Non solo Cobol, ma il Cobol è in piena salute. Questo il leit motiv della recente Micro Focus Conference, la cui prima parte è stata dedicata appunto a Visual Cobol R3, la più recente evoluzione dello storico cavallo di battaglia del fornitore inglese, che apre il porting e lo sviluppo di applicazioni Cobol a nuovi ambienti, da Jvm fino al cloud computing di Windows Azure. La seconda parte dell’evento invece si è incentrata sulle aree più recenti dell’offerta Micro Focus, application management e quality control, legate alle acquisizioni degli ultimi anni: ed è su questa che ci siamo soffermati in un’intervista con il country manager Piero Iannarelli.
“Già da tempo il nostro obiettivo è posizionarci nel mondo enterprise application coprendo più ambiti del ciclo di vita delle applicazioni al di là dello sviluppo. Perciò abbiamo fatto acquisizioni nell’assessment applicativo, poi nella modernizzazione (Hal e NetManage), e infine nel controllo qualità – ci spiega Iannarelli -. Oltre il 70% dei progetti di sviluppo ha costi 3-4 volte superiori al previsto anche per problemi di qualità finale dell’applicazione, così abbiamo comprato Borland e una divisione Compuware per anticipare e automatizzare i controlli di qualità lungo il processo di sviluppo, integrando le rispettive tecnologie in una sola piattaforma”.
Al momento dell’intervista, Micro Focus stava per chiudere l’anno fiscale: “Non posso parlare di dati ma siamo cresciuti, anche se meno del 35% dell’anno scorso; la cosa più interessante è che aumenta il numero di nuovi clienti in tutte le aree di attività, specialmente nella modernizzazione: i clienti non pensano più solo a ridurre i costi, altrimenti il calo del costo del Mips avrebbe bloccato questo mercato. Invece oggi chi fa rehosting usa la modernizzazione, oltre che per risparmiare, anche per aprirsi al cloud e alle ultime novità tecnologiche”. Quanto all’Italia, “abbiamo aumentato le vendite nel mercato delle medie e piccole aziende di un tasso più vicino alle tre che alle due cifre”.
L’apertura dell’offerta Cobol al cloud cambia anche il concetto di application management: “Prima quest’attività era ‘fatta in casa’, si toccava con mano: oggi invece si tratta di controllare le proprie applicazioni che risiedono ‘da qualche parte’ in un ambiente non più finito, e i nostri tool si sono evoluti per lavorare su un’area molto più ampia di prima”.
Quanto al nuovo anno fiscale, sul fronte tecnologico Micro Focus lo apre con un importante accordo con Microsoft per creare ‘reference environment’ per la migrazione (rehosting) di applicazioni mainframe su piattaforma x64 Windows Server.
I reference environment saranno realizzati presso i Microsoft Technology Center di Reading (Uk) e Redmond (Usa), rispettivamente su hardware Dell e Hp. In ambito commerciale invece “in Italia abbiamo avviato un programma di certificazione dei partner, che si concluderà entro agosto con una decina di società certificate: crescerà così il numero di programmatori sul mercato in grado di sviluppare applicazioni di qualità a costi interessanti – conclude Iannarelli -. Ciò avrà un importante impatto sulla nostra immagine. Negli anni scorsi si è pensato che facessimo concorrenza ai system integrator, perché il cliente si rivolgeva a noi non solo per l’acquisto dei prodotti ma anche per il progetto. Tra poco invece queste società certificate cureranno tutto lo sviluppo, e noi manterremo l’ownership solo della parte alta del progetto”.
Micro Focus: il punto su application management e quality control
Incontriamo il country manager Piero Iannarelli per parlare di risultati e strategie nei nuovi business a contorno di quello storico del cobol
Pubblicato il 29 Giu 2011
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