Next generation Apm: Compuware unifica il controllo delle performance

Sotto il nuovo brand ‘Compuware APM – Gomez/dynaTrace’, la società che ha fatto delle tecnologie per il controllo delle performance il proprio core business lancia una nuova generazione di soluzioni per applicazioni mobili, cloud, enterprise e streaming. Finalmente unificati i controlli: dall’esperienza utente a scendere fino al mainframe e al network. Il tutto da un unico punto di monitoraggio e gestione.

Pubblicato il 26 Giu 2012

È sulla User Experience Management (Eum) che punta Compuware, società fortemente focalizzata sulla proposta di soluzioni ed-to-end nell’ambito dell’Application Performance Management (Apm); con la proposta della nuova piattaforma APM Spring Release l’azienda apre le porte ad una nuova generazione di soluzioni (oltre che di approccio metodologico) per il controllo delle performance applicative. A raccontarlo è Andrea Nava, PM Emea Technical Director Regional della società, con la supervisione di Austria, Germania, Europa dell’Est, Mena (Medio Oriente e Nord Africa), Francia, Portogallo, Spagna e Svizzera.

Andrea Nava, PM Emea Technical Director Regional di Compuware

“Il nostro approccio al controllo delle performance applicative ha sempre avuto una caratteristica peculiare fondamentale che ci distingue dai competitor: partire sempre dall’esperienza utente e non dalla vista tecnologica”, ricorda Nava. “E su questa visione abbiamo costruito una proposta end-to-end che, oggi, si arricchisce ulteriormente portando all’interno dell’Apm anche il Network Performance Management (Npm); stiamo inoltre lavorando per integrare la piattaforma con le nostre soluzioni di controllo e gestione dei mainframe”.
Visione e proposta strategica di Compuware vogliamo essere la risposta alla criticità dell’attuale scenario: le applicazioni moderne sono ormai assemblate dinamicamente in Internet o nella rete dei carrier, nel browser dell’utente o negli ambienti mobile. La complessità è enorme e deriva da più fonti (i code frameworks del web 2.0, applicazioni mobile native, applicazioni streaming, servizi cloud e di terze parti, utilizzo di smartphone e tablet, browser e sistemi operativi differenti, ricorso a Isp e operatori mobile diversi, ecc.) e variabili che hanno un impatto sulla user experience.

A fine 2011 l’azienda aveva annunciato la prima soluzione di test di carico pensata per il web, il mobile e le applicazioni cloud (la soluzione integra i brand Gomez e dynaTrace, società di recente acquisizione, e consente di individuare e risolvere le criticità di performance lungo l’intera catena delle applicazioni, consentendo di fare anche analisi predittive sulle performance applicative); “Oggi Compuware compie un ulteriore passo in avanti verso il ‘next generation Apm’ annunciando il primo monitoraggio ‘real user’ sia dai browser sia da applicazioni mobile native”, spiega Nava. “La nostra piattaforma consente, da un unico punto di controllo, facile ed intuitivo da comprendere e utilizzare, di identificare rapidamente e risolvere problemi legati alle performance che portano gli utenti ad abbandonare la transazione nonché gestire in modo proattivo la user experience attraverso un’ampia gamma di analitycs delle performance, consentendo in modo automatizzato la notifica, l’isolamento e l’ottimizzazione anche dei problemi più complessi”.

La console di gestione e controllo consente una visibilità completa su tutti gli aspetti delle performance delle applicazioni: le azioni degli utenti nell’applicazione mobile, per esempio, sono correlate anche alla geografia, al tipo di dispositivo, all’operatore mobile, alla potenza del segnale, alla Cpu, alla batteria del dispositivo e altro. E proprio per garantire un controllo realmente e totalmente unificato Compuware ha lavorato anche all’integrazione tra Apm e Npm: “Compuware APM Spring Release offre una unica soluzione per gestire le prestazioni sia delle applicazioni sia della rete – specifica Nava – e comprende dashbords out-of-the-box per il controllo end-to-end di applicazioni web ma anche di business application in ambienti fisici, virtuali o cloud-based”.
“L’approccio però è sempre quello che ci ha contraddistinto fino ad oggi – conclude Nava -: partire dall’esperienza utente per capire quali sono gli eventi che vi impattano, dall’applicazione alla sua relazione/integrazione con altre applicazioni, con ambienti middleware e i sistemi hardware e network, con un tipo di monitoraggio che racchiude sia parametri di carattere tecnologico sia Kpi di business”.

I numeri del successo

Compuware conta oggi circa 5.000 dipendenti a livello mondiale e più di 23.000 clienti (oltre 7.000 solo quelli del segmento Apm – Application Performance Management), supporta 46 delle prime 50 aziende classificate ‘Fortune 500’ (e nella stessa classifica conta clienti per il 100% del segmento Financial and Security, l’80% delle compagnie assicurative, il 70% delle aziende del settore Healthcare e il 65% delle aziende Telco) e l’85% delle società ‘Fortune and Global 100’. La società ha ottenuto un risultato fiscale 2012 in crescita del 9% rispetto allo scorso anno, superando il miliardo di dollari di fatturato complessivo: a salire sono tutti i segmenti (vendita licenze +13%, maintenance +2%, servizi professionali + 9%) e tutte le aree di proposta tecnologica (soluzioni Apm end-to-end +17%, Mainframe +13%, Covisint – soluzioni per la collaboration +24%, Changepoint – It Portfolio Management +34%, Uniface – ambiente per lo sviluppo applicativo +1%).
Collocata tra i ‘Leaders’ nel quadrante magico di Gartner, Compuware è considerata anche tra gli ‘innovatori’ nelle classifiche Idc, ‘Global Company of the year’ per le soluzioni Apm cloud-based da Frost and Sullivan ed ha ottenuto il punteggio più alto da Forrester nella valutazione complessiva del mercato Apm e dei vendor che vi operano.

I numeri del successo derivano anche dalla mirate acquisizioni strategiche. Nel 1994 l’azienda acquista Uniface portandosi in casa un ambiente di sviluppo per la creazione, la trasformazione e l’integrazione di applicazioni di business strategiche. Negli anni successivi acquisisce altre società quali Covisint nel 2004 (soluzioni per la collaboration), SteelTrace (software di requirement management per la gestione di progetti tecnologici) e ProviderLink (che estende le competenze e le tecnologie in ambito collaboration) nel 2006. Ma è dal 2009 che inizia il rivoluzionario cammino verso il ‘next generation Apm’ con l’acquisizione, prima, di Gomez, leader nella gestione dell’esperienza (e quindi delle performance) di applicazioni web, e dynaTrace poi, nel 2011, aprendo la strada verso il Business Service Management con l’obiettivo di definire un nuovo standard per l’Application Performance Management.

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