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Software ESG: come misurare realmente la sostenibilità



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La misurazione della sostenibilità oggi si avvicina sempre più al rigore richiesto nelle metriche economico finanziarie. Ecco come i software ESG si preparano a raccogliere questa sfida.

Pubblicato il 8 mag 2024



Software ESG

Se fino a poco tempo fa la sostenibilità era un tema affrontato quasi esclusivamente da una cerchia ristretta di aziende illuminate, oggi sta entrando in modo sempre più pervasivo fra le scelte strategiche di un numero crescente di realtà. Sicuramente in questa evoluzione giocano un ruolo anche gli adempimenti normativi, ma nella maggior parte dei casi le aziende scelgono, anche in modo proattivo, di avvicinarsi alla sostenibilità all’insegna di una rinnovata consapevolezza.

Il percorso di sostenibilità tuttavia richiede strumenti adeguati, fra cui i software ESG, che supportano le aziende nella gestione e soprattutto la misurazione della sostenibilità.

Gestire la sostenibilità attraverso i software ESG

Attualmente i diversi standard di misurazione ESG sono un sinonimo di fatto di sostenibilità aziendale. Ricordiamo che questo acronimo indica criteri per la valutazione di un’azienda in termini di sostenibilità, responsabilità sociale e governance. Parametri, questi, che nel corso del tempo hanno acquisito una rilevanza crescente fino a diventare fondamentali per gli investimenti: secondo quanto riporta Statista, in Europa il 25% degli investitori è influenzato dal rating ESG.  

A confermarlo è Gianfranco Vallese, Client Account Executive di Qintesi. “Il mercato – spiega Vallese – offre numero di tool di reporting, a supporto del fabbisogno regolatorio. Tuttavia, se si ragiona in ottica di sostenibilità reale e non di mera certificazione, questo non è l’approccio migliore”. Secondo il manager, la strada più efficace è quella di dotarsi di strumenti in grado di raccogliere i dati funzionali a valutare le metriche a prescindere dalla regolamentazione a cui si risponde.

Il complesso scenario delle misurazioni ESG

“Oggi per la misurazione della sostenibilità esistono molteplici framework non sempre compatibili o sovrapponibili fra di loro” prosegue Vallese. “EFRAG e GRI hanno definito degli statement di sovrapponibilità, nell’intento di rendere i due standard interoperabili.” Questo, a vantaggio delle aziende: più gli standard sono coerenti, minore è il costo da affrontare. “In Europa sono previsti anche standard specifici di settore, rispetto ai quali l’EFRAG ha accettato la proposta di ritardare di due anni il processo di definizione, validazione ed approvazione”.

Tuttavia, il tema regolatorio non è un driver sufficiente a supporto delle aziende che intendono fare sostenibilità nel modo corretto. “La CSRD, la normativa europea in vigore da gennaio dello scorso anno, ha un percorso evolutivo, così come i software di riferimento” spiega Vallese. Il tema della doppia materialità, in cui la rendicontazione di sostenibilità ha pari dignità e analoghi meccanismi di quella economico-finanziaria, è un ottimo presupposto iniziale, ma i software attuali non sempre ne colgono appieno tutti i risvolti, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle metriche e l’ingestione dei dati.

I software ESG secondo SAP

SAP, di cui Qintesi è Gold Partner, mostra da tempo una grande attenzione alla sostenibilità, soprattutto in un’ottica futura. Ecco come lo spiega Vallese: “SAP sta lavorando al Carbon Accounting Hub, che rappresenta il punto di arrivo della Green Ledger Initiative, che misuri in modo operazionale l’impatto carbonico, esattamente come si fa con gli strumenti finanziari-contabili.”

Ma perché spingere così oltre la misurazione della sostenibilità? La ragione è semplice: al momento non ci sono parametri di valutazione che permettano di valutare correttamente la sostenibilità della supply chain. Vallese lo spiega con un esempio: “Ad oggi la valutazione di Scope 3 è frutto di valutazioni e non di dati reali; per rappresentare correttamente questo impatto è necessario conoscere gli apporti puntuali di tutte le attività di trasformazione, di trasporto, a partire dalle materie prime, per continuare con i semilavorati, fino al singolo prodotto finito, lungo tutta la catena del valore”.

Per sovvenire a questo problema, SAP sta presentando diverse soluzioni:

  • SAP Sustainability Footprint Management: uno strumento per modellare i flussi energetici delle realtà produttive, volto a determinare l’impronta carbonica a livello di prodotto.
  • SAP Sustainability Data Exchange: è un protocollo per facilitare lo scambio di dati ambientali fra le aziende, efficace soprattutto per prodotti complessi, per esempio automotive. Il suo scopo è semplificare il percorso di raccolta dati.
  • SAP Green token, uno strumento che fa leva sulla blockchain, per rendere tracciabili le informazioni sui materiali, energia e labour force. “Attraverso la tokenizzazione – spiega Vallese – si crea un digital twin che include le caratteristiche anche per quanto riguarda l’impatto in termini di CO2. Attraverso la Blockchain, si crea un ledger distribuito e immutabile per tracciare lo scambio di materiali, anche nel mondo agroalimentare.” Questo permette di gestire anche la catena di custodia e la gestione della materia prima, evitando il rischio di mescolamento, in tutti i casi in cui le origini sono diverse, per esempio il mercato agroalimentare o quello dell’energia.

Un progetto per la sostenibilità

Il Carbon Accounting Hub, ad oggi, va considerato come un progetto, finalizzato a creare un dato accertabile, realmente misurato, con la stessa capacità di tracciare le informazioni che oggi si riscontra nel campo economico. “Anche la normativa – sottolinea Vallese – offre principi simili, non per un obiettivo censorio, ma pratico: come sarebbe possibile migliorare qualcosa che non viene misurato?”.

Bisogna ricordare che la sostenibilità oggi offre anche importanti vantaggi per la competitività. Vallese, per esempio, ci ricorda il Green Asset Ratio, strumento attraverso il quale il mondo finanziario deve rendicontare quanta parte dei propri asset è collocata su aziende sostenibili. La misurazione della sostenibilità, insomma, oltre a essere auspicabile sul piano etico, oggi è anche un importante acceleratore di opportunità per le aziende.



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