prescindere è assicurare costantemente una performance garantita all’utente, sia esso interno o esterno all’azienda”, commenta Marco Zacchello, Global Solution Consultant di Easynet. “Dalla prospettiva IT significa cambiare radicalmente punto di vista e metodo nel controllo, monitoraggio e gestione della qualità del servizio”.

Marco Zacchello, Global Solution Consultant di Easynet

Durante il dibattito è stata riconosciuta all’unanimità la necessità, da parte dell’IT, di modificare la ‘cultura della misura’, ossia le metodologie attraverso le quali ‘parametrizzare’ un servizio tecnologico tenendo conto della qualità percepita dall’end-user. “Oggi la misurazione deve necessariamente essere end-to-end – conferma Moscato -; mentre prima la qualità dell’applicazione erogata veniva misurata attraverso i tempi di risposta dei sistemi e l’invio dei flussi di dati attraverso la rete, oggi il controllo lo si effettua sul servizio applicativo nel suo complesso, quindi anche sull’effetto prodotto per il business e l’utilizzo che ne fa l’utente, indipendentemente dalle singole componenti tecnologiche”.

Proprio dalla prospettiva della soddisfazione dell’utente, il network rappresenta un elemento indiscutibilmente oggetto di necessari interventi, soprattutto nell’ottica del possibile bilanciamento ottimale e dinamico. “Proveremo a muoverci su questo fronte in virtù del fatto che la fruizione di contenuti multimediali in mobilità apre nuovi scenari non solo di business ma anche tecnologici – conferma Mussat -. Non avendo un pregresso storico, la sfida sulla misurazione delle performance non è banale dato che dalle prestazioni tecnologiche, in particolare dall’utilizzo della rete, dipendono servizi che incidono sulla capacità di business”.

Nicoletta Boldrini, giornalista di ZeroUno

“È evidente che adattare i sistemi IT sovradimensionando la capacità tecnologica, come si faceva in passato, non rappresenta la risposta migliore alle sfide odierne – conclude Salierno -; la misurazione è certamente l’elemento cardine attraverso il quale ripensare il bilanciamento e l’ottimizzazione delle infrastrutture, ma la vista utente non deve comunque portare all’eccesso nella direzione di una ‘sovrabbondanza di servizio’. Vanno valutati i bisogni e le opportunità in funzione delle reali necessità di business e del supporto concreto che l’IT può garantire, in modo certamente più flessibile rispetto al passato, al processo aziendale”.


Easynet: più produttività con la ‘vista sull’utente’

Incrementare la produttività del business andando ad analizzare e assicurare quello che Easynet chiama “reddito dalle applicazioni”, attraverso la riduzione di possibili incidenti e riducendo i tempi per risolvere eventuali problematiche. Ciò che propone l’azienda è un nuovo approccio all’Apm, Application Performance Management e alla gestione intelligente delle reti grazie al quale l’It può identificare, attraverso un’analisi end-to-end, le cause principali di determinati ‘incidenti’ o cali di performance, non solo dalla prospettiva tecnologica ma anche, e soprattutto, dalla “vista utente”, ossia dal monitoraggio della “Quality of Experience” (QoE). Smart Application Assurance, per esempio, è una soluzione che fornisce una vista olistica delle applicazioni usate complessivamente dall'organizzazione; integrata con applicazioni/funzionalità di incident management e analisi delle cause-radice, la soluzione combina visibilità dell'applicazione, reportistica delle performance e una ottimizzazione dinamica del servizio applicativo (quindi della QoE).

La soluzione consente un monitoring end-to-end con una gestione intelligente delle infrastrutture di rete attraverso l'utilizzo flessibile e dinamico del network bilanciandolo a seconda della priorità e delle necessità di business.

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