LOS ANGELES – Oltre 5.000 partecipanti registrati, più di 250 sessioni tecniche distribuite su tre fasce d’orario, un’area espositiva per 109 aziende partner e utenti, 14 presentazioni per i partner certificati e la presenza di ben 145 tra giornalisti, blogger e ‘tech-editor’ giunti da 20 Paesi. Questi alcuni numeri di SolidWorks World 2017, che dal 5 al 9 febbraio scorso ha monopolizzato le pur capienti strutture del Convention Center di Los Angeles e degli alberghi vicini.
Come si ricorderà, tra le molte realtà che formano la galassia Dassault Systémes, un gruppo che cresce al ritmo di una o due acquisizioni l’anno, SolidWorks, acquisita nel lontano 1997, è tra quelle che hanno mantenuto, oltre al brand, una larga autonomia operativa, con un suo management e una sua struttura commerciale, che organizza, appunto, le annuali ‘convention’ per utenti e partner. Per questo il ‘keynote’ di apertura è stato tenuto da Gian Paolo Bassi, un top manager italiano di lunga esperienza che giusto da due anni è al vertice della società.
Come capita spesso in questi eventi, il discorso è stato introdotto da uno spettacolare ‘coup de théatre’ nel quale Bassi ha posto il collo sotto una terrificante sega circolare costruita dalla Illusion Projects, che usa SolidWorks per realizzare attrezzi per effetti speciali. Dopo una tale prova (“chi mai si fiderebbe tanto dei suoi prodotti da metterci la testa?”, ha detto emergendo senza un graffio dalla ‘macchina infernale’) il Ceo Solidworks è subito passato al succo della giornata. Che sta in queste parole: “Oggi entriamo nell’era di un nuovo Cad, vale a dire il Computer Augmented Design”. Una frase il cui senso è che essendo ormai la modellazione tridimensionale un concetto acquisito è il momento di passare oltre, mettendo il progetto 3D a monte di un flusso che porta dall’idea alla sua realizzazione. “La design validation – ha proseguito Bassi – sarà un ricordo del passato, dato che il modello avrà in sé tutte le informazioni necessarie per essere ottimizzato ai fini della produzione”. Il supporto a quest’evoluzione sta nell’essere SolidWorks parte della 3DExperience, “…una piattaforma che mette insieme gente, tecnologie e proposte in grado di aiutarvi a portare le vostre idee sul mercato in modo più veloce, più facile e migliore. La nostra strategia si fonda sul dare all’utente la potenza di questa piattaforma investendo in tre priorità: il desktop, le applicazioni di piattaforma e il full-online”. Vale a dire: il prodotto base (che si chiama SolidWorks Desktop), l’integrazione o l’interoperabilità con le soluzioni non-SolidWorks che stanno nella 3DExperience e l’accesso a tutte le funzionalità come SaaS via cloud.
Le novità tecnologiche presentate a Los Angeles
Con questo, Bassi è passato ad annunciare due importanti novità dell’offerta, già in parte anticipate ai partner. La più significativa sul lato tecnologico è l’ottimizzazione del progetto tramite l’analisi topologica, cioè studiando le forme che non cambiano se sottoposte a deformazioni non distruttive. Il progettista potrà quindi lavorare ‘all’indietro’ partendo dai punti fermi da rispettare, con prevalenza delle funzioni sulla forma. Si tratta del primo software sviluppato con Simulia e, se vogliamo, è una dimostrazione della “platform power” di cui s’è detto.
Più importante invece dal punto di vista strategico è l’integrazione con la tecnologia di stampa 3D di Stratasys per la realizzazione dei prototipi. Una partnership che porta SolidWorks nell’additive manufacturing, parte essenziale della strategia per lo “smart manufacturing”, una delle tre componenti che, con la “smart energy” e gli “smart services”, formano la cosiddetta “Industry 4.0”. L’Industry 4.0, ricordiamo, è quell’evoluzione del modo di produrre che consiste nell’integrazione ‘intelligente’ della manifattura con le fonti d’energia e i servizi che vi sono associati (dalla logistica alla gestione delle scorie) per migliorare, con la produttività, anche l’ambiente e la qualità della vita. Sebbene di Industry 4.0 a Los Angeles non si sia esplicitamente parlato, vi sono segnali abbastanza chiari sull’attenzione che SolidWorks ha in merito. Come rendere più facile il data management (base del passaggio progetto-produzione) con una nuova interfaccia stile browser per SolidWorks Pdm, e soprattutto con l’anticipazione, fatta un po’ in sordina nell’ultimo giorno dell’evento, di SolidWorks Cam, atteso nel 2018 ma del quale già dalla probabilmente ad aprile sarà disponibile una beta release.
La strategia SolidWorks per lo smart manufacturing è stata quindi illustrata da Suchit Jain, Vp Strategy and Community, che l’ha sintetizzata in quattro linee:
- stimolare negli utenti la consapevolezza dell’importanza d’integrare progettazione e produzione per migliorare lo sviluppo dei prodotti, semplificare i servizi che ne dipendono e risparmiare materiali ed energia;
- potenziare le attuali capacità di supporto alla produzione del software;
- sostenere le soluzioni dei partner decidendo con loro quali funzioni Cam siano più adatte (intuibilmente ai fini del nuovo SolidWorks Cam di cui s’è detto);
- dotare SolidWorks del controllo a due assi e mezzo. Una opzione che indirizza le lavorazioni più semplici su macchine dal controllo numerico è parziale e sottintende la scelta di portare lo smart manufacturing alla fascia bassa di mercato, acquisendo nuovi utenti e/o sostituendo strumenti concorrenti.
Dopo SolidWorks ha preso la parola il top management di Dassault Systèmes, nelle persone di Monica Menghini, Executive Vp e Chief Strategy Offficer, e del Ceo, Bernard Charlès. L’intervento della prima è stato centrato sul ruolo che il progetto viene ad avere in azienda una volta che venga esteso ai prototipi e alla produzione come annunciato. “In questa visione il progetto diventa un business plan”, ha detto, aggiungendo che: “…ogni prodotto sarà di fatto un portale d’accesso per altre cose”. Il nuovo ’augmented design’ abilita in pratica l’impresa a passare dallo studio all’esperienza e dal bisogno di designer dalle doti multidisciplinari all’apporto delle ‘tribù sociali’. In sintesi: dalla visione ai risultati. Quanto a Charlès, in un breve (9 minuti) ma denso intervento ha dato un esempio della potenza della ‘digital experience’ citando il megaprogetto della città di Singapore (5,5 milioni di abitanti, 641 Km2) che: “sta ridisegnando l’intero tessuto urbano, rappresentando edifici e trasporti, sopra e sotto la superficie con i nostri strumenti, usati largamente via cloud” e concludendo citando il ruolo dei 3DExperience Lab, un’iniziativa già in atto in Europa e ora estesa al Nord America, tramite la quale Dassault Systèmes mette a disposizione interi ‘mondi virtuali’ nei quali aziende e singoli ricercatori possono sperimentare la sostenibilità di progetti innovativi.
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