Il big data boom e la complessità It stanno mettendo a dura prova la tutela del patrimonio informativo aziendale. Come sviluppare una strategia di backup & recovery coerente e future-proof all’interno dei nuovi data center ibridi? È questo il tema centrale del webinar, organizzato da ZeroUno in collaborazione con Fujitsu, intitolato “La protezione del dato nelle nuove infrastrutture It”.
“La digitalizzazione del business – esordisce Stefano Uberti Foppa, Direttore ZeroUno – porta sotto i riflettori la centralità del dato, con lo storage che guadagna un ruolo di primo piano all’interno delle infrastrutture It. La crescita esponenziale dei dati, accelerata dall’IoT, pone nuove sfide per le strategie di backup & recovery, con un impatto sui budget considerevole e destinato al rialzo”. Secondo le stime globali di Idc, infatti, il 65% dello storage esterno installato in azienda viene utilizzato per memorizzare dati non primari, ovvero di copia e archivio. “In questo contesto – continua il direttore – è indispensabile il ricorso a processi e tecnologie in grado di garantire sia velocità di fruizione e ripristino delle informazioni sia risparmio sui costi di data management and protection, così da liberare risorse utili all’innovazione”.
Ma quali sono gli step per disegnare una security strategy corretta, a dispetto di criticità quali tecnologie eterogenee, tempi di conservazione più lunghi, costi crescenti, mancanza di best practice? “Mai dimenticare che la finalità del backup è il ripristino. Bisogna partire da obiettivi quantitativi, ovvero dai vincoli normativi e di business – suggerisce Massimo Ficagna, Senior Advisor dell’Osservatorio Cloud e Ict as a service della School of Management del Politecnico di Milano -. I parametri da considerare sono: Rpo (Recovery Point Objective), il tempo intercorso tra produzione e copia del dato; Rto (Recovery Time Objective), il tempo necessario a ripristinare il sistema dopo l’incident; Rgo (Recovery Granularity Objective), il livello minimo di contenuto che può essere facilmente ripristinato. Per ogni tipologia di dato e famiglia di applicazioni va rilevato il livello di criticità (danni di eventuali downtime, vincoli normativi, impatto sulla sicurezza) da cui dipende la scelta del media di backup ottimale, nell’ottica del giusto bilanciamento tra costi e requisiti di restore”.
Ficagna tratteggia lo stato dell’arte e i trend emergenti dei moderni sistemi di backup, sempre più convergenti (ovvero che integrano tecnologie differenti: nastro, Virtual Tape Libraries, Nas, cloud): focus sulle funzionalità di deduplica e compressione, soluzioni uniche che consentono il backup in ambienti sia fisici sia virtuali, passaggio progressivo dal tape alla nuvola, backup come componente di più ampie piattaforme di data management: “Le attuali soluzioni di backup – conclude Ficagna – supportano la creazione di snapshot (copie istantanee), la replica automatica tra siti diversi (off-site backup), la deduplica sui sistemi sorgente e target”.
Sistemi integrati per accelerare copia e ripristino
Su questi topic si concentra la presentazione di Andrea Sappia, Sales Consultant Manager di Fujitsu: “Le copie di dati continuano a moltiplicarsi (+30% la crescita annua media), determinando l’85% delle spese in hardware. Le copie servono sia per esigenze di sicurezza, sia per l’utilizzo in attività di Test/Dev e Business Intelligence o in caso di dismissione/migrazione delle applicazioni per garantire la disponibilità del dato. Benché dispendioso, il backup è un processo assolutamente indispensabile contro la perdita e la corruzione dei file, anche in presenza di soluzioni clustered storage ad alta affidabilità”. Ma nonostante l’urgenza, la maturità delle aziende sul tema è ancora limitata: “La metà delle Pmi non ha una reale strategia di backup e non effettua copie giornaliere; nel 25 – 45% dei casi il dato non viene recuperato dopo i disastri” elenca Sappia. Quali sono allora gli ingredienti per uscire dall’impasse? Secondo Fujitsu, la ricetta poggia su tre pillar: “Gestione centralizzata delle copie, da un’unica interfaccia; disponibilità delle copie in numero e per la durata effettivamente necessari; fruizione delle copie in modalità self-service, facile e veloce”. Nella pratica, il tutto si traduce con l’implementazione di piattaforme per la data protection e la deduplica, nonché attraverso l’uso intelligente delle funzionalità di snapshots e replica. La proposta della multinazionale nipponica si concretizza quindi nelle Purpose-Built Backup Appliance (Pbba) Eternus Cs (vedi box).
Data protection: come affrontare le nuove sfide
A preoccupare gli utenti, come emerge durante la tavola rotonda virtuale, sono soprattutto la mole crescente di dati e l'eterogeneità dei sistemi informativi. “Fujitsu – sottolinea Sappia – propone soluzioni all-in-one proprio in risposta alla complessità, perché sono facili da implementare e gestire, possono evolvere in futuro secondo necessità e trend emergenti, integrano software sempre allo stato dell’arte. Il licensing viene definito non in base allo spazio fisico utilizzato, ma in base al numero delle Virtual Machine o dei socket: questo slega le soluzioni e i costi di backup dalla mole dei dati gestiti, che cresce nel tempo”.
Il pubblico solleva anche la questione della compliance: quanto le normative possono influire nella definizione delle backup strategy? “I vincoli – spiega Ficagna – impattano sui requisiti di Rto e Rpo, sulle regole di accesso ai dati, sulle procedure e la documentazione a supporto”.
La discussione si sposta sulla diatriba on-premise e cloud. Per Sappia, ci sono settori, come il Finance, dove vi è ancora riluttanza verso la nuvola, connessa alla sensibilità dei dati da custodire. “Ma esistono altre barriere – afferma -: ad esempio, la velocità e la continuità di connessione, che incidono sulla velocità di recovery dei dati. I nostri clienti prediligono una soluzione di backup locale per i dati con retention limitata, mentre riversano i long-term backup su siti remoti o in cloud. L’alternativa al cloud per le copie a lungo termine rimane il tape. La nuvola si profila come opzione più economica di off-site backup”