Mentre i business digitali rendono più critici gli aspetti della qualità del software e il rispetto dei tempi di rilascio, cresce l’interesse per le tecnologie che automatizzano le fasi finali del collaudo e della quality assurance (QA).
Lo rivela la decima edizione (2018-2019) del rapporto World Quality Report realizzato da Cap Gemini e Sogeti in collaborazione con Micro Focus, mostrando come l’automazione sia un complemento alle pratiche di agile e DevOps oltre al modo più efficace per migliorare la user experience e rispettare i tempi di rilascio.
Il Rapporto, realizzato intervistando circa 1700 executive IT in 32 nazioni (50 gli intervistati in Italia), rileva al primo tra gli obiettivi di test e quality assurance l’esigenza di garantire la soddisfazione degli utenti (fondamentale per il 42% dei rispondenti quest’anno, contro il 27% del 2017) a pari merito con la necessità di trovare i difetti prima del go-live (42%, contro il 34% nel 2017). Per il 41% degli intervistati (29% nel 2017) QA e capacità di test contribuiscono direttamente alla crescita del business e fatturato aziendali.
Come cambia il ciclo di vita dello sviluppo con l’automazione QA e test
Impiegata per anni in ambiti specifici e segregati, l’automazione di QA e test si è estesa e sta cambiando il lifecycle dello sviluppo.
Secondo gli estensori del Rapporto, i trend oggi più significativi riguardano il model-based testing (per la generazione automatica di script e test automatici; il 61% degli intervistati lo avrà entro il prossimo anno), la robotic process automation (RPA, scelta dal 54%) e la cognitive automation (49%). Tra i trend emergenti per i prossimi due anni c’è inoltre il test automatico delle API. Secondo il Rapporto, il 18% dei test funzionali già oggi sono effettuati usando strumenti generatori di script; il 16% usando i tool di test automation. L’automazione risulta impiegata nel 16% dei test prestazionali e nel 16% di quelli relativi alla security. Il 15% degli intervistati usa la test automation end-to-end in ogni scenario.
Secondo gli analisti entro i prossimi 2-3 anni vedremo sempre maggiore integrazione tra test automation e ciclo di sviluppo, attraverso ecosistemi comprendenti componenti proprietari, open source e tool commerciali.
Un altro passo è la “smart test automation” che mette insieme il model-based testing, componenti di ottimizzazione, gestione dei dati di test, virtualizzazione dei servizi in aggiunta a capacità analitiche, RPA e tecniche proattive applicate al processo di sviluppo. Sempre secondo gli analisti, sarà sempre più semplice analizzare i file di log con modelli predittivi per avere suggerimenti per migliorare il codice, ancor prima che sia completo e pronto per i test. Mettere in parallelo lo sviluppo con i test facilita l’adozione di agile e DevOps. Per arrivare a questo punto c’è comunque ancora molto lavoro da fare secondo gli analisti. Il 61% degli intervistati ha delle difficoltà a gestire troppe modifiche tra un rilascio e l’altro. Il 48% segnala problemi con i dati di test e la stabilità degli ambienti. Nel 46% dei casi c’è un problema di conoscenza ed esperienza nell’uso degli strumenti per l’automazione dei test.
Questi e altri elementi contenuti nel Rapporto vanno a comporre un quadro preciso di cosa aspettarsi nel prossimo futuro e di cosa giustifica l’investimento nella test automation.
La test automation è centrale nella strategia Micro Focus di Enterprise DevOps con l’ adozione di pratiche per un IT Ibrido, automatizione e orchestrazione della continuous delivery delle applicazioni, dal mainframe ai dispositivi mobili.
Nella figura sono graficizzati gli obiettivi che si intendono raggiungere con le attività di QA e testing. Il World Quality Report, liberamente scaricabile a questo link, include numerosi altri grafici che consentono di analizzare i diversi aspetti del tema.