MILANO – Attenti a quei due. I due sono Brocade, produttore americano di soluzioni di storage networking fabric-based ad alte prestazioni, e Lenovo, il vendor cinese che oltre dieci anni fa si è comprato la divisione Pc di Ibm, e lo scorso settembre ha acquisito da Big Blue anche quella che si occupa dei server System x, x86 BladeCenter e x86 Flex. A seguito di questa operazione, Brocade, di cui Ibm era già un partner Oem, insieme ad altri grandi player dello storage, ha deciso di investire nella partnership con Lenovo.
“Abbiamo messo in campo un team dedicato per aiutare Lenovo a crescere nel business dei server e dello storage per il data center”, spiega a ZeroUno Steve Puzio, Global Sales Executive – Lenovo di Brocade. “In questa partnership mettiamo a disposizione tutta la nostra esperienza e le nostre soluzioni leader per le San Fibre Channel e la nostra offerta per quello che chiamiamo il New Ip, ovvero l’Ip gestito non in modo tradizionale, ma con switch di tipo fabric e tecnologie di software defined networking. Con questa nuova architettura è possibile avere abbattimenti dei costi fra il 20 e il 40%, ma soprattutto controllare centinaia o migliaia di porte Ethernet con una o due persone”.
A seguito dell’alleanza, Lenovo può fornire – per esempio – soluzioni che includono storage, server e uno switch fabric basato su Brocade Vcs Technology che gestisce connessioni Ethernet ad alta velocità con funzionalità di management centralizzato e zero-touch provisioning. Oppure data center completi con server quali i System x e sistemi storage interconnessi con uno switch fabric Fibre Channel.
La partnership con Lenovo rispecchia quello che per Brocade sta diventando sempre di più il modo di gestire lo storage nel mondo dell’economia digitale, dei Big Data, del cloud e del mobile. “Fino a pochi anni fa – spiega Jack van der Schoot, Sr. Manager OEM Partner Solutions & Sales – EMEA di Brocade – il mondo San/Fc e quello dell’Ip erano completamente separati. Il primo si ritrovava solo nei data center e il secondo nelle Lan e nelle Wan. La crescita dei dati generati dalla mobility, dall’ecommerce o dall’Internet of Things provoca un aumento di dati critici da archiviare, gestire a livello di backoffice, e rendere accessibili ad alta velocità a ogni tipo di utente, indipendentemente dal tipo di device utilizzato. Per questo motivo, la domanda di San/Fc continua, nonostante tutto, ad aumentare. Allo stesso tempo, però, per il networking attraverso il quale i dati arrivano ai data center, e per l’Ip storage, che ha prezzi inferiori a quello Fc, si utilizza il protocollo Ip. Oggi molte aziende devono fronteggiare la presenza di reti Ip gerarchiche, che con il tempo sono diventate più estese, complesse e costose da gestire. Una criticità che si può affrontare adottando anche per l’Ip il modo di gestire le San Fibre Channel, con switch fabric in grado di offrire flessibilità, stabilità, affidabilità, performance e più idonei di quelli tradizionali a supportare i modelli Sdn e Software defined storage”.
“Una strategia – conclude Puzio – ideale anche per chi gestisce cloud cui sono connessi i device dello IoT, e che devono essere in grado di effettuare velocemente scale up o scale down di capacità e connessioni”.