FIRENZE – “Portare l’azienda nelle tasche dell’utente” è lo slogan Forrester che il direttore di ZeroUno, cita in apertura del recente Executive Cocktail realizzato a Firenze in collaborazione con Hp, Aziende: efficienza e nuova crescita attraverso le informazioni. “Non si tratta solo di gestire le applicazioni in mobilità, ma serve intelligenza – spiega – Alla base di tutto si colloca il livello infrastrutturale e un software defined data center sempre più flessibile; i dati, che vanno visti come risorsa portante della trasformazione, devono essere posti al centro della riorganizzazione architetturale e organizzativa”.
Anche Vittorio Arighi, Practice Leader di NetConsulting, mette la flessibilità fra gli obiettivi da perseguire per competere in una situazione difficile come quella attuale, insieme a internazionalizzazione, miglioramento della qualità e ottimizzazione della gestione del patrimonio informativo. E cita una ricerca condotta da NetConsulting che evidenzia come la massima priorità per le aziende in ambito gestione dati sia la revisione delle architetture di storage. “La gestione dei dati richiede una strategia che consenta l’evoluzione da dati a conoscenza attraverso le strategie di Information Management”, aggiunge. Al centro indica il processo di virtualizzazione del data center e dello storage attraverso un’orchestrazione che permetta di gestire in modo smart il provisioning delle risorse. Cruciali restano la sicurezza e la necessità di gestire il dato in modo smart e rapido sulla base delle esigenze di business. Per conseguire questi obiettivi “il coinvolgimento dell'organizzazione aziendale nelle strategie di Information Management è un fattore determinante”, dice, ricordando la necessità di nuove figure professionali, come il data scientist, che abbiano gli skill adeguati per generare valore dai dati.
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Gestire un’informazione sempre più “umana”
Milioni di transazioni e miliardi di interazioni generano enormi quantità di dati, la minima parte dei quali strutturati. “Dobbiamo pensare a un’informazione sempre più ‘umana’, solo in minima parte derivante da processi transazionali e sempre più dal mondo esterno – sottolinea Giuseppe Cicchirillo, Category Manager della divisione Storage di Hp – Domani al centro dell’architettura applicativa non si troveranno più le business application, ma le analytics application e questo comporta avere un’infrastruttura tecnologica che sia in grado di interagire in tempo reale con dipendenti e clienti, partner, disponendo di un data center dinamico capace di rispondere all’esigenza di essere sempre online”.
Fra le sfide da affrontare, la protezione del dato attraverso il miglioramento dei processi di backup e recovery, che deve però partire da una corretta classificazione delle informazioni (dati critici, operativi, storici): “Per la protezione del dato Hp adotta policy adattive di backup recovery per soddisfare le specifiche richieste di business – precisa il manager – L’offerta storage di Hp è costruita sulla base delle soluzioni HP Autonomy [software che consentono di comprendere e analizzare in tempo reale i dati ai fini della loro gestione, archiviazione e protezione e che derivano dalle tecnologie Autonomy, realtà acquisita qualche anno fa da HP – ndr] e prevede una forte componente di consulenza: lo storage non può essere trattato a livello di rivendita hardware”.
Data scientist e benefici misurabili al centro del dibattito
“Quali caratteristiche a quale collocazione devono avere le figure trasversali in grado di creare un canale di comunicazione fra la componente tecnologica e le Lob?”, è una domanda dal pubblico.
“Va ridisegnata l’organizzazione dell’It per essere presenti là dove il business si crea– suggerisce il direttore di ZeroUno – Anche se ancora non c’è una forma organizzativa codificata, ma certamente c’è un’esigenza professionale di pertinenza del dipartimento It”.
Viene poi chiesto quale supporto può fornire un partner come Hp nel supportare le aziende in questa revisione organizzativa. “La divisione consulting di Hp lavora per tracciare, insieme al cliente, una roadmap di trasformazione che preveda un orizzonte temporale di non breve periodo. Un’organizzazione complessa come Hp può contribuire a questa trasformazione poiché ha come obiettivo strategico sviluppare skill specifici e portare le expertise nelle aziende”.
In tutto ciò il ruolo della divisione It è fondamentale e la parola chiave è “fiducia”, che si costruisce nel tempo, come ricorda un altro intervento dal pubblico. In questo caso all’It viene chiesto di essere parte integrante di sollecitazione e proposte di nuove opportunità, visto che non esiste altra divisione nell’azienda che abbia una conoscenza completa dei processi come l’It.
“Per i cambiamenti evolutivi, partner come Hp mettono a disposizione la tecnologia abilitante, ma devono anche seguire un approccio che si basi sulla conoscenza dei modi di operare, dei processi e delle strategie delle organizzazioni clienti. Si deve prevedere un percorso di crescita parallelo dell’It e dei partner tecnologici per migliorarsi a vicenda ed essere più efficaci”, conclude Cicchirillo.
L’esortazione finale di Uberti Foppa è in direzione di uno sforzo anche individuale di messa in discussione del consolidato e per la creazione di una connected community per la condivisione dei processi di trasformazione e la messa a fattor comune fra aziende (Cio, Ceo e Lob), startup, università, contesto di Paese, che sta a sua volta digitalizzandosi, e mondo dell’offerta che si sta profondamente ridisegnando.