Sistemi aziendali: un ruolo importante agli “eventi”

Analizzando alcuni trend tecnologici, Progress Software, società che fornisce soluzioni e tecnologie per la efficacia operativa nella gestione del business, sostiene che le aziende saranno sempre più orientate a voler essere guidate dagli eventi, così da risultare sempre più agili. Massimo Cazzaniga, Sales Director South Europe, spiega come, a suo avviso, il successo delle implementazioni It sarà valutato nella misura in cui i sistemi reagiranno e risponderanno agli eventi    

Pubblicato il 14 Mag 2009

Allineamento tra It e business. Tema dibattuto ormai da tempo ma su cui pare ci sia ancora molta strada da fare; sono molti i casi in cui si può parlare di avvicinamento tra le due realtà ma non si può ancora rilevare una vera e propria uniforme cooperazione. Ne è convinto Massimo Cazzaniga, Sales Director South Europe di Progress Software, portando ad esempio la cosiddetta “gestione degli eventi”, tanto importante per il business ma oggi ancora frenata, pare, proprio dall’It (leggi anche l’articolo “CEP: quale cooperazione tra business e IT?”).
Uno dei futuri trend tecnologici su cui Progress Software sta strategicamente puntando è il CEP, Complex Event Processing. Per capire di cosa si tratta, consigliamo la lettura del’articolo “CEP: cos’è e a cosa serve”; qui ci limitiamo a spiegare che si tratta di una tecnologia in grado di processare automaticamente una molteplicità di eventi con l’obiettivo di identificare quelli rilevanti all’interno di questa molteplicità e un cui insieme potrebbe risultare significativo per il business (per rilevare criticità, problemi o opportunità).

ZeroUno: Sarà dunque la capacità di supportare il business nella gestione degli eventi a migliorare il percorso di allineamento tra It e business?
Cazzaniga: Oggi l’It deve riuscire a soddisfare le esigenze di business in modo molto più veloce ed efficace rispetto al passato. I progetti It stessi, quelli che potremmo definire “puramente tecnologici”, in realtà sono guidati dalle necessità aziendali e dal supporto che questi progetti riescono concretamente a dare alle attività e alle strategie di sviluppo dell’impresa. Il tempo di risposta di questi progetti si fa sempre più stringente, quindi l’It deve adeguarsi. Il grado con cui l’It riesce a reagire alle richieste di business è sicuramente uno degli aspetti fondamentali che impattano direttamente sull’azienda e sulla sua forza competitiva. A nostro avviso, la capacità di interpretazione e di gestione degli eventi rappresenta un driver importante nel miglioramento del valore concorrenziale di un’azienda. Il valore dell’It dipenderà quindi dalla velocità con cui riuscirà ad intervenire fornendo gli strumenti più adatti; e questo implica la comprensione del business. La tecnologia è un abilitatore e il gap tra le due realtà si va sempre più assottigliando; ci sono tuttavia ancora degli scogli importanti da superare che riguardano la sfera “culturale”, intesa come capacità di linguaggio e, appunto, di comprensione tra le due parti.

