Pianificare il budget del data center , e quindi i suoi costi, per i CIO è diventata una sorta di mission impossible. Oggi, infatti, non basta più ragionare in termini di gestione dei volumi o dei consumi energetici per allocare risorse finanziarie verso un’area o un’altra. Gli esperti sottolineano come si debba prendere in considerazione un’intera gamma di variabili.
Gli amministratori devono porsi tutta una serie di domande.
Ad esempio: la prossima modifica al data center avverrà mediante un potenziamento della struttura in modo da poter ospitare più apparecchiature? Oppure il data center sarà ridimensionato al ribasso in termini di hardware per favorire una maggiore utilizzo della virtualizzazione o di uno spostamento di una parte di carichi di lavoro su una piattaforma cloud pubblica?
Pianificare il budget per gestire al meglio il data center, infatti, significa saper ragionare in prospettiva: ad esempio, investire per una struttura più grande per poi scoprire che il 50% dei nuovi carichi di lavoro sarà gestita in cloud poterà a una crescita importante dei costi operativi. Analogamente, la decisione di optare per una struttura più piccola per poi scoprire che le prestazioni, la sicurezza o altri aspetti del cloud non soddisfano le esigenze degli utenti potrebbe risultare poi molto vincolante per il business.
Pianificare i costi del data center: ieri, oggi e domani
In passato, per pianificare il budgdet per il data center solitamente veniva allocato un 25% della spesa in conto capitale. Ma un’organizzazione IT cloud-first, pagando a canone, può non dover sostenere spese in conto capitale. Il che rende molti criteri di ragionamento e molti parametri di riferimento superati. Il consiglio degli esperti è di gestire il budget in un modo che abbia senso dal punto di vista commerciale, partendo dalla valutazione dei problemi che possono insorgere a livello di progettazione e di manutenzione.
Ecco le principali aree da valutare quando si tratta di pianificare il budget del data center.
Modularità
Concentrandosi su sistemi modulari (server, storage, reti o sistemi di supporto) si potrà contare su di una piattaforma costruita tenendo conto della variabilità. In questo caso, le risorse che non vengono utilizzate possono essere rimosse, riducendo così la necessità di sostenere costi legati all’alimentazione, al raffreddamento ma anche alla gestione delle licenze. Allo stesso modo, se i sistemi di alimentazione e raffreddamento sono modulari, potranno essere gestiti in modo più flessibile per supportare le apparecchiature effettivamente in uso.
Monitoraggio e sistemi automatizzati
I tradizionali portali di reporting desktop non sono le soluzioni più indicate a gestire le odierne piattaforme, più complesse e che richiedono un tipo di monitoraggio costante. A questo proposito gli esperti suggeriscono i CIO di considerare fondamentale un investimento orientato all’introduzione di sistemi avanzati che utilizzano l’apprendimento automatico e l’Intelligenza Artificiale per prevedere non solo dove si presenteranno anomalie e criticità ma anche a trovare il modo di come risolverli prima che diventino problemi più ampi.
Aggiornamenti, patch e modifiche
Oggi i tempi di inattività pianificati non sono più accettabili così come devono essere evitati i tempi di inattività non programmati. I processi e il software che consentono una modalità operativa continua sono diventati una necessità per il business. A questo proposito, gli esperti suggeriscono di prendere in considerazione i software di orchestrazione come Electric Cloud, HashiCorp o Stonebranch, capaci di assicurare che le piattaforme mantengano alti livelli di disponibilità anche in caso di modifiche.
Licenze e costi operativi continui
Le licenze vecchio stile e gli accordi sui software di manutenzione stanno uscendo di scena. Questo perché sta cambiando sensibilmente l’offerta: crescono i fornitori capaci di rispondere alle esigenze dei clienti fornendo prezzi basati su abbonamenti e canoni al consumo. Il software come servizio, infatti, rimuove dai budget dei data center i costi associati allo stack sottostante. Altri fornitori offrono un modello di abbonamento anche per il software locale ma attenzione: possono esserci degli svantaggi nascosti. I modelli core o virtual core si rivelano inutili nel caso di un’adozione massiva del cloud, mentre i modelli per transazione incoraggiano un uso limitato dei sistemi il che comporta anche a un beneficio limitato. L’obiettivo contrattuale deve puntare a un utilizzo illimitato per utente o ruolo, assicurandosi che non ci siano costi nascosti.
Tenere traccia dei costi di assistenza
Un altro aspetto importante è di tenere traccia dei costi legati ai contratti di assistenza. Dal momento che le aziende per assicurarsi che stiano spendendo bene il loro denaro esaminano spesso i contratti i fornitori sono abituati a trattare e rivedere le condizioni. A questo proposito gli esperti hanno stilato una lista di domande:
- Il contratto di servizio ha ancora senso? Nel caso si stia pensando di ritirare l’hardware nei prossimi mesi, infatti, una o più parti del contratto potrebbero risultare superflue.
- Il contratto di servizio è in uso? È importante valutare se si è pagata la copertura di un servizio corrispondente all’effettivo utilizzo. In caso contrario, potrebbe essere più conveniente pagare quando o se si verifica un problema, piuttosto che stipulare quella che può essere un’assicurazione generalista che può risultare anche molto costosa.
- Un contratto di terze parti è un’opzione migliore? È indubbio che l’outsourcing sia una giunga di offerte. Scegliere i partner più affidabili deve essere parte integrante di una buona governance, tenendo conto che esistono molte aziende capaci di mantenere la loro offerta a una frazione dei tassi di contratto di servizio di altri vendor.
3 macro-aree di attenzione per un’attenta gestione dei costi del data center
Quando si tratta di raggiungere un obiettivo di business l’azienda difficilmente si preoccupa della tecnologia. Il management si preoccupa solo dei risultati di business non della soluzione tecnologica migliore. Le richieste di finanziamento, dunque, dovrebbero concentrarsi su tre macro-aree:
- Che impatto ha la modifica richiesta sul profilo di rischio dell’azienda?
- Quale sarà il costo complessivo della realizzazione del processo aziendale?
- In che modo le spese preventivate aiuteranno l’azienda a ottenere vantaggi in termini di time-to-market in prodotti o servizi migliorati o nuovi?
Chi ha una comprensione abbastanza buona del business, può bilanciare efficacemente queste tre preoccupazioni e pianificare il budget del data center al meglio.
Alcune aziende potrebbero affrontare un rischio leggermente maggiore se i benefici economici sono considerevoli. Altre, invece, potrebbero essere disposte a investire una somma maggiore proprio per ridurre al minimo i margini di rischio.
La questione è che l’evoluzione dell’IT è continua e inarrestabile. Tuttavia, passare a un approccio Opex basato su abbonamento significa che è più facile prevedere i costi nel periodo del budget. Piuttosto che stimare l’hardware richiesto (oltre alle voci di costo legate alla manutenzione, alle licenze e alla potenza), la questione è una sorta di equazione tra il numero di posti moltiplicato per il tipo di licenza d’uso. Il numero di utenti può cambiare nel tempo, ma almeno i costi incrementali saranno noti.