Per la nuova Microsoft ridisegnata sotto le direttive del Ceo Satya Nadella (vedi articolo Microsoft: Satya Nadella vision), il 2015 è stato un anno importante, caratterizzato dal lancio di nuove release e piattaforme (Windows 10 in primis), dall’orientamento verso il mondo open source e l’integrazione con tecnologie di terze parti, dall’evoluzione sempre più spinta dell’ecosistema Azure.
La 22ma edizione del Wpc, l’appuntamento di formazione dedicato alle soluzioni di casa Redmond organizzato annualmente da OverNet Education, si è tenuta a Milano (1-2 dicembre) sulla scia dei cambiamenti in atto, dedicando particolare attenzione ai settori più effervescenti come cloud, Internet of Things, big data, mobility.
Per competere all’interno di un mercato rivoluzionato dal business digitale, occorre un aggiornamento di skill e professionalità, oltre a un evidente cambio di mindset che permetta di recepire correttamente le dinamiche aziendali e i fenomeni It emergenti. Ed è proprio in un momento di trasformazione che gli operatori del settore It hanno maggiore bisogno di fare luce sui molteplici aspetti e temi caldi che hanno un forte impatto sulla propria attività professionale, come spiega Claudio Salano, Amministratore Delegato di OverNet Solutions, nel keynote di apertura e durante l’intervista esclusiva con ZeroUno (vedi video Le competenze nell'era dell'IoT).
“Quest’anno per Microsoft è stato un anno intenso e il Wpc riflette il clima di novità con un’edizione particolarmente ricca, che coincide anche con il trentesimo anniversario del sistema operativo Windows – afferma -. Partiamo da una matrice comune: ovvero reinventare i processi di business veicolando l’intelligenza su piattaforma cloud per generare personal computing. Sono parole importanti, che descrivono la rivoluzione digitale in atto”, ed è una rivoluzione nella quale, secondo Salano, l’Internet of Things è uno degli attori principali: “Come Overnet Education, la nostra mission è offrire competenza ai professionisti dell’informatica per muoversi in un contesto rimodellato sui paradigmi dell’IoT, elemento cruciale e chiave interpretativa attorno a cui ruota la trasformazione”. Secondo le dichiarazioni dell’Ad, infatti, l’Internet of Things è il denominatore comune della digitalizzazione, perché “permette di collegare alla Rete ciò che prima non era connesso: tutte le cose, in sostanza, diventano oggetti It che generano e trasmettono informazioni”. Ed è proprio dall’IoT che deriva principalmente l’esplosione dei big data, che richiamano competenze di gestione / analisi avanzate e ancora difficilmente reperibili, “soprattutto in Italia, dove la propensione all’aggiornamento degli skill è minore rispetto ad altri contesti come ad esempio gli Stati Uniti”. Ma verso quali direttrici vanno indirizzate le nuove competenze attorno alle quali Overnet ha riconfigurato la propria strategia di formazione? Salano non ha dubbi: sicurezza, per garantire l’integrità dei dati in continuo aumento all’interno di ecosistemi sempre più aperti, e cloud, tra i principali motori della trasformazione che sta affrontando il brand di Redmond.
