Bassilichi 2012-2014: il piano strategico

Fondato su quattro pilastri fondamentali il piano di crescita per i prossimi anni: nuovo sviluppo in mercati storici, proposizione di servizi a valore nella gestione del denaro, espansione all’estero e aumento di capitale. La prospettiva è la quotazione in Borsa.

Pubblicato il 04 Lug 2012

MILANO – È un momento cruciale per Bassilichi, uno dei principali outsourcer italiani, che ha chiuso un 2011 di sostanziale consolidamento e sta mettendo a punto le strategie per supportare un prossimo ‘salto di qualità’ basato sulla quotazione in Borsa o sull’entrata tra i soci di un fondo internazionale. Il bilancio consolidato 2011 del gruppo, che oltre alla capogruppo comprende Consorzio Triveneto, Bassmart, Krene, Alfa Elettronica, Securb e Moneynet, mostra ricavi netti per 267 milioni di euro (+3,9% rispetto al 2010), e un risultato netto di 3,7 milioni (+19,2%). I ricavi provengono in larga parte (85,8%) dal Finance, seguito da Industria (11%), Pa (1,9%), Gdo e Servizi (1,3%). Quanto al contributo delle tre divisioni di Bassilichi, dalla monetica – che si occupa di gestione del denaro fisico (gestione macchine bancomat Atm, sportelli self-service, ecc.) ed elettronico (Pos, e-commerce, corporate banking) – proviene il 59,5% dei ricavi; dalla sicurezza (gestione della sicurezza fisica delle filiali, compresa vigilanza e trasporto valori) il 29,7% e dal back office (outsourcing di processi amministrativi, soprattutto bancari) il 10,8%. I dipendenti sono saliti del 10% a 1110, mentre i clienti sono 465, con nomi come Mps, Bnl, Unicredit e Intesa Sanpaolo nel Finance, Finmeccanica e Shell nell’Industria, Equitalia e Regione Marche nella Pa, Coin e Pam nella Gdo e Autostrade nei Servizi.

Leonardo Bassilichi, direttore generale di Bassilichi SpA

“Siamo soddisfatti di questi risultati, raggiunti in un contesto di mercato incerto e mutevole che non promette di migliorare nel prossimo futuro – spiega Leonardo Bassilichi, direttore generale dell’azienda -. Nel 2011 abbiamo avviato una revisione dell’organizzazione e sul fronte societario abbiamo triplicato il capitale da 3,95 a 11,84 milioni”. Al momento il 23,5% della capogruppo è della famiglia Bassilichi, mentre tra gli altri azionisti più importanti due fondi si dividono poco più del 35%, e due banche (Mps e Popolare Emilia Romagna) un altro 20% circa.

“Archiviato il 2011 – continua Bassilichi -, il piano strategico 2012-2014 verte su quattro punti fondamentali.

  1. proseguire lo sviluppo dei nostri mercati ‘storici’, attraverso acquisizioni, una revisione del modello di pricing – con prezzi minori a fronte di servizi standard e sovrapprezzi per le personalizzazioni – e un potenziamento dei servizi di progettazione e consulenza operativa.
  2. sviluppo di servizi a valore aggiunto di gestione del denaro: sempre più settori oltre al bancario, come assicurazioni, Gdo, e anche i negozi al dettaglio, iniziano a occuparsi di gestione del denaro. Noi proporremo loro una gamma di servizi ‘chiavi in mano’ in questo campo, dalla gestione delle ricariche telefoniche al pagamento delle bollette”.
  3. espansione all’estero, tramite accordi con partner locali: “Abbiamo appena siglato una joint venture con Servus, specialista rumeno di monetica con presenza in tutta l’area balcanica: Romania, Serbia, Bosnia, Bulgaria, Albania”.
  4. prepararsi al salto di qualità accennato all’inizio: “Faremo un altro aumento di capitale da circa 20 milioni di euro per sfruttare questo momento di grandi opportunità: la prospettiva a medio termine è la quotazione in Borsa [Bassilichi è una delle società selezionate per partecipare a Elite, progetto della Borsa italiana dedicato alle Pmi per supportare la loro crescita e internazionalizzazione ndr] o l’ingresso di un fondo internazionale – conclude Bassilichi -. Oltre a ciò che ho già descritto, portiamo in dote circa 800 milioni di euro di ordini, basati su contratti di durata minima 3 anni, con punte fino a 5 anni”.

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