ZeroUno: Nonostante le prospettive di crescita, il CEP non è ancora una tecnologia molto diffusa. Come può dunque rappresentare l’anello di congiunzione tra It e business?
Cazzaniga: È vero, ma credo che questo dipenda proprio da un fatto “culturale”. Ci sono tecnologie già mature in quest’ambito e settori di mercato o linee di business che ne sfruttano a pieno le potenzialità come le Trading Room (unità che gestiscono il trading finanziario). Nel 2003 l’analisi e la gestione degli eventi rappresentava il 25% delle applicazioni cosiddette di trading algoritmico (utilizzate per recuperare informazioni, correlarle e trarne conoscenza utile al supporto decisionale); nel 2007-2008 la percentuale è salita al 40%; ciò dimostra che stiamo parlando di tecnologie affidabili anche se l’esempio dimostra proprio come sia difficile raggiungere quell’allineamento tra business e It tanto atteso. Le Trading Room, infatti, sono unità a sé stanti degli istituti finanziari e, molto spesso, operano autonomamente le proprie scelte tecnologiche (indipendentemente dal dipartimento It centrale). Questo atteggiamento, comprensibile per le Trading Room, le quali hanno esigenze particolari e trattano informazioni “delicate” che non risiedono nei sistemi centrali anche per un fatto di sicurezza, lo ritroviamo anche in altre realtà. Mi spiego: il CEP è molto più vicino al linguaggio del business e non è raro che i progetti nascano e si sviluppino direttamente all’interno delle linee di business anziché dell’It. Ma stiamo comunque parlando di tecnologia e il dipartimento It ha quindi un importante ruolo abilitante e facilitatore da compiere (anche in considerazione del fatto che è responsabile di un’infrastruttura all’interno della quale il CEP deve necessariamente integrarsi).

ZeroUno: Dal punto di vista tecnologico, esistono dunque dei presupposti affinché il CEP possa dare i risultati attesi?
Cazzaniga: Il CEP permette di rispondere alle esigenze di business in real-time. È in grado di correlare una massa estremamente significativa di eventi e di consentire non solo il monitoraggio ma anche di prendere decisioni immediate a fronte di una valutazione delle nuove informazioni generate. Dal punto di vista infrastrutturale, un’architettura orientata agli eventi risulta essere un presupposto facilitante per l’utilizzo e il successo di una tecnologia di tipo CEP, ma non è comunque fondamentale. L’impegno dell’It verso la realizzazione di infrastrutture efficienti, ottimizzate e flessibili è “storico”; il CEP non aggiunge nulla di nuovo in questa direzione ma può diventare uno dei driver verso una maggiore efficacia dei sistemi (facilitando quel difficoltoso percorso di allineamento tra It e business di cui si parlava prima).
Non solo, le soluzioni CEP non sono intrusive e non incidono sulla normale operatività del business. Il CEP, in sostanza aggiunge valore on-top ma non va ad impattare sulle business operations che continuano a lavorare come prima, solo con strumenti più efficaci. Parlando di risultati, un aspetto importante da non sottovalutare e la misurabilità del ROI. Rispetto a progetti infrastrutturali, il ROI di una tecnologia CEP è meglio misurabile perché non è solo di tipo qualitativo ma anche quantitativo. Aspetto direi molto importante in un momento economico instabile come quello attuale.

ZeroUno: Quali sono le caratteristiche tecnologiche e funzionali del CEP?
Cazzaniga: Un aspetto fondamentale del CEP e di distinguo delle nostre soluzioni (Progress Apama), è il “correlatore” ossia la capacità dell’engine di poter mettere in relazione eventi diversi e “masse di eventi” differenti (provenienti da più fonti quali il datawarehouse, l’Erp, il web, i device mobili, fonti esterne di altre società, ecc.) e di poter determinare “pattern di azioni” possibili. L’evoluzione tecnologica del CEP rispetto al BAM (Business Activity Monitoring) sta proprio nella capacità di correlazione degli eventi da cui nascono tipologie di utilizzo molteplici. Se è vero, infatti, che la sua prima collocazione è stata nel mondo Finance, è innegabile che le funzionalità del CEP possano trovare applicazione in moltissimi altri campi come nelle Telecomunicazioni, nel Retail o nella Distribuzione. Uno dei settori maggiormente ricettivi, oggi, è quello del Travel (per esempio nella gestione aeroportuale dove la visibilità sugli eventi e la possibilità di rispondere in real-time è un aspetto molto importante). Un altro elemento fondamentale e’ quello di fornire alle persone di Business una dashboard su cui possono intervenire direttamente “reagendo”  in tempo reale alle esigenze di business senza richiedere un intervento dell’It, che ha contribuito al disegno e ai contenuti della dashboard rilasciata al Business.

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