Partito in Italia nel 2007, il programma di certificazione delle competenze nell’ambito del testing e dello sviluppo software, delineato a livello mondiale dallo schema di Istqb (International Software Testing Qualifications Board), è oggi ‘a pieno regime’ e ha superato le 1200 certificazioni rilasciate [dato aggiornato a marzo 2014 – ndr]. “Il riscontro ottenuto in questi anni dal board italiano (Ita-Stqb) dimostra l’efficacia dello schema di certificazione delle professionalità sviluppato a livello mondiale – commenta Gualtiero Bazzana, Presidente di Ita-Stqb -. Dopo i primi anni che hanno visto principalmente la partecipazione a questi programmi di professionisti che operano nei segmenti Telco, Automotive e ambienti Safety Critical, oggi possiamo dire che l’interesse si sta estendendo a tutti i settori industriali, compresi Banking, Insurance e Pubblica Amministrazione”.
E proprio rispetto a quest’ultima realtà, Bazzana ci tiene a sottolineare “il prezioso operato di Poste Italiane che sta contribuendo a diffondere la cultura e l’importanza della certificazione dei professionisti di software testing inserendola come pre-requisito fondamentale nei bandi di gara pubblici, invitando e ‘stimolando’ altre realtà pubbliche a fare altrettanto”.
A testimonianza concreta della crescita di interesse, nel nostro paese, di queste tematiche da parte dei professionisti, il continuo e progressivo ampliamento dei percorsi di certificazione: “Nel 2013 è stato inserito il modulo Technical Test Analyst, che rappresentava l’ultimo ‘tassello’ mancante, in Italia, per le certificazioni di livello Advanced [gli altri due moduli sono Test Manager e Test Analyst, mentre il primo livello di certificazione, lo ricordiamo, si chiama Foundation – ndr]”, spiega Bazzana, che precisa: “Il 2014 rappresenta un anno importante per l’estensione delle certificazioni al mondo Agile”.
Agile entra nelle certificazioni Istqb e Reqb
“Entro la fine di quest’anno – spiega in dettaglio Marco Sogliani, Membro del Board di Ita-Stqb – conteremo le prime certificazioni per i professionisti di Agile Testing. Abbiamo infatti recepito il modulo di certificazione internazionale per la figura di ‘Agile Tester’ che, di fatto, rappresenta un’estensione del livello Foundation; per accedere all’esame, infatti, è necessario essere già in possesso della certificazione di primo livello (o superiore). Entro la fine di maggio saranno pronti Syllabus e Glossario (come sempre resi disponibili pubblicamente); a settembre avvieremo i primi esami per il conseguimento della certificazione. Si tratta di una verticalizzazione il cui successo mondiale è praticamente già scritto. – dice Sogliani – per via, da un lato, della maturazione della metodologia Agile, dall’altro, della necessità di rispondere a esigenze di time to market stringenti e a requisiti di qualità del software che devono ormai tener conto delle esigenze degli utenti fin dalle primissime fasi di sviluppo: questo significa che anche il testing deve integrarsi coerentemente lungo i vari cicli di sviluppo”.
La certificazione di Agile Tester, infatti, non solo focalizza l’attenzione sulle tecniche di testing (come per esempio quelle di ‘non regressione’, fondamentali quando i cicli di sviluppo sono distribuiti fra più team diversificati), ma anche sul ruolo e le responsabilità di queste figure, sempre più determinanti. “Questo modulo di certificazione rappresenta un altro importante tassello nella crescita di Istqb – prosegue Sogliani -: uno degli obiettivi dell’associazione, infatti, è uniformare e centralizzare le domande di esame, in modo da renderle omogenee a livello globale. Oggi ogni Board nazionale scrive le proprie domande d’esame e Istq controlla l’operato attraverso audit periodici. Il primo step è rappresentato proprio dal modulo di Agile Tester che vedrà esami uniformi in tutti i paesi che introdurranno questo tipo di certificazione”.
