Il riuso come leva di risparmio e sostenibilità anche nell’Information technology, attraverso la compravendita di software usato. Oggi si può: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, infatti, si è espressa in merito alla protezione dei prodotti software (sentenza della causa C-128/11 del 3 Luglio 2012), stabilendo che l’autore di un programma per elaboratore non può opporsi alla rivendita delle licenze usate e che l’acquirente può utilizzare legittimamente l’applicativo comprato da un soggetto terzo. Inutile dire che la vicenda legale apre una breccia potenzialmente significativa nell’ecosistema dell’offerta It, creando opportunità di business alternative e facendo largo all’ingresso di nuovi player. Pioniere italiano, Resoft è una realtà di recente formazione per la commercializzazione del software usato multivendor, nata dall’incontro di alcuni professionisti del settore capitanati dal Ceo Guido Mastrolia, che con ZeroUno chiarisce obiettivi e strategie della sua impresa.
“Ci concentriamo sul mercato delle imprese – raccolta il Ceo -. Nel mondo della Pa c’è una barriera di ingresso molto forte [nella gare di appalto non è menzionato l’acquisto di software usato, ndr] e abbiamo deciso di non andare sul mondo consumer [troppo dispersivo e segmentato per fare grandi volumi, ndr]. Collaboriamo con consulenti esterni, specializzati in diversi ambiti e prodotti, a cui ci appoggiamo per supportare la compravendita: il loro compito è analizzare lo status quo e le esigenze del cliente, indicando se ci sono alternative più convenienti alle licenze nuove. Non sempre, infatti, è necessario effettuare l’upgrade degli applicativi all’ultima release per ottenere un prodotto funzionale alle necessità dell’azienda”.
Ma come viene percepito il software “di seconda mano” in Italia? “C’è ancora molta diffidenza – fa notare Mastrolia -, soprattutto perché ne viene ignorata la legittimità; perciò il nostro principale obiettivo ora è fare informazione. Nel nostro Paese esistono già due filiali di multinazionali tedesche che si occupano della compravendita degli applicativi usati”.
Tra i software usati attualmente più richiesti dal mercato, Mastrolia non ha dubbi: innanzitutto gli applicativi Microsoft, Sap, le soluzioni Cad e le suite Adobe. Il contratto che Resoft stipula con il fornitore di applicativi usati è in contovendita e dura due anni: per ogni partita viene fornita una valutazione sulle possibilità di successo dell’operazione commerciale, considerando parametri come il grado di richiesta sul mercato e di obsolescenza. Resoft trattiene una percentuale sugli introiti – calcolata o sul costo di acquisto originario o sul valore realizzato dalla vendita -, che varia a seconda di quanto è forte la domanda stimata.
I vantaggi per i titolari delle licenze sono evidenti: “Hanno in casa – dice Mastrolia – un capitale immobilizzato, un plusvalore da cui ottenere liquidità. Ma anche i vendor hanno il loro tornaconto: la possibilità di trarre guadagno dalla futura vendita del software usato incentiva le aziende all’acquisto di applicativi originali e licenze regolari”.