Sotto il cielo plumbeo dell’autunno meneghino, c’è chi si appresta ai festeggiamenti: alla presenza delle istituzioni cittadine e del sindaco Beppe Sala, Cisco inaugura la nuova sede di Milano, al civico 6 di Piazza Gae Aulenti, e in concomitanza celebra 30 anni di presenza nello Stivale.
Come ricorda durante la cerimonia di apertura Gianmatteo Manghi, Amministratore Delegato di Cisco Italia, gli uffici ambrosiani, localizzati in un contesto urbano avveniristico e di prestigio, diventano la principale rappresentanza della multinazionale californiana nel Bel Paese. Parlando del distretto cittadino che ospita il nuovo quartiere generale, l’AD chiarisce che “è un luogo iconico dal punto di vista dell’architettura e un centro di business estremamente importante” ma l’ambizione di Cisco è elevarlo a spazio “dove l’innovazione tecnologica possa essere protagonista”.
La sede milanese riflette infatti un modello futuribile di workplace, progettato con le più avanzate soluzioni Cisco per massimizzare i livelli di funzionalità, sostenibilità e benessere. “Dallo smartworking non si torna indietro – dichiara Manghi – perché è troppo conveniente. Tuttavia, incontrarsi di persona è fondamentale per innovare, per rafforzare il senso di appartenenza e i rapporti di fiducia, per il confronto”. Da qui la necessità di creare uno spazio di lavoro “attrattivo”, che semplifica le attività in presenza, favorisce l’incontro con clienti e partner, gratifica i dipendenti e “non esclude i lavoratori da remoto”, grazie ad esperienze sempre più realistiche e coinvolgenti.
Le innovazioni all’interno degli uffici meneghini
Spazio, tecnologia e persone sono le tre coordinate con cui è stato concepito il nuovo quartiere generale, che privilegia la disponibilità di aree di lavoro flessibili e dedicate alla collaborazione.
Le condizioni di ogni stanza vengono costantemente monitorate attraverso i sensori dei dispositivi Cisco o di terze parti (ad esempio, Molex), piattaforme di raccolta dati e soluzioni di intelligenza artificiale, che permettono di conoscere parametri come la temperatura e l’umidità, ma anche lo stato di affollamento e la qualità dell’aria.
Tra le soluzioni più innovative all’interno della sede milanese si trovano infatti piattaforme come Cisco Spaces e Wayfinding, che forniscono servizi intelligenti per la localizzazione e per gli spostamenti all’interno dell’ufficio.
Di rilievo anche le tecnologie per la collaborazione, che puntano all’effetto “Distance Zero” (i partecipanti alle riunioni online avranno la sensazione di trovarsi tutti nella stessa stanza) e sfruttano le funzionalità Cinematic Meetings con video ad alta definizione e audio immersivo per interazioni virtuali più efficaci.
Grande attenzione è stata rivolta anche agli aspetti di sicurezza e connettività, ad esempio con soluzioni come Cisco Secure Access e Zero Trust Network Access che garantiscono l’accesso alla rete solo agli utenti autorizzati, oppure Cisco SASE (Secure Access Service Edge), l’architettura di rete che combina funzionalità VPN e WAN con funzioni di sicurezza nel cloud. L’ufficio è inoltre dotato di Cisco Wifi 6E per offrire velocità di connessione riducendo la latenza.
Anche la sostenibilità ha rappresentato una stella polare nella progettazione della nuova sede, dal punto di vista sia architettonico sia tecnologico, con l’adozione di piattaforme per la gestione smart dell’energia e dei sistemi di riscaldamento / raffrescamento. Grazie all’utilizzo del Power Over Ethernet per alimentare i dispositivi di rete è stato possibile ridurre significativamente il consumo di energia elettrica.
Con la sede di Gae Aulenti, Cisco amplia così la presenza a Milano, dove dal 2020 si trova anche il Cisco Co-Innovation Center, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. In Italia, la multinazionale ha inoltre già attivi un laboratorio R&D dedicato alla fibra ottica nel Comune lombardo di Vimercate e una sede a Roma.
A breve verrà inaugurato anche un nuovo ufficio a Pisa preposto a sviluppare soluzioni di connettività wireless ad elevate prestazioni, rivolte a settori critici come infrastrutture e trasporti.
L’intelligenza artificiale traina l’accelerazione tecnologica
L’inaugurazione dell’headquarter nel capoluogo lombardo è stata anche l’occasione per presentare alla stampa gli indirizzi strategici del vendor americano per il nuovo anno fiscale, iniziato ad agosto.
Anche per Cisco la parola d’ordine è “artificial intelligence”, che Manghi cita tra i principali fattori a traino della forte accelerazione tecnologica in atto. Guardando oltre il recente clamore della Generative AI, l’intelligenza artificiale è un tema concreto da parecchio tempo, al centro delle strategie di innovazione della multinazionale statunitense.
