Troppe applicazioni. Caos e problemi per le aziende

Un’indagine commissionata da Hp rivela una nuova criticità per molte aziende. L’affollamento delle applicazioni fa lievitare costi di manutenzione e problemi di gestione.

Pubblicato il 09 Giu 2011

I sistemi informativi sono eccessivamente affollati di applicazioni, spesso obsolete, inutili o sottoutilizzate. Questa situazione è diventata una delle principali criticità per le aziende europee. Ne è convinta la maggioranza dei 500 Cio europei (anche italiani) interpellati da Coleman Parkes Research per conto di Hp.

“È un problema – interviene Michele Cutillo (nella foto), Responsabile della business unit Enterprise Services di Hp per l’Italia – che per un po’ di tempo è rimasto dietro le quinte, per acutizzarsi nel corso degli ultimi anni. Le ‘mode tecnologiche’ o gli adempimenti obbligati (euro, anno 2000, compliance di settore) hanno portato con gli anni a una vera e propria stratificazione di applicazioni – continua Cutillo – anche perché molti Cio responsabili di sistemi informativi aziendali, invece di ottimizzare, sfruttando le tecnologie allo stato dell’arte, il portafoglio applicativo rivedendo in particolare le applicazioni core per il business, hanno preferito realizzare ex novo applicazioni in house o acquisire nuovi package applicativi”.
Ma erano ‘anni felici’ quelli, prima del “do more with less”, dell’attenzione maniacale all’It spending, anni che hanno preceduto la crisi economica e il drastico taglio strutturale ai budget It. Con la ‘nuova normalità’ è venuto alla luce il tema della proliferazione delle applicazioni, continua il manager di Hp, con le inevitabili conseguenze: costi di manutenzione eccessivi, problemi e rischi di caos gestionale, per esempio per l’occupazione di spazio su disco o di Cpu.
È questo del resto che dichiara la stragrande maggioranza – in qualche caso oltre l’80% – dei 500 Cio coinvolti nell’indagine citata, preoccupati per il fatto, per esempio, che anche le applicazioni meno utilizzate, in caso di aggiornamento o sostituzione di sistemi operativi, devono comunque essere aggiornate, portate sul nuovo sistema operativo o comunque integrate con le applicazioni core: altri costi di evoluzione e costi di manutenzione da sopportare.

16 miliardi di dollari di opportunità
Al di là degli aspetti più clamorosi per la presenza di molte applicazioni obsolete e ormai inutilizzate, resta il tema dell’eccesso, in ogni caso, di applicazioni. “E non è facile quantificare i costi indotti da questo problema” ammette Cutillo, a cui però ricordiamo una valutazione di Gartner di un anno fa che parlava di costi per 500 miliardi di dollari, che potrebbero raddoppiare nel 2015. Il manager di Hp ritiene però poco attendibili valutazioni come questa, perché rischiano di mettere insieme cose differenti, per esempio applicazioni utilizzate al 50% con altre utilizzate al 20% o al 15%, producendo complicazioni e risultati poco attendibili.
Meno complicato invece fare quattro conti sulle applicazioni del tutto inutilizzate: lo ha fatto Hp, che valuta in 16 miliardi di dollari l’impatto sulla spesa It in Europa. Questa cifra, proprio perché costituisce, notano in Hp, “un enorme potenziale di riduzione dei costi per Cfo e Ceo” rappresenta un’importante occasione nelle mani dei Cio e dell’It aziendale per recuperare “rispettabilità” da parte dei vertici aziendali. Questo non può che stimolare a un intervento risolutivo, e non a caso la maggior parte dei Cio interrogati dal survey di Coleman Parkes ha intenzione di intervenire entro i prossimi due anni. Come ridurre allora le complessità e ottimizzare, modernizzandolo, il portafoglio applicativo?

