Prima di entrare nel dettaglio dell’indagine Data Center Automation, realizzata da ZeroUno in collaborazione con NetConsulting e Hp, si è identificato il significato e il perimetro di riferimento che le diverse aziende danno alla tematica. A livello generale emerge come con la definizione di data center automation le aziende si riferiscano in prevalenza (38,5%) alle procedure di monitoraggio degli apparati rete, server e applicazioni. È interessante però rilevare come oltre la metà del campione abbia una visione più evoluta, che non si limita al monitoring, ma che include procedure automatizzate che comprendono azioni di risposta ad alert e attività di change (patch management, ripristino configurazioni ecc.).
Aree di riferimento e attività implementate
A conferma di come il tema dell’automazione sia all’attenzione delle aziende (oggi e nel breve periodo) si riscontra come ogni ambito analizzato (l’analisi ha infatti previsto quattro focalizzazioni, ciascuna per ogni ambito cardine dell’infrastruttura It: Network, Server, Storage, Database) veda per il 2010 un incremento degli attuali livelli di automazione.
Analizzando la situazione attuale, si è evidenziata la presenza di soluzioni che gestiscono in modo automatizzato l’aggiornamento e la distribuzione di patch e release, sia per i sistemi operativi sia per gli applicativi (in media oltre il 44%, valore che ha un minimo nelle piccole aziende, 33,3% e un massimo nelle grandi realtà, 63,3%), incrementandone l’efficienza.
Un’altra area di grande interesse è quella legata alle attività di automazione dell’abbattimento del rischio aziendale. A fronte delle numerose normative che le aziende devono osservare e che vedono il forte coinvolgimento dei sistemi It, la presenza di soluzioni per il monitoraggio e l’automazione delle attività di patch management e aggiornamento dei sistemi può rivelarsi un fattore importante per ottemperare al meglio agli obblighi prescritti; l’inchiesta evidenza una crescita dell’adozione di queste soluzioni tra il 2008 e il 2010.
Un altro processo in cui è importante l’automazione delle procedure è quello relativo alla gestione e alla risoluzione degli incidenti derivanti da malfunzionamenti dei sistemi It che, se estesi, possono portare a rallentamenti e blocchi dell’attività core dell’azienda stessa. I dati della survey mostrano come oltre il 63% delle aziende di grande dimensione disponga di strumenti per gestire il processo a tutti i livelli (network, server, storage, database); anche nelle medie aziende si registra un buon grado di adozione (58,8%) che invece scende al 25% nelle piccole aziende.
L’ultima area analizzata è quella della business continuity, la cui presenza riduce i rischi e le loro conseguenze sul piano gestionale, amministrativo e legale per l’azienda. Oltre il 63% delle aziende di grande dimensione ha indicato la presenza di un piano di BC, valore che si riduce nelle medie aziende (47,1%) e nelle piccole, pur rimanendo significativo (41,7%).
Figura 1: Benefici attesi dall’automazione del data center
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Benefici attesi, saving e fattori inibitori
A fronte delle varie attività messe in atto, cosa si attendono le aziende dalla data center automation? Come mostra la figura 1, le principali aree in cui le aziende attendono dei significativi miglioramenti sono quelle del ripristino di dati, sistemi operativi e applicazioni e della contemporanea riduzione dei tempo di inattività dei sistemi, grazie anche alla centralizzazione dei sistemi di monitoraggio degli stessi. Questi elementi comportano un miglioramento complessivo del livello di servizio erogato dall’It con impatto diretto sui processi di business.
Figura 2: Aree in cui sono stati riscontrati saving da attività di automazione
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Altri benefici attesi dalle aziende, seppure con minore intensità, consistono in un risparmio sui costi di gestione (incluse le risorse) e sull’ottimizzazione dei processi di change.
Quali aree e quali processi sono stati già impattati dalle attività di automazione già in essere e quali i saving riscontrati (figura 2)? A livello di macro-aree, il server (indicato dal 65,4% del campione) è l’area in cui sono stati riscontrati maggiormente dei saving (in particolare da aziende di media e grande dimensione), seguita dal Network (50% ed indicato in particolare da piccole e grandi aziende) mentre saving nello storage derivanti da attività di automazione sono emersi per il 28,8% delle aziende che hanno partecipato alla survey, con valori pressoché identici in tutte le classi dimensionali analizzate.
Quali sono invece i fattori che in questo periodo e nel recente passato, hanno maggiormente ostacolato una piena realizzazione dei progetti di data center automation (figura 3)?
Figura 3: Fattori che ostacolano una piena evoluzione dei progetti di data center automation
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Per tutte le aziende (3,6 in una scala da 1 a 5) e, in modo più sentito per quelle di grande dimensione (3,9), la principale motivazione è stata indicata nella riduzione della quota di investimento per nuovi progetti e contestualmente al freeze o rinvio di progetti già pianificati, a seguito della necessità di ottimizzare e ridurre i budget di spesa Ict che sta coinvolgendo la maggior parte delle aziende. Sempre le aziende di maggiore dimensione hanno indicato la difficoltà a gestire in modo integrato sistemi complessi e differenti, anche per la difficoltà ad individuare sul mercato soluzioni adatte a questo scopo.
Le medie aziende indicano inoltre lo scarso supporto ricevuto dai fornitori di servizi nelle fase di implementazione di soluzioni di data center automation.
Figura 4: Trend degli investimenti in data center automation 2008-2009
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Il trend degli investimenti
La figura 4 indica i valori percentuali e i trend degli investimenti 2008-2010. Gli investimenti destinati alla data center automation comportano una riduzione dei costi complessivi di gestione dell’It (motivo per cui generalmente le aziende tendono a non rinviarli); tuttavia le indicazioni emerse possono essere suscettibili di variazioni significative (anche a pochi mesi di distanza) dovute ai cambiamenti di strategia delle singole aziende e alle attività progettuali IT delle stesse, che possono subire anche forti variazioni, in particolare in un clima di incertezza economica come quello attuale. Il 2010 sembra comunque essere l’anno del rilancio dei progetti e le aziende più “attive” sembrano essere le piccole e le grandi, mentre quelle di media dimensione indicano una maggiore stabilità rispetto al 2009.
Analizzando poi la quota in termini percentuali degli investimenti relativi al data center automation, sul totale complessivo degli investimenti IT delle aziende, nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2010, l’indagine rileva che se il 2008 e il 2009 mostrano una sostanziale stabilità, con oltre la metà delle aziende che destina alla tematica meno del 3% degli investimenti, il 2010 vede una decisa inversione di tendenza con oltre il 61% delle aziende che dichiara di destinare almeno il 4% dei propri investimenti It alla data center automation, tra cui un 13,5% che prevede una quota superiore al 10%.
Su questa inversione di tendenza si possono considerare in generale, al di là dell’attuale campione, diversi elementi: dalla necessità di una migliore governance It, al risparmio di costi; dal trasferimento di risorse professionali dal maintenance a progetti di innovation, fino all’aumentata complessità e dinamicità di ambiente che spinge verso l’automazione.
*Vittorio Arighi è practice leader di NetConsulting
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