“Da diversi anni – afferma Manghi – ci occupiamo di AI per migliorare la qualità e l’affidabilità delle nostre soluzioni tecnologiche. Ad esempio, i sistemi di collaboration incorporano funzionalità di soppressione dei rumori, riconoscimento delle persone, trascrizione automatica delle riunioni. Gli strumenti di cybersecurity hanno la capacità di intercettare traffico malevolo utilizzando l’intelligenza artificiale senza entrare nel contenuto del traffico che non può essere ispezionato. Le reti sono in grado di raccogliere informazioni per anticipare eventuali malfunzionamenti, diventando sempre più predittive”.
Tuttavia, l’intelligenza artificiale embedded nelle soluzioni Cisco è solo un aspetto della rivoluzione. “Secondo una nostra recente indagine – prosegue l’AD -, il 97% delle ottomila aziende intervistate ritiene di potere (anzi, di dovere) applicare sistemi di artificial intelligence ai propri processi per migliorare l’efficienza e la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, ma solo il 14% dichiara di avere un piano concreto e gli strumenti adatti per raggiungere l’obiettivo. Ecco perché siamo impegnati nel creare infrastrutture che ottimizzino l’uso dell’intelligenza artificiale, particolarmente vorace nell’impiego di potenza computazionale”. Così Cisco ha stretto accordi con Nvidia per potenziare i datacenter, lavorato sull’affidabilità del network e sviluppato sistemi di sicurezza per migliorare la resilienza dell’AI contro le manipolazioni. Ciò per rispondere, come asserisce Manghi, alla crescente domanda di intelligenza artificiale da parte di tutti i settori, dalla Sanità alla Manifattura all’Energia. “Nel contesto attuale – aggiunge l’AD – le infrastrutture di rete che collegano il cloud, raccolgono i dati, consentono l’accesso alle informazioni ridiventano centrali”.
Il riassetto tecnologico e organizzativo
Alla luce del nuovo scenario, Cisco ha riorganizzato l’offerta in 3 aree:
- datacenter e servizi cloud pronti per il funzionamento dell’intelligenza artificiale e relative applicazioni verticali;
- infrastrutture di rete e soluzioni per creare i future-proofed workplaces, ovvero spazi di lavoro interconnessi, estremamente attrattivi e in grado di favorire la produttività;
- digital resiliency perché, come puntualizza Manghi, la continuità operativa delle aziende è strettamente correlata al funzionamento degli asset IT. A proposito di resilienza, qui rientra l’acquisizione di Splunk completata lo scorso marzo, che ha permesso la disponibilità di un ampio portafoglio di soluzioni di sicurezza e osservabilità.
Alla ristrutturazione dell’offering corrisponde anche una revisione dell’assetto organizzativo: tutte le business unit fanno ora riferimento a un unico responsabile R&D, Jeetu Patel, per favorire l’integrazione delle componenti tecnologiche; la parte di Customer Experience, che include il supporto al cliente per l’utilizzo delle soluzioni Cisco e l’assistenza post-vendita, è sotto la guida esclusiva di Liz Centoni; l’ex Ceo di Splunk, Gary Steele, infine è diventato il nuovo responsabile del Go-to-Market per tutte le operazioni di business e marketing a livello mondiale.
Gli obiettivi di Cisco per l’anno che verrà
Attraverso il riassetto, l’obiettivo di Cisco è essere più incisivo nel generare valore per le imprese, focalizzandosi innanzitutto sui comparti a maggiore potenziale.
“Nel rapporto Draghi e in altri studi – suggerisce Manghi -, emerge chiaramente che il differenziale competitivo tra l’economia americana e europea è imputabile alla capacità di sviluppare tecnologie innovative, estendendone l’applicazione a tutti i settori. Ciò è alla base dell’incremento di produttività sperimentato dagli Stati Uniti negli ultimi venti anni, molto maggiore rispetto all’Europa. Per colmare il divario, in Italia pensiamo di potere portare il nostro contributo soprattutto nel settore della Pubblica Amministrazione, dove le tecnologie digitali possono favorire una gestione più attenta del bilancio, aumentando la produttività e riducendo i costi dei processi”.
Tra i principali comparti pubblici, l’amministratore delegato cita la Sanità, dove la digitalizzazione permetterebbe di migliorare la gestione della spesa, l’organizzazione dei servizi e le attività di ricerca. L’impegno è diretto anche verso la trasformazione digitale dei processi di impresa, in particolare nei settori Manufacturing (dove il Bel Paese si conferma il secondo player europeo dopo la Germania), Fashion, Finance ed Energy (dove, secondo Manghi, l’Italia si distingue sullo scenario internazionale per gli elevati livelli di automazione e qualità del servizio raggiunti dalle sue infrastrutture elettriche e di distribuzione del gas).
“Ripercorrendo quanto fatto come azienda negli ultimi trenta anni – conclude l’amministratore delegato di Cisco Italia – siamo molto soddisfatti e pensiamo di avere contribuito almeno un po’ alla digitalizzazione del Paese. Negli scorsi anni, abbiamo assistito a grandi cambiamenti nei processi aziendali e pensiamo che in futuro la trasformazione sarà ancora più spinta, grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale e alla capacità di società come Cisco di portare soluzioni innovative. Insomma, guardiamo al passato ma soprattutto in avanti”.