L’aggiornamento a Windows 10 è un passaggio obbligato per gli utenti Windows 7 (Microsoft ha annunciato la fine del supporto per il 14 gennaio 2020), ma rappresenta comunque un’opportunità per potenziare la sicurezza e le performance del sistema operativo. Ma fare l’upgrade a Windows 10 conviene davvero ? Ecco tutti i pro e i contro di Windows 10.
Questo è l'articolo 6 della serie Migrare a Windows 10
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Ecco perché Windows 10 conviene
La softwarehouse di Redmond ha commissionato a Forrester Consulting uno studio (denominato Tei – Total Economic Impact) allo scopo di esaminare vantaggi, costi e rischi per le aziende derivanti dall’implementazione di Windows 10. Tra i risultati più significativi, i responsabili IT intervistati stimano una riduzione del 20% sui tempi di gestione, poiché Windows 10 è più veloce da installare e manutenere, grazie anche alla modalità in-place di implementazione e all’aggiunta di ulteriori funzionalità self-service. Grazie allo strumento System Center Configuration Manager (SCCM), gli utenti aziendali possono infatti provvedere autonomamente alla ricerca e all’installazione di un’applicazione in pochi minuti (contro le ore richieste in precedenza).
Windows 10 conviene anche sotto il profilo della sicurezza: il miglioramento delle features di protezione (con l’aggiunta di nuove funzionalità come Credential Guard e Device Guard) ha permesso di ridurre del 33% il numero degli incidenti che richiedono l’intervento del personale It.
Tra i principali vantaggi dell’aggiornamento a Windows 10 vanno annoverate anche la velocità di boot (il pc può essere avviato in soli 5 minuti rispetto ai 20 precedenti) e le funzionalità migliorate per il mobile working che generano un aumento della produttività (+25% del tempo speso in attività lavorative, prima inutilizzato).
Quanto costa aggiornare a Windows 10?
A fronte di tutti questi potenziali benefici, l’aggiornamento a Windows 10 non è gratis. Le aziende che intendono affrontare la migrazione al nuovo sistema operativo vanno incontro a una serie di costi iniziali, legati all’acquisto di nuovi dispositivi, ma anche alle operazioni di pianificazione, formazione, test delle applicazioni, implementazione. Dopo il primo deployment, negli anni seguirà l’upgrade o la sostituzione di ulteriori dispositivi, quindi ci saranno ulteriori spese da sostenere progressivamente sul lungo periodo.
I costi iniziali dell’organizzazione includono pianificazione, formazione, test delle applicazioni, pilot e altre attività di implementazione, nonché alcuni nuovi costi di acquisto dei dispositivi.
Da non trascurare infine i costi legati all’architettura del sistema operativo stesso: Windows 10 è stato arricchito con funzionalità aggiuntive e progettato per ricevere aggiornamenti più frequenti rispetto al passato; la necessità di manutenere un sistema più complesso, nonostante gli automatismi e un tempo complessivo di gestione inferiore, comporta un lavoro maggiore per i tecnici It.
Secondo la ricerca Forrester, tuttavia, aggiornare a Windows 10 può portare un ritorno degli investimenti nettamente superiore al 200% su una finestra temporale di tre anni, in uno scenario risk-adjusted.