Tra gli annunci dell’Hp Discover 2014, il vero protagonista è stato Apollo, il supercomputer con cui il vendor di Palo Alto intende fare breccia nel settore dell’high performance computing e scalare le classifiche di mercato. Perché, come suggerisce Antonio Neri, Senior Vice President and General Manager, Servers and Networking, Hp, la domanda di applicazioni Hpc sta crescendo rapidamente in diversi settori, ma i datacenter attuali non sono strutturati (a livello di spazi e potenza) per accogliere i sistemi in commercio. La missione è quindi raggiungere nuovi livelli di performance ed efficienza, per risparmiare superficie e consumi energetici.
Da qui il lancio dei due server ad alte prestazioni Apollo 6000, con raffreddamento ad aria, e Apollo 8000, il top di gamma, con raffreddamento a liquido basato sul sistema dry-disconnect (l’acqua circola attraverso tubi di rame sigillati che sono a diretto contatto con ogni Cpu del sistema tramite un dissipatore di calore; tutte le condutture convogliano verso un “muro d’acqua” che corre al centro del rack in verticale).
In base a stime interne, Apollo 8000 fornirebbe quattro volte i teraflops per piede quadrato rispetto ai server di Ibm (1 unità rack), a parità di processori.
La versione 6000 offre flessibilità nella configurazione dei sistemi attraverso un’ampia scelta di adattatori e soluzioni di ridondanza per l’alimentazione. È possibile installare fino a un massimo di 160 server per singolo rack.