IoT, cloud, Windows: i temi caldi e le sessioni tecniche
Roberto Andreoli, Technical Evangelism Lead di Microsoft, butta sul piatto gli ingredienti principali della nuova rotta strategica intrapresa dalla corporation americana. Tra le keyword che riecheggiano sul palco, figurano: Universal Windows Platform (l’architettura applicativa comune per tutti i dispositivi Windows 10, che rappresenta l’evoluzione del modello RunTime), Azure IoT Suite (la nuova soluzione cloud che permette di creare con un click tutti i servizi per la gestione dei dati in scenari di Internet of Things), Cortana Analytics Suite, alleanze e integrazione con altri player e competitor, la partnership recentissima (l’annuncio risale ai primi di novembre) con Red Hat per introdurre una nuova distribuzione Linux su Azure e fornire supporto congiunto (un passo in direzione dell’open source che Andreoli definisce “prima inimmaginabile” nella filosofia della multinazionale), la collaborazione con l’acerrimo avversario Google su alcune questioni riguardanti i brevetti con possibili spiragli per alcuni progetti futuri (è dello scorso ottobre l’accordo, definito storico, tra le due aziende che dovrebbe riguardare – i dettagli non sono stati resi noti – sistemi royalty free in varie aree, dai video al game. Le due aziende hanno nel frattempo deciso di far decadere un totale di venti azioni legali in corso nei tribunali di Stati Uniti e Germania). L’impulso di Nadella è evidente, come sottolinea l’evangelista, chiarendo la nuova mission della softwarehouse e i tre pillar a supporto: “Vogliamo dare alle persone e alle organizzazioni tecnologie per vivere meglio. Come? Costruendo un’Intelligent Cloud Platform (ovvero Azure, ndr), reinventando modelli di produttività e processi di business, creando più personal computing (focus sulla user experience e i device, attraverso Windows e i dispositivi personali, dai laptop Surface agli smartphone fino all’Xbox, ndr)”.
A partire da questo scenario, le sessioni tecniche e formative hanno ricalcato i temi portanti. Tra i filoni tematici di rilievo, oltre ai workshop sulle soluzioni più tradizionali, si sono segnalati: Windows 10 in azienda, con attenzione sugli aspetti di configurazione, gestione e autenticazione; l’utilizzo di Azure in modo sicuro, con sessioni dedicate anche ad Azure Site Recovery, il sistema che permette di disegnare e pianificare DraaS (Disaster recovery as a service) per Hyper-V e VMware; gestione e controllo di data center ibridi ed estesi attraverso Windows Server – System Center e Operation Management Suite; lo sviluppo e l’ottimizzazione delle Hosted Web App, grazie all’introduzione del nuovo browser Microsoft Edge; progettazione delle Universal Windows Apps, con particolare attenzione alla user interface and experience; strumenti Microsoft a disposizione degli sviluppatori per creare le proprie soluzioni IoT.
Aziende italiane verso l’innovazione
A chiudere la due giorni lombarda, l’intervento di Carlo Purassanta, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, suona come un incoraggiamento per le aziende italiane a guardare avanti e riconquistare una posizione di eccellenza globale, con il supporto della tecnologia e sull’onda della digital transformation.
“Nel nostro Paese – dichiara – l’appetito per la tecnologia è tra i più alti al mondo: abbiamo un elevato tasso di penetrazione dei dispositivi mobile e, secondo un sondaggio recente, il 65% dei connazionali sarebbe disposto ad innestare un sensore sotto pelle che contiene informazioni personali e permette di effettuare una serie di operazioni”. Eppure questa fame di high-tech che caratterizza l’individuo, non viene trasmessa di rimando alle organizzazioni. “In Italia – insiste Purassanta – non esiste nessuna startup paragonabile a Huber o Airbnb: ci sono progetti e nuove aziende interessanti, ma nessuna in grado di primeggiare su uno scenario mondiale. I talenti più promettenti sono costretti a sviluppare le proprie idee all’estero. Come mai?
L’invito che Purassanta rivolge alle aziende è la ricerca di servizi e prodotti innovativi per risolvere in modo non tradizionale e più efficace problemi e necessità esistenti, mettendo al centro i tre pillar di Microsoft: cloud, produttività e nuovi modelli di business, personal computing. L’esortazione si accompagna all’elenco di iniziative che la casa di Redmond sta portando avanti a sostegno dell’innovazione: ad esempio, GrowITUp, un acceleratore per le startup del settore digitale e software; Nuvola Rosa per avvicinare le ragazze alle cariere tecnico-scientifiche; attività in collaborazione con il Miur per portare nelle scuole la cultura tecnologica; l’adesione a Confindustria Digitale.
“Siete i nostri ambasciatori – conclude Purassanta indirizzandosi alla platea del Wpc -, quelli che conoscono meglio la nostra tecnologia: abbracciate la growth mindset, l’intelligenza dinamica, all’interno della vostra azienda per generare innovazione”.