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Infrastrutture e applicazioni, ecco i 6 trend indirizzati dalle aziende italiane

I dati dell’Osservatorio Enterprise Application Governance indicano un maggior impegno delle aziende italiane sul fronte della trasformazione digitale: sono sempre meno le aziende completamente immobili e aumentano gli investimenti IT. Ecco quel che hanno risposto i Cio in merito a ciò su cui stanno lavorando

Pubblicato il 14 Dic 2017

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Soltanto il 16% delle aziende monitorate nell’Osservatorio Enterprise Application Governance non ha ancora introdotto processi, strumenti, modalità di collaborazione fra dipartimenti o nuove competenze ed è immobile rispetto alla digital transformation.

È uno dei dati positivi che è emersi dall’ultimo Osservatorio Enterprise Application Governance promosso dalla School of management del Politecnico di Milano, in cui si evince che l’84% dei Cio delle medie e grandi imprese italiane ha in atto un percorso di trasformazione digitale della propria direzione IT. In particolare, il 44% delle organizzazioni sta introducendo nuovi processi, metodologie e strumenti di lavoro per una migliore collaborazione tra le figure coinvolte nei progetti, il 39% sta adottando nuove modalità di lavoro con il business, il 35% delle aziende sta intraprendendo una profonda azione di revisione organizzativa e il 34% sta inserendo nel proprio staff nuove figure e competenze.

Fra gli interventi messi in atto dalle imprese, cresce la diffusione della metodologia di lavoro “Agile”, che permette di gestire i progetti di trasformazione digitale garantendo flessibilità, velocità e adattabilità al contesto. Più di un’azienda su due (il 53%) utilizza questa metodologia, mentre solo il 20% non la impiega ancora in nessun progetto. Tuttavia, soltanto il 2% dichiara di gestire tutti i progetti IT in modalità “Agile”, mentre ben il 27% si trova ancora in una fase di valutazione e sperimentazione. Come motivazione all’utilizzo dell’“Agile” il 54% delle imprese indica la maggiore rapidità di risposta alle richieste della linea di business, il 32% la riduzione dei tempi di esecuzione e il 31% la maggiore flessibilità alle richieste di modifica. La scarsa conoscenza e competenza interna all’azienda (49%) e la mancanza di disponibilità e competenze adeguate da parte dei fornitori (32%) sono invece i principali ostacoli alla piena adozione, seguite dalla resistenza interna al cambiamento dei dipartimenti IT (27%) e del business (24%).

L’investimento medio in sviluppo di applicazioni aziendali e digitalizzazione dei processi è pari al 24% della spesa IT, contro il 19% dello scorso anno. Un aumento che indica la consapevolezza della necessità di investire per modernizzare e far evolvere la propria struttura informativa per rispondere alle sfide della rivoluzione digitale.

Rispetto alla precedente rilevazione – ha commentato Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio Enterprise Application Governance –sono cresciute sia la consapevolezza della necessità di mettere a punto modelli organizzativi in grado di supportare al meglio le imprese nella sfida della trasformazione digitale sia la quota di spesa IT destinata al miglioramento delle applicazioni aziendali. Tuttavia, il fatto che le imprese indichino tra gli ostacoli la carenza di competenze adeguate e la resistenza interna al cambiamento dimostra che nel complesso la situazione italiana vede ancora un certo ritardo e molti tentennamenti”.

“La sfida più importante del cambiamento è quella organizzativa all’interno delle aziende che vogliono che la trasformazione digitale diventi un fattore competitivo. La chiave è la collaborazione interna fra IT e le Line of Business, indispensabile per cogliere realmente i benefici delle metodologie Agile: la governance del digitale non può che essere trasversale all’organizzazione” ha avvisato Marco Mazzucco, ricercatore Senior dell’Osservatorio Enterprise Application Governance.

I fenomeni principali affrontati da Cio e direzioni IT

Secondo gli autori dell’Osservatorio infrastrutture e applicazioni in azienda stanno evolvendo seguendo alcuni trend ben precisi, in particolare si tratta dei seguenti fenomeni.

  1. La Collaboration è stata indicata dal 63% dei CIO intervistati come il trend di maggior impatto sull’evoluzione dell’architettura informativa aziendale. Questo aspetto è un elemento che riguarda in maniera trasversale tutti i processi aziendali e interessa le Direzioni IT perché una più razionale collaborazione fra le diverse unità, i fornitori e i clienti, consente di migliorare la produttività e la gestione di informazioni e attività.
  2. La Mobility, scelta dal 59%, si piazza al secondo posto fra i trend emergenti più rilevanti, in leggera flessione rispetto alla ricerca 2016 (64%), essa sfrutta le caratteristiche innovative dei nuovi dispositivi mobili, come sensoristica e geolocalizzazione, per condividere in modo più efficace e in tempo reale le informazioni con soggetti esterni all’azienda, che diventano parte integrante dei processi.
  3. In terza posizione fra i trend di maggior impatto si colloca la Data Intelligence, l’aspetto cresciuto maggiormente rispetto alla scorsa rilevazione (53%, +11% sul 2016). Sfruttando la mole di dati prodotta dai processi di business, dai prodotti, dagli utenti o da realtà esterne, è possibile infatti costruire modelli di analisi predittiva in grado di migliorare i processi decisionali, automatizzare molte attività e generare nuova conoscenza.
  4. La User Experience, col 53% delle preferenze, condivide il terzo gradino del podio con la Data Intelligence. L’esperienza d’uso ha l’obiettivo di rendere le applicazioni meno complesse e più intuitive, velocizzare i tempi necessari a svolgere determinate operazioni, riducendo così gli errori e gli interventi formativi sul personale. Mentre nel 2016 questo trend era indicato rilevante dal 61% del campione, oggi viene considerato come un dato acquisito, grazie anche all’evoluzione dell’offerta, e quindi meno determinante.
  5. Il trend del Pervasive Computing, indicato dal 37% del campione (contro il 33% del 2016), si posiziona a grande distanza dal podio. Questo aspetto è legato non solo alla sempre maggiore disponibilità di oggetti “smart” connessi, in grado di raccogliere dati, ma anche all’abilitazione di nuovi modelli di business grazie all’aggiunta ai prodotti di componenti digitali che garantiscono nuove forme di automazione nei processi.
  6. L’ultimo trend per ordine di importanza, indicato da meno di un CIO su tre (il 30%, contro il 36% del 2016), è l’Open Application. Costruire una Open Application significa avere processi di business sempre più interconnessi, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, che si arricchiscono con apporti esterni. Per raggiungere lo scopo, i sistemi informativi aziendali devono essere flessibili, scalabili e aperti all’integrazione con altre applicazioni.

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