L’Agile entra inoltre nello schema di certificazione Reqb (Requirements Engineering Qualifications Board), portato in Italia da Ita-Stqb meno di un anno fa con l’obiettivo di attestare in modo organico e strutturato anche i professionisti che operano nella cosiddetta ‘parte alta’ del ciclo di sviluppo del software, ossia coloro che devono gestire, controllare e verificare i requirement. “In questo caso possiamo parlare di un successo italiano ancor più evidente – commenta Bazzana -. La curva di crescita delle certificazioni Reqb è decisamente più accentuata di quella che fu nel 2007/2008 quella di Ita-Stqb; a meno di un anno possiamo già contare quasi 100 certificazioni rilasciate. Nello schema di certificazione Reqb, l’Agile entra come esame a se stante, come attestazione specifica di ‘practicioner’ e non come estensione del livello Foundation (come previsto, invece, nello schema Istqb)”, puntualizza Salvatore Reale, Membro del Board di Ita-Stqb. “Questo perché nella definizione dei requisiti, la metodologia Agile rappresenta un supporto determinante a più livelli: in team distribuiti o in presenza di modelli di sviluppo e testing in outsourcing, per esempio, nonché nello sviluppo di applicazioni mobili dove i requisiti ‘non funzionali’ stanno divenendo più critici di quelli ‘funzionali’, pensiamo per esempio ad usabilità e portabilità”.
Nella visione di Reale, “la crisi economica ha ‘esasperato’ la ricerca di efficienza e cost saving, ma al contempo ha ampliato le necessità di innovazione anche attraverso nuovi servizi alla clientela e all’utenza, come la proposta di applicazioni e servizi in mobilità. In questo scenario i requisiti cui deve rispondere un servizio applicativo diventano determinanti e, poiché questi cambiano con una certa dinamicità, è pressoché fondamentale avere una struttura e un metodo per gestire flessibilmente tali cambiamenti. L’Agile rappresenta una risposta concreta, ma servono competenze preparate e certificate”.
Focus verticale sul mondo Mobile
Sarà poi annunciata ufficialmente nel corso del Software Testing Forum 2014, che si terrà a Milano dal 23 al 26 giugno, la disponibilità in Italia di un ulteriore schema di certificazione totalmente dedicato al mondo delle mobile application: “Si tratta di uno schema di certificazione denominato Cmap (Certified Mobile App Professional), definito interamente dal provider tedesco Isqi (International Software Quality Institute) – spiega Bazzana -. Riteniamo sia una verticalizzazione importante perché rappresenta uno dei tasselli critici nelle strategie di business di molte realtà e dalla quale ci attendiamo ottimi risultati in termini di interesse e adesione al programma di certificazione”.
L’entusiasmo e le aspettative di Bazzana, ci dice il Presidente stesso in chiusura, sono conseguenza degli interessanti ritorni che, fino ad oggi, il Board italiano ha registrato: “Non solo notiamo una continua crescita di adesione da parte dei singoli professionisti che intendono certificarsi, ma stanno aumentando i ‘Training Provider’ accreditati (per i corsi di formazione e preparazione all’esame e alla certificazione) e le aziende aderenti al ‘Partner Program’; è da notare, infine, che in Italia registriamo il più alto tasso di conversione dal livello Foundation al livello Advanced. La percentuale di coloro che intendono proseguire con la certificazione a un livello superiore è infatti del 25%, contro il 16% della media globale”.
STF 2014: un’occasione anche per ‘certificarsi’
È giunto alla quarta edizione l’Italian Software Testing Forum che, in questo 2014, prevede un fitto calendario di appuntamenti disseminati su quattro giornate: dal 23 al 26 giugno, infatti, durante l’evento internazionale dedicato al testing e al requirement engineering, si farà il punto sullo stato dell’arte, le tecnologie, le soluzioni e le esperienze dirette delle aziende nel mettere a punto approcci organizzativi, metodologici e tecnologici per trarre il maggior valore dalle proprie applicazioni. |