Dall’assessment al re-hosting
Partendo anzitutto da un puntuale assessment del catalogo delle applicazioni presenti in azienda. “Sembra un compito banale, scontato, ma l’indagine ha rivelato che un certo numero di Cio non ha piena conoscenza dell’intero parco a disposizione, anche perché negli ultimi anni, con client server, euro, anno 2000 e internet, l’evoluzione è stata tumultuosa, e in parte è sfuggita al controllo”. Occorrerà quindi distinguere le applicazioni da ritirare, quelle critiche e quelle di più comune utilizzo da conservare e da aggiornare. Ma chi decide quali sono le applicazioni ‘critiche’ per il business? I responsabili del business stesso? Il Cio? Gli utenti finali? “In assoluto è il business a decidere, ma è altrettanto vero – riflette Cutillo – che negli ultimi anni l’It, i Cio e in particolare i responsabili delle applicazioni verticali ormai vivono e lavorano in simbiosi con l’utente e quindi con il business”. Successivamente, dove è il caso, sarà opportuno “fare il re-hosting delle applicazioni con il downsizing di piattaforma, magari verso blade server standard, e riarchitettare, per la nuova piattaforma, almeno la componente applicativa non core”.
Il downsizing della piattaforma hardware-software, oltre alla riduzione generale dei costi consente anche di ottimizzare i costi di gestione ed evoluzione delle applicazioni, con l’utilizzo di ambienti di sviluppo standard e più produttivi come i 4GL. La prevedibile crescita del ricorso ad applicazioni in modalità SaaS potrà risolvere almeno una parte dei problemi, affidando al nuovo modello le applicazioni più comuni e standardizzate e mantenendo la scelta dell’on premise o dello sviluppo in house per le applicazioni più differenzianti, spostando così attenzione e risorse sulla capacità di integrare e far interoperare questi due tipi di applicazioni.


Ma il software di Hp manca di "intelligence"
Negli ultimi mesi è cambiato il posizionamento di Hp nel mercato del software per il mondo enterprise. Il cambiamento sta nel fatto che Hp, tagliando iniziative e risorse impegnate in sviluppo vendite e marketing di Neoview (l’offerta di DW sviluppata in Hp) e delle tecnologie correlate, sembra aver abbandonato nei fatti il mercato della Business Intelligence, del software analytics e di Data Warehouse. Questo cambiamento si è consolidato per di più in un momento particolarmente delicato, cioè nella fase di transizione tra il dimissionato Mark Hurd e il nuovo Ceo Leo Apotheker.
Questa è, in sintesi, l’impietosa analisi pubblicata qualche mese fa, dal blog specializzato di Vincent Granville (uno dei blogger più seguiti nell’ambito del mondo It). Granville sottolinea l’aspetto paradossale di questo disimpegno di Hp, che avviene proprio nel momento in cui non solo la domanda di soluzioni di Bi cresce visibilmente ma i tre principali rivali di Hp nel mondo enterprise – Ibm, Oracle e Sap – stanno puntando alla conquista di un crescente market share in questo comparto, sia con acquisizioni (Netezza da parte di Ibm è la più recente) sia con nuovi sviluppi come l’In Memory Analytics di Sap. Il problema, scrive in sintesi Granville, è che i vertici Hp oggi faticano a interpretare le dinamiche del mercato del software di business intelligence, soprattutto dopo la sostituzione di Tom Hogan a capo della sua organizzazione software". Eppure in Hp ci sono stati anche tempi migliori, come a fine degli anni ’90 quando la società portò una certa ventata di innovazione nel campo della Bi con l’Hp Information Warehouse, ricco di funzionalità analitiche ben prima che altri vendor indirizzassero questa domanda. Sull’onda di questa tecnologia, ricorda Granville, è poi venuto Neoview che il Ceo Mark Hurd ha molto spinto soprattutto all’interno di Hp. Con l’uscita di Hurd la strategia di Neoview sembra ora bloccata e non si vede ancora all’orizzonte alcuna alternativa.
Visti i grandi investimenti di Hp nell’outsourcing e nei servizi con l’acquisizione di Eds e in assenza di segnali di una strategia di prodotto nell’executive board di Sap dal 2002, la prospettiva potrebbe essere quella di contrastare Ibm sul mercato Bi e analytics posizionandosi come una seconda Accenture, ovvero aggiungendo valore ai tool forniti da altri; e tuttavia, osserva Granville, anche questa strategia richiede competenze specifiche e capacità di leadership che la fuga di alcuni veterani di Eds verso altre organizzazioni sembra rendere piuttosto difficile da realizzare.
Resta da vedere cosa farà o potrà fare il nuovo Ceo Apotheker che dalla sua ha grande esperienza (ha ricoperto la carica di Ceo in Sap dal 2008 al 2010) e una forte conoscenza del mondo enterprise. Secondo Granville dovrà trovare nuovi leader e specialisti all’esterno di Hp, ma soprattutto dovrà pensare a qualche acquisizione. Già ma di chi, visto che il mercato negli ultimi anni è stato prosciugato di molte opportunità che Hp si è lasciata sfilare. A prososito di acquisizioni citiamo per Ibm: Ascential, Cognos, SPSS e Netezza; per Oracle: Pilot Software, Hyperion e per Sap: BusinessObjects, Sybase mentre Hp potrebbe avere come candidate per acquisizioni MicroStrategy, Informatica, Teradata, Information Builders, Actuate, QlickView, Tibco.

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