Oggi i servizi digitali rappresentano il cuore pulsante e la leva di successo per qualsiasi organizzazione. La capacità di progettare e rilasciare molto rapidamente nuove soluzioni è fondamentale per guadagnare competitività sul mercato. L’esigenza di accelerare la pipeline applicativa ha investito particolarmente il settore Retail, come conseguenza della crisi pandemica.
Muoversi nel nuovo panorama
«Data l’impossibilità dei clienti di recarsi fisicamente in negozio – dichiara Simona Colombo, Project Manager di Beta 80 Group – i retailer hanno dovuto rivedere improvvisamente il modello di business, potenziando il sito di e-commerce e sfruttando i media digitali in ottica omni-channel. Ma il Covid-19 ha impattato anche i processi di organizzazione interna. Ad esempio, la frequenza dei dipendenti ammalati ostacolava non soltanto la normale turnazione, ma anche la continuità di servizio verso il pubblico».
La mancanza di informazioni condivise infatti impediva agli operatori di subentrare al collega assente e proseguire nella conversazione con il cliente da dove interrotta. Serviva pertanto un sistema per la distribuzione della conoscenza, banalmente una soluzione di Customer Relationship Management (CRM).
Anche l’organizzazione delle consegne era diventata più complessa: bisognava quindi migliorare le comunicazioni con i corrieri e i diversi attori della filiera, integrando i sistemi It lungo la supply chain.
«Le aziende del Retail – prosegue Colombo -, si sono ritrovate così a sviluppare una miriade di nuove applicazioni a supporto delle necessità di business emergenti. La velocità nell’erogare servizi alla clientela rappresentava e costituisce attualmente l’obiettivo primario, soprattutto per competere con i colossi della vendita online che dettano standard di efficienza elevatissimi».
Application Modernization, approccio Agile e strumenti DevOps
La modernizzazione delle applicazioni e le metodologie di sviluppo Agile possono portare significativi vantaggi alle aziende Retail nell’ottica di ottimizzare il parco software e soddisfare le nuove esigenze del settore.
L’Application Modernization, ovvero l’adeguamento dei programmi esistenti alle più recenti tecniche di progettazione, è un requisito fondamentale per ottenere soluzioni potenti, flessibili e sicure, che sfruttano appieno le potenzialità degli ambienti cloud.
Il metodo Agile invece permette di accelerare le tempistiche di development e allineare le applicazioni alle esigenze mutevoli del business.
«L’approccio waterfall tradizionale – spiega Colombo – esige requisiti funzionali chiari fin dalla fase iniziale e non ammette ripensamenti. Con la metodologia Agile, invece, il requisito del prodotto si definisce progressivamente, man mano che il progetto avanza e si raccolgono feedback da parte degli utenti».
Si procede infatti per cicli di lavoro che durano mediamente due settimane e aggiungono di volta in volta un piccolo incremento (ad esempio, la correzione di un baco o l’aggiunta di una funzione) verso l’obiettivo finale, con la possibilità di raddrizzare continuamente il tiro.
«Ci sono sostanzialmente due modalità – prosegue Colombo – per mettere a terra il modello Agile. La prima è una semplice scelta metodologica, che prevede la pianificazione delle attività per slot temporali e il confronto periodico con gli utenti. La seconda invece include il ricorso a strumenti tecnologici specifici per il DevOps, che permettono di automatizzare l’intera pipeline, dallo sviluppo alla delivery del nuovo codice, abilitando la stretta connessione tra il lavoro dei Developers e il mondo delle IT Operations».
L’impatto di un partner nell’adozione di metodologie Agile
Per raggiungere gli obiettivi di business, le aziende del settore Retail dovrebbero quindi intervenire a più livelli, evolvendo il parco applicativo verso ulteriori traguardi di efficacia e implementando le metodologie Agile, con il supporto di strumenti DevOps.
Chiaramente, il salto verso i nuovi modelli di sviluppo non è banale ma piuttosto richiede competenze in diversi ambiti: tecnologico, metodologico, progettuale. Ecco perché affidarsi a un partner di esperienza consolidata e con professionalità cross-funzionali può essere l’alternativa preferibile.
Con il modello di Agile Software Factory propugnato da Beta 80, il cliente acquisisce competenze specialistiche e visione strategica.
«I nostri Competence Center – spiega Colombo – forniscono sia sviluppatori altamente qualificati su linguaggi e strumenti di sviluppo specifici sia professionisti capaci di comprendere i processi, integrare ambienti differenti e gestire i progetti ad ampio raggio. Abbiamo infatti scelto di investire nella formazione degli architetti, che fungendo da “antenne” sul panorama delle offerte tecnologiche, possono consigliare la soluzione e la squadra ottimali per ciascuna iniziativa».
Il team di Beta 80 lavora quindi in assoluta sintonia e continuità con il cliente, come parte integrante dell’organizzazione, seguendo i principi della metodologia Agile e costruendo un rapporto di trust.
«La fiducia tra cliente e partner – prosegue Colombo – è la base per qualsiasi iniziativa di sviluppo applicativo in chiave DevOps, perché permette di effettuare il necessario cambiamento di mentalità. Per implementare le pratiche agile, infatti, bisogna maturare alcuni presupposti culturali, come la capacità di mantenere l’attenzione sul valore degli incrementi conseguiti piuttosto che sulle tempistiche di realizzazione».
«In questo contesto, l’Agile Software Factory di Beta 80 si propone come facilitatore della trasformazione culturale all’interno delle aziende Retail, aprendo le porte a un nuovo modo di concepire e attuare lo sviluppo applicativo, con interessanti opportunità per la velocità e la crescita del business » conclude.